FASMA AND HIS FRIENDS

di Federico Ledda

FASMA AND

HIS FRIENDS

di Federico Ledda



” E’ logico che la maturità è una crescita che va avanti con la scoperta di me stesso. Il disco è sicuramente il massimo che potevo dare in quel periodo. “

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In un momento storico in cui il mercato della musica italiana è seriamente influenzato dalla cultura hip hop, Fasma ha appena pubblicato il suo disco d’esordio Moriresti Per Vivere Con Me?. Il rapper romano e la sua crew, la wfk, si sono naturalmente trovati, non è l’ennesimo prodotto costruito per fare soldi, è prima di tutto una famiglia nata spontaneamente e che ha portato a un progetto collettivo. È proprio così che nascono le cose migliori, con l’amore. Nel disco infatti si sente. È un album piuttosto maturo per essere il primo e lo contraddistingue la contaminazione da altri generi. Fasma è stato accostato ai “rapper emo” come Lil Peep, XXXTentation e Lil Uzi Vert, e anche a me l’assonanza veniva piuttosto facile. Invece no, non è così, Fasma e la wfk sono un universo a parte e completamente nuovo. Vi invito quindi ad andare oltre alle vostre convinzioni, a leggere intervista e ascoltare questo disco.

Cosa si prova a tenere in mano il tuo disco?

Quando l’ho visto, è stato come essere in sala parto guardando per la prima vota tuo figlio e pensando ‘’oddio è uscito bello’’. E’ nato e contino a sorridere ogni volta che lo vedo. Sono felice. Credo di essere un po’ un bambino il primo giorno di scuola.

Quanto pensi di aver messo di Fasma nell’album?

Tutto quello che potevo metterci per la maturità artistica di quando l’abbiamo fatto. E’ logico che la maturità è una crescita che va avanti con la scoperta di me stesso. Il disco è sicuramente il massimo che potevo dare in quel periodo.

Come lo descriveresti con le tue parole?

Lo farei ascoltare, sono sincero. E’ un tipo di musica che va ascoltata più che definita, è molto diretta e arriva dove deve. Parla lei per me.

Quella che a me ha colpito di più è M.Manson.

Sì sono due tracce, c’è M. Manson e subito dopo Marylin M.
E’ una prima scoperta di un genere più aggressivo diciamo, e che sentivo mi rappresentasse molto quando lo cantavo. Come se mi ci ritrovassi. Ho ancora molta voglia di scoprirlo, infatti nel disco ci sono altre tracce di quel mondo e sicuramente ce ne saranno altre nella mia carriera. M.Manson è una canzone che è uscita da dentro.
Ggbitt (produttore, ndr): La cosa divertente è che questa traccia è stata registrata tipo due anni fa e ancora non avevamo nemmeno uno studio. La cosa che ci colpì era appunto che la canzone venne fuori distorta. Quindi ci siamo detti figo, proviamo a rivederla tenendo questa idea. Ecco quindi com’è uscita.

Qual è il vostro obiettivo con questo disco?

Ggbitt: Io spero che la gente lo comprenda, che riescano a capire cosa ci abbiamo messo dentro. E’ tutto molto vero. Io lui (Fasma, ndr.) l’ho conosciuto fuori da una discoteca che, senza nemmeno conoscermi mi ha dato una mano perché ero troppo ubriaco. E’ nato tutto con naturalezza, abbiamo iniziato a vederci e così via. E’ una cosa tra amici, il manager per dirti, è un mio caro amico che gli ho presentato…
Fasma: Sono le persone con cui io esco, capito che intendo? A casa di Tommy (il manager, ndr.) ci ho vissuto per sei mesi. Sono la mia famiglia! Comunque l’obiettivo di questo disco, è anche per me la speranza che venga capito, che faccia sentire le persone meno sole e che aiuti come ha aiutato me.