IL FUTURO DELLA

MUSICA: ISIDE

di Federico Ledda

foto di Claudia Ferri

IL FUTURO DELLA

MUSICA: ISIDE

di Federico Ledda

foto di Claudia Ferri

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Sono forse gli ISIDE il futuro della musica italiana? Sicuramente rappresentano la freschezza e la libertà di essere come vogliono.
Dai suoni audaci e originali gli ISIDE si stanno facendo strada grazie all’album di debutto ANATOMIA CRISTALLO, uscito oggi, e preceduto da brani come PASTIGLIA v7 e MARGHERITA v11, il loro ultimo singolo.
Il collettivo composto da Dario, Daniele, Dario e Giorgio, si è formato a Bergamo grazie a una profonda amicizia iniziata tra i corridoi di scuola. Il loro lavoro rappresenta la perfetta sintesi tra diverse influenze e infiniti scenari dove ogni componente del gruppo dà il suo contributo. E’ grazie a questa sinergia se possiamo oggi goderci un ottimo album di debutto e una conversazione interessante e stimolante come questa.

State facendo molto clamore, ve lo aspettavate?

Ci fa troppo emozionare sapere che qualcuno stia aspettando i nostri pezzi fondamentalmente, pochi o tanti che siano: ricevere in DM messaggi di persone che dicono che la musica degli ISIDE li fa stare meglio, li aiuta a superare i momenti down, è davvero qualcosa di impagabile. Per ora il nostro giro è ancora abbastanza circoscritto, ci stiamo facendo conoscere anche perché siamo uno di quei progetti che forse necessita di tempo e attenzione per essere compresi davvero, i livelli più profondi e rilevanti arrivano con il disco.

Siete capaci di descrivere alla perfezione un mood e di portarci dentro l’ascoltatore. Come avviene tutto ciò?

Prima di tutto grazie. Cerchiamo sempre di immaginare una situazione reale, la quotidianità dei rapporti umani che sta alla base della nostra ricerca; presa questa condizione di base, che conosciamo bene perché autobiografica o comunque tratta da momenti specifici delle nostre esistenze, viene caricata di dettagli precisi e a volte assurdi e surreali. Raccontiamo attraverso la nostra sensazione personale quel momento che sfocia appunto spesso nell’assurdo. Ci piace molto alternare primi piani a campi larghissimi, proprio per generare tensione e spaesamento, perché convinti che le relazioni più belle, nonostante siano tangibili e reali, hanno la capacità di buttarti altrove.

Le vostre personalità riescono sempre a funzionare in maniera armonica durante la creazione di un brano?

Assolutamente sì, con le dovute discussioni necessarie al raggiungimento del risultato migliore dei pezzi. Siamo realmente amici, da sempre, conosciamo i pregi e i limiti degli altri e sappiamo riconoscere quando il giudizio di un amico (collega in questi momenti) è più strutturato. La catena poi funziona perfettamente, ognuno con un ruolo preciso e unico ma sempre concordato con gli altri; questo ovviamente dilata i tempi, ma ci permette di essere soddisfatti per davvero in ogni scelta. Essendo cresciuti insieme, abbiamo una visione molto coerente della musica e della comunicazione in generale, sappiamo di cosa possiamo e vogliamo parlare, siamo la cartina tornasole l’uno dell’altro.

Come nascono i vostri prezzi?

Tutto parte sempre da una buona idea, tendiamo a scartare subito gli spunti che non ci sembrano interessanti. Con il nostro primo album abbiamo affinato il metodo di scrittura dei pezzi: capita che Dario P. abbia delle idee di linee melodiche e una bozza di testo che Daniele e Giorgio cercano di avvolgere con i primi suoni bozza, iniziando a dare un sentimento al brano. Altre volte i due effettivi produttori, girano a Dario P. delle basi con accordi e sviluppi già abbastanza ragionati e lui ci lavora sopra. Il flusso è sempre spontaneo e necessario. Uno dei momenti migliori della scrittura del disco è stato però un weekend di session in una casa in montagna nelle nostre valli, un paese quasi disabitato in inverno. In questa situazione sono nati alcuni tra i pezzi meglio riusciti del disco (Crisi, Pazzia, Faccio Schifo). Dalla mattina fino alle 04:00 di notte stavamo nel soggiorno riabilitato a studio di produzione a scrivere e buttare idee, arrivando poi a fine vacanza con i pezzi praticamente identici a come li sentite.

