LA LUCE AL BUIO:

DA BATTIATO A APHEX TWIN

di Micol Meghnagi

Foto Clementina Aliberti

LA LUCE AL BUIO: DA

BATTIATO A APHEX TWIN

di Micol Meghnagi

Foto Clementina Aliberti

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Prima di iniziare a raccontarvi tutto quello che abbiamo vissuto, mi prendo due secondi per ribadire che il Club to Club non è un festival come gli altri, non è soltanto la somma degli artisti che vedete scritti nella line up, non è solo musica elettronica e clubbing, è molto di più. In un paese come l’Italia, dove promuovere e organizzare eventi culturali diventa ogni giorno più difficile, il Club to Club rappresenta davvero quella “luce al buio”, forse non l’unica, ma sicuramente una delle più belle.
“Noi siamo delle lucciole che stanno nelle tenebre”cantava Franco Battiato negli anni ‘80. Le sue parole si catapultano nel presente e finiscono stampate nere su bianco nei programmi della diciottesima edizione del Club to Club. La luce al buio. Quella frase presa in prestito da Nicolas Jaar, all’apertura del suo set nel 2017, diventa il leitmotiv di quest’anno. Il passato e il presente s’incontrano e si re-incontrano in una continua narrazione targata Club to Club.

Ma torniamo a noi. Fermata Lingotto, Torino. Una capatina al guardaroba e via tra la folla già in attesa dei Beach House. Il live del duo composto da Victoria LeGrand e Alec Scally crea un’atmosfera sognante, tra cieli stellati e luci psichedeliche.
Una piccola pausa ed è il turno del londinese Jamie xx, veterano del festival, ma sempre una garanzia. Jamie si riconferma l’artista innovativo di sempre, infuocando il dancefloor del Main Stage per più di due ore, mischiando generi, in un tripudio di luci ed emozioni.

Chiudono la line up del padiglione principale due icone femminili dell’elettronica contemporanea. Peggy Gou, passionale e instancabile stella emergente del panorama musicale. Origini coreane ma cuore berlinese, approda al Club to Club con un set vertiginoso dai bassi potentissimi che fanno vibrare il corpo. Last but not least: Avalon Emerson che porta il suo stile personalissimo fino alle prime luci del giorno, chiudendo una giornata meravigliosa tra la standing ovation del pubblico. Usciamo da Lingotto Fiere, ancora frastornate e già in attesa del giorno seguente targato Aphex Twin. A tredici anni dalla sua apparizione al Traffic Festival, Aphex Twin torna a Torino. Genio folle e spietato dell’avanguardia musicale. Prima del suo arrivo, il Main Stage ospita il live di Yves Tumor e di Blood Orange, per poi passare a quello di Serpentwithfeet e Silvia Kastel nel Crack Stage.

Ore 1:30, scatta l’ora X. Ne hanno già parlato tutti, quindi non la faremo lunga.
Aphex fronteggia il pubblico in estasi. Due ore di puro delirio. Esplosività sonora, dissociazione tra corpo e mente, visual ossessivi e giochi di laser ipnotici trapassano l’oscurità del Main Stage, violentando la pista. Le immagini si susseguono sui mega schermi: da Roberto Benigni a Rita Levi Montalcini, da Gramsci a Cicciolina. Frullati e ricomposti in versione Aphex Twin.
Al termine una sola possibilità: andarsene a casa. Come quando bevi un bicchiere di vino e non devi mai abbassare la gradazione, anche in questo caso, non potendo salire di livello, abbiamo preferito smettere. Usciamo da Lingotto in un religioso silenzio, letteralmente folgorate dalla luce di Aphex Twin.
La luce al buio.