NICE TO MEET YOU, TACØMA

di Michela Luciani

NICE TO MEET YOU

TACØMA

di Michela Luciani

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Che si parli dei Platonick Dive o che si parli del nuovo e freschissimo progetto Tacøma, Gabriele Centelli, Livornese d’origine, rimane una costante. Personaggio eclettico e dalle mille sfumature, si lascia conoscere, vuole farsi conoscere, ama comunicare e ci riesce alla grande, in primis attraverso la sua musica ma anche attraverso la sua immagine, al suo modo di esprimersi e di gesticolare. Tutto è comunicazione, proprio come vogliono dimostrare i suoi primi tre singoli che iniziano a disegnare i contorni di un progetto che sta prendendo sempre più forma e che vale la pena fermarsi ad ascoltare.

Ciao Gabriele, mi racconti chi è Tacøma, com’è nato e cosa c’è di diverso in lui rispetto al componente della band platonick dive?

Prima di tutto sono sempre io, Gabriele Centelli, e questa è la cosa più importante. Quello che posso dire è che un annetto fa ho sentito proprio come artista l’esigenza di intraprendere nuovi percorsi e scrivere in italiano per la prima volta, questo è stato il motore principale che ha innescato questo nuovo progetto. I miei ascolti non è che siano proprio molto cambiati rispetto al passato, sto molto attento alle nuove cose che escono, sono molto aggiornato, però in realtà non è che mi sono messo a fare pop italiano perché ho cambiato gli ascolti, continuo ad ascoltare musica sperimentale, elettronica e strumentale. Forse quello che posso dire, è che negli ultimi anni la musica italiana è cambiata molto, si può sperimentare molto di più, quindi mi stimolava l’idea di portare suoni internazionali scrivendoci sopra testi in italiano alla portata di tutti.
Questo credo sia un po’ il motivo per cui è nato Tacøma.

Mai in orario è il tuo terzo singolo, apparentemente malinconico ma che nasconde una positività ed una consapevolezza verso le difficoltà, è stato difficile arrivare a questa consapevolezza?

Forse si, però sai, dopo tante delusioni ma anche tante vittorie, viene naturale se tu sei uno propositivo a scrivere e mettere in arte quello che provi nella vita di tutti i giorni e nel tuo background. È stato naturale.

A proposito di mai in orario, quanto credi sia importante nella vita arrivare al momento giusto?
Ti senti di essere arrivato in orario?

Si, personalmente a livello umano e artistico credo di aver iniziato questo percorso nel mio momento giusto, proprio a livello di vita, quindi si, adesso mi sento nel momento giusto per scrivere certe cose e fare questo.

Quanto sono autobiografiche le tue canzoni? Ti fai ispirare direttamente dalla tua vita o ti lasci ispirare dagli stimoli urbani?

Racconto storie che vivo principalmente in prima persona o magari storie che sento raccontare dai miei amici o gente intorno a me, che vive.

L’aspetto visivo all’interno di questo progetto è molto rilevante, è una tua passione? Quanto può comunicare un visual riuscito su un progetto?

Io penso che al giorno d’oggi, nell’epoca che viviamo, soprattutto quando si da vita ad un nuovo progetto artistico, musicale in questo caso, anche l’immagine che dai è molto importante. Viviamo nell’era di Instagram in cui conta più una foto rispetto a tante altre mosse, quindi sicuramente la musica deve andare di pari passo rispetto alle immagini o ai video.
Poi personalmente sono molto attratto dai colori, dalle cose belle, sono vanitoso al punto giusto, mi piace la moda però il lato positivo della moda, non quello di plastica, mi piace vedere le cose belle, che siano una donna, un uomo o un bel paesaggio.

Quindi hai curato tu in toto i video?

Mi sono fatto aiutare dai ragazzi di No elevator, una crew di Bergamo che avevo individuato alcuni mesi fa dai loro lavori online ed avevo deciso che sarebbero potute essere le persone giuste per materializzare quelle che erano le mie idee.
Non voglio prendermi tutti i meriti, ci sono loro ed anche i collaboratori che sono con me nella produzione del progetto Tacøma che mi hanno aiutato.
Diciamo che tendenzialmente tutte le idee partono da me, però sono una persona molto aperta, quindi mi piace assimilare quello che di buono mi può dare uno scambio di idee per arrivare al prodotto finale.