Di cosa parla MARGHERITA v11 e, se per v11 intendete versione 11, le precedenti com’erano?

MARGHERITA v11 è una sequenza di scene che mandano in tilt il nostro sistema: diventiamo incapaci di reagire quando stiamo con la persona che amiamo o che desidereremmo amare. Ogni senso sviluppa una dipendenza verso un altro essere umano, la logica viene disintegrata, tutto intorno diventa colorato come in un mondo fantastico parallelo. Abbiamo uno stretto rapporto con i sentimenti, siamo davvero molto sottomessi al fatto che gli altri siano la vera ragione di benessere. Da soli non valiamo molto. Chi sta davanti a noi si trasforma continuamente in una forma sempre migliore, sviluppa nuove funzioni e capacità che fomentano il nostro stato di ammirazione, sopravviviamo grazie alla sua presenza, in uno scambio transitivo di sentimento. Abbiamo immaginato di essere un Ape che vaga e viene colpito da una Margherita e nulla non desidera altro, non sa fare altro se non pensare a lei, con le dovute conseguenze negative per il suo corpo. v11 sta esattamente per versione 11, quindi sì prima di questa edita, ci sono state 10 precedenti MARGHERITA che però non ci hanno mai convinto, per motivi diversi. Erano piuttosto simili, ma mai ben riuscita come questa. Non è detto che fra del tempo ce ne pentiremo, sia chiaro. La v11 è perfetta per questo preciso momento, come tutto nella vita del resto.

Da chi prendete ispirazione?

Dalle cose migliori che ascoltiamo e osserviamo, senza dubbio. Non crediamo molto nella creatività che nasce da sola dal profondo buio interiore: siamo degli attentissimi osservatori del mondo e ne traiamo le nostre conclusioni. Musicalmente ascoltare i migliori progetti internazionali e anche italiani ultimamente, è il miglior modo per imparare, poi è necessario uno sviluppo personale di quello che viene appreso. A livello testuale sicuramente l’arte del 900 ha un grande impatto, anche dato il percorso di studi di Dario P. Ci viene utile associare un’opera ad ogni pezzo: le figure, i colori, leggere alcune interpretazioni sul web, ci genera nuove idee sul pezzo. Ad esempio può essere abbastanza palese il richiamo al voyeurismo di Hopper in CHE MUTANDE HAI v9, oppure in modo più celato, la passione per Olafur Eliasson in asimmetrico v10. I musei ci sono mancati tanto quanto i concerti probabilmente.

Qual è la prossima mossa?

ANATOMIA CRISTALLO è il nostro album di debutto, il nostro manifesto che grida come la pensiamo sulla musica. Speriamo tutti lo possano e vogliano sentire in modo completo, senza salti, perché è un disco a tutti gli effetti e non un insieme di brani. Dopo questo passo, vorremmo girare live e portare il disco ovunque, vedere posti nuovi e soprattutto conoscere quei fan di cui parlavamo prima . Stiamo bene noi a sapere che qualcuno ci vuole cosi bene, ormai si è capito quanto siamo legati ai rapporti umani, è emozionante immaginare che a km di distanza dalla nostra Bergamo, qualcuno voglia venire a sentirci, a conoscerci.

Cosa state ascoltando in questo periodo? Datemi un brano.

Ognuno ha delle fonti musicali leggermente diverse anche in base a cosa vuole approfondire in quel periodo. Diciamo che i nostri pilastri sono Frank Ocean, BROCKHAMPTON e SZA ultimamente per il rapporto che hanno tra strumenti acustici, sample e beat incisivi. Ultimamente Dario P. ascolta tanto Massimo Pericolo (forse migliore penna italiana) e Yung Lean. Giorgio è eterogeneo, so che è in fissa con il rap russo ultimamente. Daniele ha nuovamente la cotta per sua santità Travis Scott alternato ai CHINAH e Dario R. sempre folgorato da come siano belli i suoni di Dr. Dre e Drake. Il pezzo che consigliamo è Solid Liquid Gas di Eartheater.