HEY PAUL SMITH,

WE LOVE MAXÏMO PARK!

di Federico Ledda

HEY PAUL SMITH,

WE LOVE MAXÏMO PARK!

di Federico Ledda


“Ci rimane sempre la voglia di raccontare la magia che c’è nelle cose di tutti i giorni, anche se questo disco è prevalentemente politico.”

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A tre anni di distanza da “Too Much Infirmation” i Maxïmo Park tornano sulle scene con un nuovo disco. Ispirato al contorto sistema politico e all’urgenza di trovare subito una soluzione che non ci mandi alla deriva, “Risk To Exsist” questo il titolo, si presenta come un disco che riporta la band al loro sound originale. In uscita il 21 aprile e registrato completamente live al The Loft di Chicago (lo studio dei Wilco, ndr.) l’album si presenta come un mix bilanciato tra killer rock e pop. Tematiche importanti, ma affrontate con la positività e l’irriverenza che da sempre contraddistingue i Maxïmo Park. The Eyes Fashion li ha incontrati a Milano in una giornata più che estiva…

Come ci si sente a essere tornati?

Ci si sente bene! Sentiamo che il nuovo album suoni molto bene, nuovo. Non vediamo l’ora di portarlo in giro.

In che modo il vostro sound è cambiato nel corso degli anni?

Più che cambiato, credo si sia evoluto da album in album. Adesso ci sentiamo anche a di rischiare di più, provare cose nuove, sia a livello di arrangiamenti che con i testi. Troviamo più temi di cui parlare mentre invece, il primo album era più romantico e introverso. Ci rimane sempre la voglia di raccontare la magia che c’è nelle cose di tutti i giorni, anche se questo disco è prevalentemente politico. È una tematica importante per noi. L’ispirazione ci è arrivata dalla musica soul e funky.

Descrivi “Risk To Exsist” in tre parole

Funky. Politico. Pop.

Qual è il significato dietro “Risk To Exsist”?

Il mio pensiero è che la vita è fragile. Dovremmo godercela di più, rischiare.

Guardando il nuovo album, qual è la della quale sei più fiero?

Domanda difficile! Probabilmente “The Hero” perché abbiamo collaborato con Mimi Parker dei Low. Prima suonava completamente diversa, con il suo arrivo e, diversi demo dopo è diventata la traccia finale. È la mia preferita perché mi sembra che siamo stati abili nel creare l’atmosfera di “Rocco e i suoi fratelli”, il film del 1960 di Visconti. È stata quella pellicola a ispirarci.

Seguirà un tour a questo album?

Ci puoi scommettere.

Qual è la città in cui hai più voglia di tornare a suonare?

Sono diverse. Probabilmente New York. Mi è sempre sembrato un posto esotico, lontano da casa. È sempre una gioia suonarci. In più, mio fratello si è appena trasferito là per lavoro quindi c’è anche un motivo in più.