EVERY MOM

LOVES FASMA

di Federico Ledda

EVERY MOM

LOVES FASMA

di Federico Ledda

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Quando ho saputo che Fasma, artista che abbiamo intervistato e seguito sin dagli inizi, avrebbe partecipato come giovane all’edizione 2020 di Sanremo ero contento e curioso. Con un pezzo interessante e coraggioso sembrava avesse tutte le carte in regola per vincere. Purtroppo, come spesso accade, non è arrivato primo. Direi però che, tra i giovani, è quello che ha vinto più di tutti, diventando con la sua “Per Sentirmi Vivo” uno degli artisti più suonati dalle radio. Mi sono reso conto che fosse arrivato al grande pubblico quando ho sorpreso mia madre canticchiarla mentre si aggirava per casa. Là ho pensato, ecco, ce l’ha fatta.
Successivamente poi, dopo tanta attesa, è uscito “Io Sono Fasma”, il suo secondo album, figlio appunto, anche dell’esperienza sanremese. Ci sarebbe dovuta poi essere l’attività promozionale e, sicuramente, anche questa intervista, che però, a causa dell’emergenza sanitaria è venuta a meno. Eccola quindi recuperata, con sicuramente più consapevolezza dell’album e di tutto quello che gli è capitato negli ultimi mesi. Signore e signori: Fasma!

Non sarai arrivato primo a Sanremo, ma direi che “Per Sentirmi Vivo” sta andando piuttosto bene, te lo aspettavi?

Il successo della traccia è stato inaspettato. Il calore della gente ci sta facendo sentire felici e vittoriosi!

Avevi già la tua fanbase, ma sicuramente il festival, ti ha fatto conoscere al grande pubblico. Ha influito sul tuo modo di fare musica?

Sicuramente avere più persone a cui parlare e avere più persone che ti ascoltano ti dà modo di aprirti di più. Infatti, aver instaurato questo rapporto d’amicizia con le persone che mi ascoltano ha fatto in modo che riuscissi ad aprirmi di più tra il primo e il secondo album.

Ci siamo già incontrati all’uscita del tuo primo album “moriresti per vivere con me?”. Quanto sei cresciuto da allora?

Molto. Ho nuove consapevolezze, una nuova maturità e voglia di mettermi in gioco. Ho conosciuto ancora meglio il mondo in cui viviamo e, avendo più conoscenza, si possono fare più cose. Ti posso dire di non essere cambiato ma di essermi evoluto.

Mi ricordo che mi avevi raccontato che tu e GG avevate prodotto uno dei primi pezzi, in macchina, con un cavo Aux. Adesso com’è la situazione?

Sicuramente un po’ più decente (ride, ndr). Per fortuna ora abbiamo uno studio, l’abbiamo costruito prima nella casa di un nostro amico, poi in un locale commerciale e poi l’abbiamo spostato da GG.

Il tuo ultimo album, “Io Sono Fasma” è uscito in un momento storico piuttosto particolare. Avendo potuto scegliere avresti aspettato e rilasciato più avanti?

Non cambierei nulla, sinceramente per me è stata l’uscita perfetta. Penso che ogni cosa capiti per un motivo e sono felice di come siano andate le cose. Dovevo imparare qualcosa da tutta questa situazione e penso di averlo fatto.

Qual è il pezzo che più ti rappresenta nell’album?

Non c’è un pezzo che mi rappresenti più di un altro, secondo me un album si fa uscire perché una sola traccia non basta. Tutto l’album in sé mi rappresenta e ci tengo molto.

Come hai combattuto la quarantena? E’ stato difficile rimanere creativi?

Abbiamo avuto la fortuna di vivere molte emozioni prima della quarantena e di non aver avuto il tempo di digerirle, perciò è stato un momento di grande ispirazione. Mi ha dato la possibilità di mettermi in dubbio e questa è una cosa che serve sempre.

Cosa farai appena l’emergenza sarà finita?

Non lo so, sinceramente. Penso che finché non arriverà il momento in cui l’emergenza sarà finita non saprò cosa farò.



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