GIUSEPPE MAGGIO:

THE DINNER

di Federico Ledda

location Carnissage, Milano

fashion Federico Ledda

edit Simona Ladisa

MUA Gaia Pensabene

pictures by Alessandro Levati

Giuseppe Maggio

di Federico Ledda

pictures by Alessandro Levati

MUA Gaia Pensabene

fashion Federico Ledda

edit Simona Ladisa

location Carnissage, Milano


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C’è qualcosa di sorprendentemente trasparente in Giuseppe Maggio, soprattutto in un momento in cui torna con Mrs. Playmen, la nuova serie Netflix che lo porta a mettere in discussione confini, ruoli e desideri. Non ha paura di ammetterlo: è in un periodo in cui la comfort zone gli va stretta, e ogni progetto diventa un’occasione per sporcarsi le mani, anche quando significa mostrarsi fragile, impulsivo, imperfetto. Lo incontriamo a cena da Carnissage, dove, un set sospeso tra intimità e teatralità, sembra raccontare perfettamente la sua fase attuale: un continuo entrare e uscire da sé, osservare le cose da un altro angolo, rimescolare carte e certezze. Maggio parla con una lucidità a tratti ruvida, a tratti quasi protettiva verso ciò che sta creando con il suo lavoro.

Partiamo da Mrs. Playman. Di cosa parla la serie?

Mrs. Playman racconta la storia di Adelina Tattilo, che tra gli anni ’60 e ’70 ha diretto e rivoluzionato un magazine erotico nato per mano del marito, Saro Balsamo. Quando lui abbandona il progetto, lei ne prende in mano la guida e lo porta negli anni ’70 con un taglio completamente nuovo: una visione più femminile, attenta ai cambiamenti sociali e ai temi del costume. La rivista nasce per un pubblico maschile, ma Tattilo riesce a parlare anche alle donne, affrontando tabù come la sessualità femminile in un’Italia ancora profondamente patriarcale e conservatrice. All’interno poi Adelina è stata la prima a trattare anche temi come il divorzio, fatti di cronaca e scandali dell’epoca.

La serie mostra diversi scandali che hanno attraversato l’Italia in quegli anni. Quanto ha inciso una rivista come quella nella cultura dell’epoca?

Playman è stata una rivista d’avanguardia, ha rotto convenzioni e aperto strade che oggi consideriamo scontate. Non so come sarebbe l’editoria italiana senza quel contributo, ma sicuramente è stato fondamentale. La serie ha valore proprio perché molti non conoscono davvero la storia della rivista e della Tattilo.

Quanto c’è di vero nella serie e quanto di romanzato?

Il mio personaggio non è esistito: c’erano fotografi, certo, ma non un giovane fotografo come quello che interpreto. La parte dedicata alla Tattilo invece è molto fedele: esiste anche un libro scritto da lei che racconta gli inizi, il rapporto complesso e malato con il marito, purtroppo tipico di un certo modello patriarcale dell’epoca. Nella serie lei diventa un esempio per tanti personaggi, incluso il mio.

Pensi che la sua storia possa essere un monito per le nuove generazioni?

Assolutamente sì. È triste pensare che certi schemi esistano ancora oggi, ma la sua forza è un esempio positivo: una donna che ha combattuto per la libertà individuale, gli ideali e i valori in cui credeva. Oggi spesso si parla di diritti, ma c’è molta incoerenza in giro.

Parlando di te: guardi molte serie quando non lavori? Guarderesti Mrs. Playman da spettatore?

Sì. La guarderei perché è una serie italiana, mi piace confrontare i nostri prodotti con quelli esteri, e perché è ambientata negli anni ’60-’70, un periodo che mi affascina. Le musiche e i colori sono incredibili… Non amo giudicarmi, ma quello che ho visto mi è piaciuto. La consiglierei sia agli adulti che hanno vissuto quel periodo, sia ai più giovani: è davvero per tutti.

Com’è stato lavorare con la protagonista, Carolina Crescentini?

Carolina è un’attrice straordinaria: tranquilla, disponibile, generosa nel confronto. Le scene insieme sono state davvero importanti per me. È un’ottima protagonista.

Parlando di serie tv, me ne consiglieresti tre?

Ce ne sono diverse da vedere, le ultime che ho visto e che mi sono piaciute particolarmente sono: Nobody Wants This su Netflix, The Studio su Apple TV+ e The Girlfriend su Prime Video. Da guardare tutte d’un fiato!

Se parliamo di cinema invece, che mi consigli?

Ultimamente ho visto Demolition con Jake Gyllenhaal, un attore che secondo me è incredibile e ancora troppo sottovalutato. Ho rivisto un grande classico: Il mio piede sinistro con Daniel Day-Lewis, un film pazzesco e che riederei sempre. Concludo con Poor Things particolare, diverso, ma molto interessante.

La nostra cover story si chiama The Dinner e describe un po’’ la nostra cena. Qual è però il tuo menù dei sogni?

 

Cacchio, questa è difficile. Come antipasto ci metterei le Pittule Salentine che sono delle piccole palline di pasta fritta che richiamano le mie origini pugliesi. Come primo le tagliatelle burro e tartufo che mi fanno impazzire! Come secondo una bella fiorentina e come dolce ci metto il maritozzo con la panna di Regoli, a Roma.

 

Come stai oggi?

Weapons. Sto bene, è un bel periodo. Sono in attesa di qualcosa di importante e quando investi tanto in un progetto non vedi l’ora di sapere cosa succederà. Sono curioso, positivo e anche un po’ impaziente!

 

 

 

 

 

 

 


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