SONO TORNATI
GLI HURTS
di Federico Ledda
SONO TORNATI
GLI HURTS
di Federico Ledda
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Sono tra i gruppi Synth Pop inglese più ascoltati in tutto il mondo. Dopo successi come Stay, Wonderful Life,Under Control e successivamente a una pausa che li ha fermati nel 2017, anno in cui è uscito il loro lavoro dal titolo “Desire”, il 2020 marchia il ritorno degli HURTS con il loro nuovo album Faith. Sempre dalle forti sonorità elettroniche da club dark di fine anni ‘80, questo progetto li ha portati a sperimentare anche con sonorità più rock e pop. Un bel mix che sicuramente renderebbe fieri i Depeche Mode, da cui è chiara la contaminazione.
Ho parlato per un po’ al telefono con il cantante Theo: lui era a Londra e io stavo andando a prendere un aereo per Parigi. Ecco cosa ci siamo detti.
Come ci si sente ad aver rilasciato finalmente un nuovo album?
È fantastico! Siamo molto fieri di questo disco, credo sia tra la musica più interessante che abbiamo mai fatto.
Come credi la gente abbia reagito al progetto?
È stata davvero positiva e di supporto. Quando fai musica la cosa che vuoi di più è rilasciarla e vedere come la gente reagirà e devo dire che in questo caso non poteva andare meglio.
La pandemia generale ha influito sulla creazione dell’album?
No, fortunatamente lo avevamo già finito e consegnato. Ha però influito su di noi e sul nostro comportamento. Non sapevamo se rilasciare l’album o se non farlo, non avevamo proprio idea di come muoverci. Abbiamo semplicemente deciso quindi di andare avanti, lo sentivamo giusto. Inizialmente l’unico problema logistico è stata la creazione dei videoclip, ma sono contento di non esserci fermati e aver pubblicato il progetto. La gente ha bisogno di distrarsi e di messaggi positivi.
Come hai speso il tempo della quarantena?
Ho lavorato molto. Londra era bellissima da vedere. Quando c’è stata la possibilità di poter uscire, è stato bello esplorarla con occhi diversi. L’ho vissuta bene. So di molta gente che l’ha vissuta male, quindi mi sento fortunato.
Il vostro ultimo disco risale al 2017, nel frattempo molto nell’industria musicale è cambiato. Credi che questi cambiamenti abbiano influito sul vostro modo di fare musica?
L’industria cambia ogni anno ed è pazzesco. Da quando abbiamo iniziato, dieci anni fa, è davvero irriconoscibile oggi. Ci siamo fatti strada attraverso MySpace e YouTube, non c’erano servizi di streaming o altro. Se pensi che ora i singoli vengono pubblicizzati anche su Instagram e TikTok, prima sarebbe stato impensabile! Devo dire che comunque non ci ha influenzato, il nostro unico desiderio è fare musica, indipendentemente da dove poi questa vada.
Qual è il processo dietro l’album? Come lo descriveresti?
È stata una lavorazione molto particolare, prima di terminare l’ultimo brano ci siamo presi molto tempo. Non stavo bene, avevo bisogno di svagarmi e di pensare ad altre cose. Quindi siamo tornati lentamente, in maniera naturale a lavorarci senza troppe domande. È stato un progetto davvero difficile da fare, infatti è proprio questo che lo rende così speciale per noi. Abbiamo fatto un album senza chiederci in che direzione ci stesse portando.
Sono sempre stato un estimatore della vostra “Under Control” con Calvin Harris
(ride, ndr.) Grazie! Dici sul serio?
Sì, infatti volevo chiedervi come è nata
Calvin E io siamo amici da oltre dieci anni. Abbiamo anche deciso di condividere il manager, infatti ci conosciamo molto bene. È uno dei miei migliori amici. Una sera parlavamo e ci è venuta in mente questa idea dove l’elettronica si fonde con un vibe più EDM. Amo quella canzone e mi piace sentirla tutt’ora. È capitato di trovarmi fuori con i miei amici, o in viaggio a Ibiza e sentirla partire… è sempre bello. La musica dance è davvero importante per me, fa parte della mia educazione musicale. Calvin poi è una persona stupenda e anche un grande artista. Sono contento di aver esplorato un po’ del mondo dance proprio con lui.
Che musica stai ascoltando in questo periodo?
Ho iniziato di nuovo ora ad ascoltare musica! Quando lavoro mi piace molto focalizzarmi sulla mia. Infatti sto recuperando ciò che mi sono perso. Non solo, durante la pandemia come penso molti altri, mi sono focalizzato sulla musica che ascoltavo e che magari mi ero dimenticato. È stato un bel tuffo nel passato.
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