ROSE VILLAIN IS

READY TO KILL

di Carlo Di Piazza @Magnify_it

ROSE VILLAIN IS

READY TO KILL

di Carlo Di Piazza @Magnify_it

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Nonostante la terribile notizia riguardante i concerti, non ci siamo fatti demoralizzare e anzi, abbiamo scambiato due chiacchiere con un’artista che sta preparando il terreno per conquistare la scena, usando al meglio questo periodo di stallo. Stiamo parlando di Rose Villain, l’arma segreta della Machete. La cantante milanese, che vive a New York, nel giro dell’ultimo mese rilascia due singoli, Bundy e Il Diavolo Piange, e il freestyle Tarantino in Italiano, mostrando un cambio di rotta deciso e covincente, annunciando a chi non avesse ancora capito, che sta arrivando il suo momento.

Cosa stai ascoltando in questo periodo?

Questa quarantena mi ha reso nostalgica. Sto riascoltando tutte le band rock punkettine dei miei rebel teen years come i My Chemical Romance e i Panic! At The Disco. Ero ossessionata e credo di esserlo ancora.

Il Diavolo Piange è il tuo secondo pezzo in italiano dopo Bundy. Come cambia Rose Villain dall’inglese all’italiano? Pensi di poter esprimerti in maniera diversa?

No, sono sempre io. Il linguaggio è forse un po’ più dettagliato e in faccia. In inglese puoi trovare concetti cool ed esprimerli in maniera diretta e semplice, è raro che suoni cheesy parlare di sole, cuore e amore. Suona bene tutto. In Italiano mi sento un po’ più vulnerabile perché la mia famiglia e i miei amici capiscono tutto quello che dico, forse questa cosa mi ha dato un tono più dark.

3) Guardando il tuo percorso, si può notare un cambio stilistico che però forse è sempre stato parte del tuo modo di fare musica, considerando il tuo legame con Machete e SIXPM. Partendo da un pop alla Billie Eilish, con tracce come Get The Fuck Out Of My Pool e Kitty Kitty, ora sembrerebbe che tu stia virando con maggior decisione verso il rap, come mai?

Non sei il primo che parlando della mia musica mi nomina Billie Eilish, ma a parte l’immaginario un po’ paranormal che ci accomuna, non mi sento cosi vicina a lei come sound. Ho sempre esplorato e giocato con i generi ma tenendo ben tesa una gamba nell’hip hop. Amo il rap e so rappare. Mi piace che in Italia una donna bianca possa farlo senza dover avvicinarsi ad alcuni stereotipi che vanno forte in USA. Quindi ho infittito le metriche, sfidato le leggi delle 808 e se mi andrà di farmi le treccine e usare il grill, non mi farò alcun problema.

Cos’ha Rose Villain che gli altri nella scena non hanno?

Non vado tanto a sbirciare nel giardinetto degli altri quindi non so bene chi o come sia la mia ‘’competizione’’. Ti posso dire quello che caratterizza me e considero un punto di forza: ho una grande conoscenza della musica. La studio, la ricerco, ascolto da Mozart allo ska, dai Led Zeppelin al bossanova, dai Run DMC a Battisti, dalla Techno underground di Tokyo a Elvis. E quando scrivo e la faccio io, lo faccio con rispetto per la qualità del suono e un amore folle per ogni dettaglio.

Bundy si presta benissimo come intro per un album… è nei tuoi piani? Se sì, quanto in là nel tempo?

Sì, Bundy l’abbiamo proprio intesa come un’introduzione al mondo Villain in italiano. Cattivella e sfrontata. Abbiamo già molti altri pezzi pronti che amo tantissimo, appena sarà il momento giusto, li metteremo fuori in un progetto più ampio. Aspetto la scintilla.

Con chi vorresti fare un featuring in Italia? E in America?

In Italia mi piacerebbe lavorare con artisti con la quale sono cresciuta come Guè e Marra. Poi sicuramente ancora con Salmo che stimo tantissimo come artista. Della new wave mi piace molto Tha Sup. Fuori dal rap sarebbe un sogno collaborare con alcuni big della storia italiana come Elisa, Loredana Bertè e Battiato. In USA i dream feat sono Tom Delonge dei Blink, Bon Iver, Kanye.

Bundy è la seconda traccia in cui vediamo un altro producer affiancare SIXPM, dopo Kanye Loves Kanye dove avete collaborato con gli MDNT. Quali sono i pro e i contro di coinvolgere qualcuno di esterno al vostro duo ormai collaudato?

I pro sono che il nostro sound viene reinterpretato, è una cosa magica quando l’arte si incontra. Ci piace, lo facciamo con gioia. I contro sono che i gusti a volte non matchano e il sound sul quale lavoriamo minuziosamente da anni venga stravolto. Non lo riconosciamo più. In passato è capitato di non esserci capiti con un altro producer e il risultato è stato una grande frustrazione. Non è stato il caso con Young Miles, né con MDNT.

Ci diresti 5 artisti in senso lato (registi, attori, pittori, stilisti, musicisti etc.) che ti hanno influenzato maggiormente nella tua carriera?

Sono contenta di questa domanda, penso che tanti artisti siano una grande influenza sulla mia musica. Di registi ne ho almeno 5 ma scelgo Tarantino. Estetica e violenza, ironia e storytelling. Attore scelgo Al Pacino. Fenomeno con il quale ho avuto l’onore di passare una serata a chiacchierare sul divano. Pittori scelgo Monet. C’è una delicatezza e una calma nei suoi quadri che fa parte di me. Ho una vena scura ma anche un lato estremamente dolce, ci vogliono le Ninfee per spiegarlo. Stilista Alexander McQueen, ho sempre sentito una forte connessione con lui. Nei suoi abiti c’era estro, romanticismo e morte. Un po’ come nella mia musica. Musicisti scelgo i Nirvana. Ogni emozione di Kurt è stata con successo trasmessa attraverso la sua musica: la rabbia, l’apatia, la passione. Mi ha fatto sentire meno sola.

Il tuo immaginario così distintivo sembra richiamare naturalmente un’espressione anche visiva e non solo musicale, che vada oltre i videoclip. Ci hai pensato?

Ho una grande passione per il cinema e sono cresciuta guardando videoclip musicali su MTV. Non riesco a sentire musica senza vedere delle immagini e non riesco a fare musica senza vedere un film nella mia testa. I visuals comunicano a 360 gradi il mio mondo.

Ultima domanda. Tra Ted Bundy, Tarantino e Rose Villain: who you bang, who you marry, and who you kill.

I bang Rose Villain, un po’ di self-love non fa mai male. I kill Ted Bundy, misogino e sociopatico. I marry Tarantino.



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