NICE TO MEET YOU

DIAMINE

di Michela Luciani

NICE TO MEET YOU

DIAMINE

di Michela Luciani

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Abbiamo scambiato qualche battuta con il duo electro-pop Diamine per farci raccontare qualcosa di più sul loro disco d’esordio “Ma Che Diamine”, uscito il 4 settembre. Il titolo anticipa ancora prima dell’ascolto la loro personalità un po’ irriverente e irrazionale, i testi mai banali vengono accompagnati da un sound elettronico, lasciando un sapore dolce amaro.
Non è da tutti parlare di sentimenti senza essere sentimentali, loro ci sono riusciti.

Ciao ragazzi, è da poco uscito Ma che Diamine, al di là del gioco di parole, come mai questo titolo?

Diamine è un Dio e un’imprecazione allo stesso tempo per noi, un vecchio con i baffi colorati che fino alle sette di sera è saggio e dopo perde completamente la ragione. Ci serviva qualcosa che riportasse allo stupore, stupore anche di esser riusciti a fare un disco. Di stupore comunque se ne trova sempre quando vivi sia per cose belle che non.

È stato facile fin da subito lavorare in due?

Sì perché eravamo abituati a dover discutere ore e ore solo per una rullata con tutti i componenti di una band, in due ci è sembrato subito tutto molto più intimo e facile. Siamo comunque due passionali e abbiamo sempre delle discussioni, arriviamo anche ad alzarci la voce ma ci ricordiamo bene i nostri volti di quando eravamo bambini (ci conosciamo dalle scuole medie) e quindi la pratica del perdono è di gran lunga più serena tra di noi, non ci sono veri risentimenti ma c’è una comunicazione di cui ci prendiamo sempre cura al fine di una crescita artistica e con l’obiettivo di esaltare le virtù l’uno dell’altro. Di solito lui scrive la musica e io i testi e in seconda battuta io critico la musica e lui i testi, quello che si salva dalla nostra guerra artistica diventa la canzone su cui puntiamo un entusiasmo comune.

Mi parlate un po’ del vostro album?

L’album non ama i concetti ma sposa il demone proprio di ogni canzone e cerca di liberare la virtù cardine di ogni brano. Lo stupore del piacere e la meraviglia del dolore incontrato fuori e dentro di noi rende questo lavoro lontano dal linguaggio prettamente nichilista usato oggi dalla maggior parte. C’è una consapevolezza ma non c’è rassegnazione, non c’è lamento o critica. Questo è un album che galoppa nonostante le circostanze sfavorevoli ed è un brano scritto per chi ha il cuore per sentirlo, per gli altri non c’è speranza che capiscano.

In effetti dite “non è musica per tutti ma è musica per ognuno” me lo spiegate?

Quando scriviamo ci rivolgiamo ad ogni persona nella sua unicità e non ad una massa. Di solito i discorsi che si affrontano in due sono molto più profondi di quelli che si fanno in gruppo se ci fai caso.

Supersonica parla un po’ dell’inquietudine che si prova nel rimanere fermi mentre il resto scorre, avete mai provato questa sensazione?

Purtroppo non si hanno in una sola vita possibilità infinite per questo ci si sente sempre di perdere qualcosa, è un eccesso di voglia di vivere principalmente. Possiamo fare il possibile ma non più di questo.

Chiunque tu sia e Da qualche parte sono brani con un nuovo sapore sentimentale, come sono nate?

Sono due brani dal sapore dance, in questo caso siamo riusciti a trovare subito l’unione naturale tra testo e musica parlando di sentimenti senza essere troppo sentimentali.

Via del macello, è il racconto di un ragazzo alterato o fin troppo lucido?

Bellissima domanda, brava. Chi può dirlo? La canzone si fa un bagno negli abissi dell’incertezza totale, il dubbio che non vogliamo mai frequentare perché ci spaventa come ci spaventa tutto quello che non è de-finito. A quale parte di noi possiamo affidarci? Quali tra le nostre sensazioni è autentica e quale è indotta dall’esterno? Attenzione a dire ad un amico “Sii te stesso” perché se il tuo amico è un idiota inconsapevole che non si è mai fatto una domanda le cose non andranno meglio per lui. Bisogna farsi domande e se si crede di avere tutte le risposte allora le domande erano sbagliate. Siamo persuasi invece dall’idea che sia importante frequentare il dubbio e la follia che ci abita per avere uno sguardo lucido sulle cose. Infondo noi parliamo della follia esattamente come la follia parla di noi.

L’album si chiude con l’augurio di farcela, ma farcela a far cosa?

Superare le difficoltà qualsiasi esse siano, Diamine è un brano di auto-aiuto scritto per darci carica nei momenti difficili.



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