NICE TO MEET YOU SCARDA

di Michela Luciani

Q&A:

NICE TO MEET YOU

di Michela Luciani

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Abbiamo incontrato Scarda poche ore prima del live al Circolo Ohibò, visibilmente emozionato e impaziente di salire sul palco. Abbiamo scambiato qualche parola e quel che ne è venuto fuori è esattamente quello che ci si aspetta da lui ascoltando la sua musica: un briciolo di malinconia che non perde mai l’ottimismo ed una grande emotività. Forse proprio questa sua grande emotività ed empatia è riuscita a conquistare i suoi innumerevoli fan, che durante tutto il concerto hanno mostrato un grandissimo calore, rendendo il live un momento veramente intenso e coinvolgente.
Ecco quello che ci siamo fatti raccontare da lui, riuscendo ad avere anche piccolissime anticipazioni sui lavori futuri…

Ciao Scarda, come stai? Sei emozionato?

Emozionato tanto, nonostante sia sold out ho paura, è un’ansia da prestazione più che da ‘speriamo vada bene’. Di solito l’ansia la si ha sempre prima di salire sul palco, una volta salito poi passa tutto ed arriva l’adrenalina.

Stai per affrontare una data del tuo Finetormentone tour, quanto è importante per te mettere la parola fine? Che sia in un progetto, in una relazione…

Credo sia molto importante, nel senso che a volte ci sono situazioni che vanno avanti proprio perché nessuno ha il coraggio di dire basta, ne so qualcosa, questo errore l’ho fatto anche io. Prolungare troppo una cosa che deve terminare è un po’ come avere il dispenser del sapone che sta per finire e aggiungerci l’acqua, è unitile che lo allunghi, è finito. Ti logora.

Dopo la fine c’è sempre un nuovo inizio, hai già qualche progetto nel cassetto?

Si, sto già lavorando anche abbastanza alacremente al nuovo disco, non so ancora dire quando uscirà, sicuramente non passeranno quattro anni come tra il primo ed il secondo. Per il resto non posso anticipare nulla, dico soltanto che ci sarà qualche canzone con una visione un po’ più positiva.

È cambiato qualcosa nella tua vita?

Diciamo che nelle varie fasce di vita affronti situazioni diversi, quindi capita che le riporti nei testi che scrivi, non è cambiato qualcosa, sono solo situazioni vissute differenti.

Mi parleresti delle differenze tra i tuoi due album?

Il primo (I piedi sul cruscotto, ndr) era sicuramente più ingenuo, più inconsapevole era molto più acustico nei suoni. Il secondo (tormentone, ndr) invece, a contrario, è più consapevole e meno acustico nei suoni perché si è introdotta un po’ di elettronica.
Si può fare ancora di più e l’esperienza sicuramente aiuta come in tutto.
È cambiata inoltre l’etichetta e questo è stato un passaggio fondamentale, perché nonostante sia un’etichetta giovane sanno lavorare molto bene.

Nel singolo bianca dici: il senso lo lasciamo negli spazi bianchi. Per uno che scrive testi è particolare come affermazione, me la spieghi?

In quel pezzo di canzone si analizza una situazione sentimentale e a volte quando si litiga, si scrivono delle cose che non dicono direttamente quello che vuoi ma lo lasciano intendere, magari per orgoglio, quindi a volte il senso della cosa sta in quello che non scrivi.

Ho letto che Giulia ha aperto una specie di “posta del cuore”, come vivi questa cosa?

È vero (ride, ndr) ci sono un sacco di Giulia che mi confessano il loro tradimento e questa cosa di dire ad un perfetto conosciuto questo segreto è particolare, forse il fatto che io non sappia assolutamente nulla di loro e che non possa giudicare spinge loro a confessarsi. Credo comunque sia bello che tante persone possano rispecchiarsi nei testi che scrivo.

Tropea ha un sound ed un mood completamente diverso dal tuo solito, come ci sei arrivato?

Era una canzone nata abbastanza triste anche lei, poi in fase di produzione è diventata molto più happy nel presentarsi, voleva essere una scappatella estiva, il prossimo disco non sarà in questo stile, questo possiamo dirlo.

Ho sentito che sei uno di quelli che sottolinea le frasi nei libri e che si fa ispirare molto da essi, qual è il libro che ti ha ispirato di più?

Un libro che veramente mi ha ispirato, ma nella vita in generale, è Non si muore tutte le mattine di Vinicio Capossela, che conosciamo tutti per essere un cantante ma è anche un grande scrittore. Ha un flusso di parole molto particolare, le lascia andare e questa cosa mi fa proprio volare.



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