LAZZA / ZZALA

di Federico Ledda

foto Alessandro Levati

LAZZA / ZZALA

di Federico Ledda

foto Alessandro Levati



“Il lavoro di un’artista sta nel dare tutto sé stesso anche se sotto ci sono solo dieci persone. Le devi fare strillare come se fossero mille.”

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Rapper. Rapper. Rapper. Di sicuro nel mondo della musica è il trend del momento. In Italia, tutti aspirano ad essere rapper… tutti ci provano, ma in pochi ci riescono.

Provarci alla fine sembra semplice, al giorno d’oggi con un computer, un microfono e con una base, magari cercata su Google il gioco è fatto. Basta scorrere un po’ YouTube e Instagram per trovare mille ragazzi che tentano, passando però più tempo a curare la loro immagine che il loro sound.

Chi invece ultimamente mi ha colpito, in particolare per il suo flow e per la sua street credibility ha il nome di LAZZA. Ci hanno visto giusto Dj Slait e Low Kidd che fondando un nuovo collettivo/etichetta chiamata 333 MOB hanno dato una possibilità al talento di Jacopo Lazzarini – questo il suo vero nome – di sbocciare.

Ieri ero a bere qualcosa con un mio amico, e parlando di musica è uscito il nome di Lazza. Al che al mio amico, è spuntato un sorriso grande quanto una casa e mi ha detto: “credo che lui non se lo ricordi, ma da piccoli eravamo amici. Mi ricordo quando andavamo al parco per giocare a calcio e lui si metteva a fare freestyle… riusciva ad andare avanti per ore”. Incredibile quanto il talento e la passione siano riusciti a rendere questo ragazzo appassionato di musica un vero professionista, con tanto di primo album in classifica e una tournée da tutto esaurito che lo porterà anche a suonare al WOODOO FEST il prossimo 21 luglio, festival dalla line up molto interessante nella provincia di Varese. Non solo: opening act ufficiale di Salmo, Lazza o ZZALA, (come il titolo del suo album, ndr.) sta facendo crescere la sua fan base a vista d’occhio e a ogni live è sempre più grande.

Merito di quella luce che ha negli occhi e che gli ho visto in prima persona. Occhi che brillano di passione.

Siamo stati nel quartier generale della 333 mob dove dopo un tour, abbiamo chiacchierato un po’…

La cosa che più mi ha colpito di te sono state le tue influenze che partono dalla musica classica. Come ti sei avvicinato al mondo hip hop?

A 11 anni, tramite amici che mi hanno introdotto al freestyle.

Cosa ti ha colpito principalmente della cultura dell’hip hop?

Il fatto che quando facevo freestyle la gente urlava. Più la rima era fatta bene, più la gente si gasava più cercavo sempre di farla strillare di più.

Il tuo primo disco ha il titolo di ZZALA. E’ una cosa molto comune tra i giovani, per lo meno milanesi, quella di invertire le lettere. E’ uno slang. Madre diventa ”drema” ad esempio. Fa parte anche del tuo linguaggio abituale?

Certo, è un tipo di linguaggio che ho sempre usato e che mi è rimasto sin dall’adolescenza. Non mi ricordo nemmeno chi me l’abbia il perché abbia iniziato a parlare così, ma in generale vedo che è una cosa diffusa per tutta Milano. Il disco prende quel titolo perché per gli amici sono Zzala.

Come è nata la tua collaborazione con la 333 MOB?

Stavo uscendo da un’altra realtà. Conoscevo Low Kidd da tempo e una volta sono passato in studio da lui per provare a lavorare a qualcosa insieme. Insomma, da uno i progetti sono diventati due, tre e abbiamo deciso di dare vita a qualcosa di continuativo…Che avesse un capo e una coda. Così è nata questa etichetta/famiglia. Siamo molto legati tra di noi. Abbiamo raggiunto traguardi non indifferenti e ne siamo molto contenti.

Nel disco c’è anche una collaborazione con Salmo e Nitro. Come è nata?

Dal nulla! Ai tempi l’avevo proposta a Maurizio (Salmo, ndr.) dicendogli ”se mi dici di no, non si offende nessuno. Stai tranquillo”. Lui mi ha risposto ”la faccio volentieri!”.
Un giorno mentre eravamo già in fase di mixaggio con il disco Mauri ci ha mandato via nota audio un beat su cui stava lavorando e Kidd è impazzito. Non ha nemmeno chiesto il mio parere, sapeva che mi sarebbe piaciuto… Il giorno in cui l’abbiamo portato in studio per lavorarci c’era anche Nitro che sentendo il beat si è preso bene. Al che gli ho proposto se volesse fare un paio di battute anche lui e la risposta è stata sì. Ecco com’è nata!

Quanto ha influito il tuo background classico sulla creazione del disco? So che in alcuni pezzi hai anche suonato il pianoforte…

Per trovare la linea melodica giusta sono stato dietro anche a Low Kidd mentre produceva, io abbozzavo, lui poi modificava. Suonavo due cose…Vedevo se funzionava o meno. Gli studi che ho fatto, mi facilitano il lavoro, ho più consapevolezza di quello che vado a fare, ecco.

Qualche tempo fa abbiamo intervistato un altro componente della 333 MOB ovvero, ZUNO realizzando così la sua prima intervista. Cosa ne pensi di lui?

Oltre al suo ottimo potenziale e una grande voglia di fare, io vedo in Zuno un fratello. Per me lui è uno di famiglia. Infatti quando gli vedo fare delle stronzate che di sicuro alla sua età facevo anche io, glielo dico, cerco di proteggerlo. E’ da apprezzare ci siano ragazzi così. Ha costanza. Vive per questo e io sono fiero di lui. Ha una grande testa e sono sicuro che farà strada.

In questo momento in Italia ci sono moltissimi rapper. Ne Escono come i funghi. Come la vivi? Pensi che il mercato sia saturo?

Innanzi tutto penso che devono tremare tutti perché io sono tornato in studio! (Ride, ndr.) A parte questo, non credo sia saturo, mi fa piacere sentire voci nuove, penso che ora come non mai, ci sia un ottimo ricambio generazionale.

Sei in tour e lo sarai per tutta l’estate. Com’è andare in tour? Ti agita?

Mi agita solamente se so che ci sarà poca gente, quello mi mette ansia. Se c’è tanta gente è facile, hai meno lavoro da fare. Il lavoro di un’artista sta nel dare tutto sé stesso anche se sotto ci sono solo dieci persone. Le devi fare strillare come se fossero mille.