MAX MARIOLA

THE LOUDEST

di Federico Ledda

location GOLD’S GYM MILANO

edit Simona Ladisa

hair and make up by Emanuela Caricato

pictures by Marco Erba

MAX MARIOLA – THE LOUDEST

pictures by Marco Erba

hair and make up by Emanuela Caricato

location GOLD’S GYM MILANO

edit Simona Ladisa


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È praticamente impossibile entrare sui social senza imbattersi in un video di Max Mariola. Ricetta dopo ricetta, con la sua divertente spontaneità, è diventato una presenza inconfondibile e da qui il titolo della nostra cover story: “The Loudest”, quello con la voce più forte. La sua voce si è distinta in maniera sorprendente tra tantissimi creator, imponendosi come una delle principali nel mondo della gastronomia digitale. Definirlo semplicemente un content creator, infatti, è riduttivo: Mariola è un vero professionista con una lunga carriera da chef alle spalle. Ed è forse proprio questo che ha funzionato in quanto è riuscito a portare la sua visione originale della cucina attraverso una comunicazione semplice e capace di unire diverse generazioni.
La passione per i fornelli lo ha portato a rivoluzionare completamente la sua vita, aprendo a Milano un ristorante che porta il suo nome. Sui social, Mariola parla spesso anche di sport, sponsorizzando uno stile di vita sano che funziona quasi come una terapia per lo stare bene a livello mentale, oltre che fisico.
E infatti, le foto per questa intervista non potevano che essere scattate in palestra, luogo in cui Mariola si sente a casa.
Ciò che si evince da questo incontro è semplice: Max è proprio come appare, divertente, entusiasta e pieno di vita. Averlo incontrato è stata una sorpresa sotto tutti i punti di vista e speriamo, quindi, che questa coverstory trasmetta lo stesso effetto a chi la legga, sarà un modo per conoscere meglio lo chef e la sua vita.

Ti si conosce sui social come cuoco, ma qual è il tuo background? Sappiamo l’amore per la cucina e per l’attività fisica, ma che cosa arriva prima?

È un percorso che da sempre coesiste in quanto sono sempre stato disciplinato nello sport e allo stesso tempo sono stato educato al buon cibo. Mio padre mi portava a pesca o a cercare i funghi, mia madre era una grande cuoca, e le mie zie hanno cucinato fino ai 93 anni, ricordo anche che facevamo la vendemmia perché, avendo la vigna, solitamente andavamo a fare il vino. Allo stesso tempo, ho fatto scherma, triathlon, bodybuilding, nuoto, bicicletta, insomma, sono sempre stato uno che fa tanto sport. Quindi la qualità della vita nel senso sportivo e la qualità del cibo vanno a braccetto.

Sei diventato però famoso sui social quando eri già grande. Cosa facevi prima?

Ho sempre fatto il cuoco. Sono 33 anni che cucino, l’ho fatto in varie situazioni: negli alberghi, nei ristoranti, nei ristoranti stellati, nelle trattorie. Il mio primo lavoro è stato a Genzano, vicino a Roma, ma pian piano ho collezionato diverse esperienze. Pensa che, prima di tutto questo. facevo un altro lavoro molto diverso, il restauratore di oggetti in metallo prezioso. Mio padre aveva questa attività e mi ha avviato verso questa strada che ho percorso fino ai 22 anni. Poi lui è scomparso prematuramente e io ho deciso di fare quello che realmente mi piaceva: il cuoco. Da quella che è stata una grande disgrazia ne è scaturita però la mia più grande fortuna.

Come è nata la decisione di buttarti nei social?

Mi ci hanno spinto. Dal ‘99 ho iniziato un’avventura con una divisione nel settore food, siamo stati tra i primi a parlare di cibo in un canale. Nel 2018 mia moglie, che vede molto più lungo di me, mi ha convinto a fare YouTube. Ho cominciato a fare video orizzontali su YouTube, ma li facevo senza molto impegno perché avevo già un altro lavoro. Poi, durante la pandemia, i video sui social sono diventati un impegno costante e dal 2022 abbiamo iniziato a fare i video verticali e, da lì, è stata un’esplosione, soprattutto grazie alla mia compagna che ci ha creduto.

Ti sei trovato dentro una bolla quindi, da fare dei video nella tua cucina a essere fermato per strada dalle gente…

Io devo tutto alle persone che mi seguono e sono felice quando mi fermano e chiedono una foto. Significa che sono riuscito a farti divertire e ad arrivare a te nel modo che volevo io.

Cosa fai nel tempo libero?

Devo dirti che ne ho pochissimo, al massimo un’ora al giorno. La impiego facendo corsa o in palestra, in generale con lo sport.

A gennaio è partita la nuova avventura con il ristorante. Cosa significa per te finalmente aprire un locale col tuo nome?

Una grande responsabilità. Quando metti la faccia in un posto dove c’è scritto il tuo nome devi curarlo come la tua creatura più preziosa. Il ristorante grazie a Dio è sempre sold out e devo continuare a mantenere costantemente la qualità, il servizio e tutto quello che c’è intorno.

Qual è il piatto che vorresti inserire nel menù ma che non hai il coraggio?

Quello che mi passa per la testa lo metto nel menù. Ad esempio, ho proposto i fiori di zucca ripieni che stanno andando fortissimo. Sono fatti con fior di latte della Gerola, alici del Cantabrico, fiori di zucca e basilico con una salsetta di crema di zucchine, zenzero e menta.

Il piatto di cui vai più fiero?

La mia carbonara. È la cosa che ha fatto parlare tanto e che sta facendo numeri bestiali. Ne vendo quasi 2000 su 3500 clienti mensili. Ho fatto un’evoluzione della carbonara, rendendola più soffice e cremosa.

Il segreto per rimanere in forma quando sei sempre lì che cucini?

 

La dieta mediterranea è la migliore del mondo. Mangiare pasta, pane e pizza in quantità ridotte. Ad esempio, 80 grammi di pasta con un buon condimento sono più che sufficienti.

 

C’è qualcosa che vorresti dire ma che nelle interviste nessuno ti chiede mai?

Dico quasi tutto quello che penso. Sto per aprire un bistrot a settembre che offrirà un servizio quotidiano, dalla mattina alla sera, a Milano. Stiamo anche lanciando un’academy con corsi monotematici online. Sarà una cosa fighissima, molto tecnica ma allo stesso tempo accessibile a tutti.

Tre album che ti porti dietro.

Sicuramente thriller di Michael Jackson. Poi dico “Cuore” di Venditti e l’album di Dalla e Morandi insieme, meraviglioso.

 

 

 

 

 

 

 


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