Q&A: NICE TO MEET YOU

GIANT ROOKS

di Federico Ledda

Q&A: NICE TO MEET

YOU GIANT ROOKS

di Federico Ledda

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Dall’uscita del loro pezzo “Wild Stare” sono in vetta alle classifiche italiane. Vengono suonati in heavy rotation nelle radio, sono giovanissimi e vengono da un piccolo paesino della Germania. I Giant Rooks continuano a essere sulla bocca di tutti grazie a diversi fattori: la musica di qualità e i videoclip per citarne alcuni. E’ da poco uscito il loro EP ‘’Wild Stare’’ che inizia a fare capire che direzione sta prendendo la band. Alcuni dei singoli estratti sono accompagnati da interessanti video musicali che catturano tanta attenzione quanto il brano stesso. Potevamo farceli scappare? Prima volta in Italia, prima volta su The Eyes Fashion.

Benvenuti in Italia! E’ la vostra prima volta qui?

Lo è come band, ma non come turisti! Finn è già stato un paio di volte a Roma e Federik a Milano.

Pensate che sia simile alla Germania?

No, assolutamente no. La gente mostra le proprie emozioni qui, in Germania siamo molto più freddi e composti. E’ stupendo, ti senti sempre il benvenuto e la gente mette il cuore in tutto quello che fa.

Parliamo di musica, ma partiamo dall’inzio. Come vi siete conosciuti?

Due di noi (Finn e Federik, ndr.) sono cugini e quindi si sono, ovviamente, conosciuti in famiglia e hanno scritto la loro prima canzone (punk) insieme all’età di otto anni.

A otto anni avete scritto un pezzo punk?

Sì, assurdo, vero?

E gli altri?

Per farla breve, con il resto della band ci siamo conosciuti al liceo. Siamo diventati amici proprio condividendo l’amore per la musica.

Come descrivereste il vostro sound?

Naturale e camaleontico. E’ sempre stato un’escalation. I primi concerti che tenevamo erano davanti a dieci persone, i secondi davanti a quindici e così via… Tutto, avendo rilasciato davvero pochi pezzi… Penso che abbiamo suonato intorno a quattrocento concerti insieme e per tenerci allenati ed essere sempre in sintonia, cerchiamo di suonare almeno una volta al giorno. Così si evolve il nostro sound e cresce con noi.

State suonando nei festival migliori d’Europa, come vi sentite?

E’ pazzesco. Il più importante è stato l’anno scorso, il Lollapalooza a Berlino. Indescrivibile. Abbiamo suonato esattamente prima di Liam Gallagher e Dua Lipa ed è stato come un sogno che diventava realtà. Ancora oggi ci sembra impossibile.

Potete parlarmi del vostro EP “Wild Stare”?

E’ tutto partito dall’omonimo singolo. L’abbiamo scritto nel 2018, durante una caldissima estate nel mezzo della Germania. Eravamo nella nostra sala prove e “Wild Stare” è stato l’ultimo pezzo che abbiamo scritto nella nostra città prima di trasferirci definitivamente a Berlino. Ci abbiamo lavorato per una settimana e alla fine di quella il pezzo era pronto e registrato. C’era sicuramente magia in quella stanza, perché andiamo molto fieri del pezzo e del suo sound un po’ oscuro. A settembre poi siamo andati in studio e l’abbiamo registrata in maniera ‘ufficiale’, senza però cambiare la batteria che infatti, è ancora quella registrata nella nostra piccola sala prove. Passato qualche mese, a dicembre, ci siamo messi a lavorare su altro ed è nato l’EP…

La cosa che mi è saltata all’occhio sono i vostri video musicali, che sono davvero originali. Come nascono? E’ una vostra passione, o vi affidate a qualcuno?

Innanzi tutto, amiamo girare video musicali, ci piace moltissimo. In più abbiamo conosciuto questo ragazzo olandese, che vive a Berlino come noi, che fa il regista e ci siamo innamorati dei suoi lavori. Per noi ha diretto diversi video, tra cui quello di “Wild Stare”. Andatevelo a cercare, si chiama Sander Houtkruijer.

Vi sareste mai aspettati così tanto successo qui in Italia?

No, onestamente no. Siamo veramente grati per tutto questo, ma non ci saremmo mai aspettati tutto questo, specialmente qui. Non avevamo mai suonato, ne fatto promozione ne nulla. E’ stata una bellissima sorpresa.

Chi sono le vostre più grandi influenze?

Bon Iver, Bob Dylan, Arcade Fire… Ma anche altri gruppi di diversa caratura. Ognuno di noi ascolta cose diverse. Mettendo poi insieme tutti i nostri gusti esce il nostro sound. Diciamo che gli artisti che ti ho detto, sono proprio quelli fondamentali per tutti noi.



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