IL SUCCESSO DI

PURPLE DISCO MACHINE

di Federico Ledda

IL SUCCESSO DI

PURPLE DISCO MACHINE

di Federico Ledda

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E’ letteralmente impossibile rimanere fermi quando Purple Disco Machine suona, produce o fa uscire un nuovo brano. Estrema eleganza e riconoscibilità sono gli elementi che hanno permesso al produttore tedesco di guadagnarsi lo scettro di uno dei brani più suonati dalle radio italiane per il secondo anno di fila. Prima è stato il turno di Hypnotized insieme ai Sophie and the Giants e invece l’estate appena terminata ha visto Tino (questo il suo vero nome) dominare l’airplay con Fireworks e Dopamine, ultimo singolo dell’artista e in collaborazione con Eyelar. In realtà Purple Disco Machine è stato in classifica anche con Ma Stasera di Marco Mengoni, brano che ha prodotto con il suo inconfondibile tocco.
Che cosa rende però il lavoro dell’artista così acclamato? Soprattutto: con quale criterio seleziona gli artisti (spesso emergenti o poco noti) con cui lavorare? Glielo abbiamo chiesto.

Come stai?

Sto molto bene, è davvero un bel periodo per me.

Arrivi da ottimi successi qui in Italia: ti aspettavi tutto questo successo?

Assolutamente no, è stata una sorpresa bellissima. Sono molto legato a questo paese. Sai, da piccolo la mia famiglia mi portava in vacanza qui. Ricevere il vostro supporto è stupendo!

Qual è il trucco per realizzare diverse hit?

E’ importante rimanere fedeli a se stessi. Non ho mai cercato di seguire un trend momentaneo, mi sono sempre concentrato su ciò che volevo comunicare con la mia musica. Essendo poi un settore ciclico, ho aspettato il momento giusto per farmi sentire.

Quanto sono importanti gli anni ’70 e ’80 nella tua musica?

Estremamente. Sono la mia scuola, le mie basi. I miei genitori avevano una grandissima collezione di vinili e io sono cresciuto ascoltandoli. Disco, funky e molte cose di Giorgio Moroder.

Qual è stato il trigger point che ti ha spinto a iniziare con la musica?

E’ sempre stata una passione per me, ma la svolta è arrivata con la scoperta dei Daft Punk.

Con le tue collaborazioni sei riuscito a dare risalto a interessanti artisti emergenti come Sophie and the Giants e Eyelar. In che modo scopri gli artisti con cui collabori?

Credo sia importante dare risalto a nuovi talenti. Nella mia carriera ho avuto il piacere di collaborare con molti artisti, quando scelgo qualcuno per i miei brani cerco chi ha voglia di sperimentare e di uscire dalla propria comfort zone, così come è successo con Sophie e la sua band.

Parlando di collaborazioni, sei anche dietro alla produzione di “Ma Stasera” di Marco Mengoni. Come è nata?

E’ brutto dirlo, ma è nata online. Pensa che la prima volta che io e Marco ci siamo incontrati,è stato un mese fa per suonare all’Arena di Verona. Purtroppo con le varie restrizioni che ci sono state lo scorso inverno, non abbiamo avuto il piacere di essere insieme in studio. Tuttavia però è uscito un brano di cui sono molto fiero e lavorare con Marco è stato un piacere.

Il tuo nome rende omaggio a Prince, ma anche a “Miami Sound Machine” di Gloria Estefan. Come nasce il tuo nome d’arte?

In realtà senza pensarci troppo, ho scelto due artisti molto importanti per me e li ho accostati. Sai, non credevo potesse diventare una cosa seria, ma invece eccoci qui! (ride, ndr.)

A cosa stai lavorando?

Al mio prossimo album!

Cosa puoi dirci?

Si chiamerà Exotica, ovvero esotico e sarà esattamente questo. Crescendo in un paese come la Germania dove a comandare c’è la musica techno, ho sempre cercato degli sbocchi e del colore. Ho trovato tutto questo nella musica disco. L’album parlerà proprio di questo.



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