REFIK ANADOL: LA

POETICA DEI DATI

di Federico Ledda

REFIK ANADOL: LA

POETICA DEI DATI

di Federico Ledda

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Tra i pionieri della digital art e dell’estetica dei dati, Refik Anadol ha ridefinito il modo in cui percepiamo lo spazio, la luce e le informazioni. Le sue opere trasformano muri, soffitti e interi edifici in organismi digitali vivi, dando forma a ciò che solitamente resta invisibile: flussi di dati, memorie e tracce digitali. Dal MoMA di New York alla Serpentine Gallery di Londra, da Palazzo Strozzi a Firenze fino alla superficie della Sphere di Las Vegas, Anadol ha saputo creare ambienti immersivi che fondono arte, tecnologia e architettura, trasformando lo spazio in esperienza sensoriale e collettiva. Per l’inaugurazione della DAG – Digital Art Gallery di Gorizia, Anadol ha concepito Data Tunnel, un’installazione site-specific che trasforma i 100 metri di LED della rinnovata Galleria Bombi in un flusso visivo continuo. Basata sul Large Nature Model, un’intelligenza artificiale addestrata su milioni di immagini ambientali e dataset di musei e archivi scientifici, l’opera traduce dati in pigmento, luce e materia visiva, generando forme organiche e in continuo mutamento. Data Tunnel non è solo un contenuto digitale, ma un organismo immersivo che mette in dialogo passato e futuro, natura e tecnologia, architettura e percezione.

Su quali dati è basata l’esposizione Data Tunnel?

Data Tunnel utilizza il più grande dataset naturale al mondo, chiamato Large Nature Model. I dati sono raccolti ed eticamente curati, utilizzando energie sostenibili. Milioni di immagini della natura vengono trasformate in un’esperienza immersiva tridimensionale all’interno del tunnel. Lo chiamo una “scultura di dati”: l’AI diventa un pennello pensante che dipinge con i dati, creando un collegamento tra le persone, la natura e la cultura.

Che ruolo può avere un’installazione immersiva come la Digital Art Gallery nella ridefinizione dell’identità culturale di una città?

SL’arte sta cambiando grazie alla tecnologia. Le installazioni immersive riuniscono le persone, stimolano il dialogo e ci fanno riflettere sull’uso etico e sostenibile dell’AI. Creano un ponte tra storia e innovazione, rafforzando il legame tra la città e i luoghi simbolici.

Esiste ancora un confine tra informazione e immaginazione nell’arte digitale?

’arte digitale dissolve questo confine. I dati non sono solo numeri: rappresentano memoria, identità ed emozioni. Gli artisti li interpretano trasformandoli in esperienze immersive che ampliano la percezione e la fantasia, come i grandi artisti del passato esploravano ciò che non si vedeva con l’occhio.

Qual è il ruolo dell’artista come interprete dei dati?

QL’artista è uno specchio della società: riflette emozioni, speranze e sfide. I dati invisibili diventano medium poetici e sensoriali, con l’obiettivo di evocare emozioni e connettere tecnologia e umanità.

 

 

In che modo il Rinascimento influenza il tuo lavoro in Italia oggi?

Il Rinascimento è fondamentale per comprendere l’umanità, l’artigianato e la riflessione intellettuale. Ogni progetto in Italia cerca un equilibrio tra rispetto per il passato e innovazione, creando dialogo tra opere classiche e AI per stimolare emozioni e nuove prospettive.

Qual è la cosa più umana che hai imparato lavorando con le macchine?

Il futuro è umano, non dell’AI. L’ispirazione nasce dalla collaborazione tra uomo e macchina. L’arte richiede sforzo, creatività ed emozione; l’AI ci aiuta a esplorare nuovi linguaggi, ma sono gli esseri umani a dare significato all’arte. Io chiamo questo “trovare l’umano nel non-umano”.

Come bilanci tecnologia e creatività nelle tue opere?

Ogni progetto è frutto di lavoro intenso: pulizia dei dati, curatela, test degli algoritmi. Non ci sono scorciatoie o pulsanti magici. La tecnologia è uno strumento che amplifica la creatività umana, ma non la sostituisce.

Che ruolo ha la musica e il suono nelle tue installazioni?

Il suono è fondamentale per creare un’esperienza completa. Nei miei lavori, le soundscape evocano emozioni, collegano la natura e la cultura, e amplificano la percezione immersiva dello spazio.

Come influenzano i giovani e chi non ha mai lavorato con l’AI le tue opere?

Voglio che le installazioni siano una finestra aperta sull’AI, un’introduzione positiva che stimola curiosità e creatività. Gli studenti e i nuovi artisti possono esplorare nuove possibilità senza timore, trovando ispirazione e strumenti per il futuro.

 

 


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