Dopo questi tre singoli cosa dobbiamo aspettarci? Ci sono già progetti a cui stai lavorando?

Si, sto lavorando a molta molta musica, adesso siamo quasi alla fine dell’anno quindi direi che ci stiamo proiettando più sul 2020, chiuderò l’anno in studio tra lo scrivere cose nuove e registrare e produrre cose che già mi girano attorno da qualche mese.

Ricalcherà quello che è già stato fatto?

Si, però sai, è un progetto nuovo ed è in continua evoluzione e metamorfosi, ovviamente non cambierò genere (ride,ndr) e non vedrai nemmeno un video brutto ( ride di nuovo, ndr) queste sono le cose su cui possiamo andare sicuri.

Per quanto riguarda i live? Immagino sia un aspetto molto importante.

È molto molto importante la mia dimensione live, proprio poche settimane fa ho fatto la mia prima apparizione live di Tacøma per spaghetti unplugged, ma è stato più uno showcase. Sto già lavorando con i miei musicisti per portare le canzoni che già sono uscite e che dovranno uscire dal vivo, c’è un live programmato fra poche settimane che faremo e che verrà annunciato fra poco, si terrà a Firenze, io infatti sono Toscano, ma sarò sicuramente presto anche a Milano. Essendo però un progetto partito da poco adesso quello che vogliamo veramente è fare capire il messaggio di Tacøma.

Qual è il messaggio?

Il messaggio principale penso sia quello di parlare di rapporti personali, voglio raccontare quella che è la comunicazione ai nostri tempi. Adesso comunicare è veramente semplicissimi, ci scriviamo, chattiamo…è tutto molto veloce. Questa era però ha anche evidenziato le tante barriere che ci sono a livello umano, perché paradossalmente per quanto possa essere facile mettersi in contatto con una persona lontana magari con il tuo coinquilino non ci parli perché sei lì a controllare quanti like hai ricevuto. È questo il messaggio che vorrei mandare, parlare nel bene e nel male di cos’è la comunicazione ai nostri giorni. Se poi si inizia a parlare di relazioni sentimentali nella nostra era… (ride,ndr)

Qual è la domanda che non ti fanno mai ma che vorresti ti facessero?

Vorrei delle domande semplici, tipo qual è il tuo colore preferito, ti piace cucinare? Qual è il tuo piatto preferito? Queste cose che non ci combinano molto con la musica…
Ok perfetto.

Ti piace cucinare?

Direi che si, soprattutto se per una persona speciale. Non sono bravissimo ma ho i miei piatti forti, tipo la carbonara o l’amatriciana, questi piatti un po’ da studente fuori sede. (ride, ndr)

Colore preferito?

Verde acqua, ho anche ricoperto con delle piastrelle verde acqua tutta la mia cucina, proprio perché quando entro in casa voglio provare quella sensazione di benessere che mi provoca la visione di quel colore. Mi ricorda il mare che è un posto in cui vado spesso quando ho bisogno di pensare o di liberare la mente, perché l’immensità del mare tempera i pensieri.

Ti piace frequentare festival e club?

Mi piace se vado a Berlino andare nel club giusto, ascoltare la techno giusta dove non ci sono gli italiani che fischiano, mi piace la stanza scura con i neon, proprio modello Berlinese, non sono proprio tipo da Ibiza ecco. I festival mi piacciono molto anche se vado davvero raramente, forse anche per limiti di tempo, ma soprattutto perché se tu stesso stai già spesso in giro tra palchi ecc quando sei un po’ libero preferisci andare a vedere il mare.

Ci lasciamo con quest’ultima domanda, hai trovato il tuo ossigeno?

Si assolutamente, scrivere musica. Quando sto male scrivo musica quando sto bene scrivo sempre musica anche se la scrivo un po’ più brutta (ride, ndr).



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