SETTE DOMANDE

PER SANTACHIARA

di Federico Ledda

SETTE DOMANDE

PER SANTACHIARA

di Federico Ledda

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Sette pezzi per farvi innamorare della sua musica ed entrare nel viaggio che sicuramente rappresenta solamente l’inizio del cammino di questo nuovo talento che saprete apprezzare. SANTACHIARA muove i sui primi passi nel busking in quanto i genitori sono artisti di strada e infatti, è grazie a loro se l’artista si è avvicinanto alla musica nel modo più spontaneo e naturale possibile. Si ispira al cantautorato, come molti in questi anni, ma lo fa in un modo molto personale e sicuramente inedito, che permette alla sua musica di non avere un’etichetta, ma di essere fluida e camaleontica proprio come lui. L’artista ha da poco rilasciato “Sette Pezzi” il suo primo EP che si è composto rilasciando un brano a settimana. Tutti imperdibili. Ecco per The Eyes SANTACHIARA.

Chi è SANTACHIARA?

Qualcuno che ha bisogno di sfogarsi con la musica, che non parla a caso ma che non sta mai zitto. Qualcosa di agrodolce, che ti lascia delicatamente un sapore forte in bocca.

Come definiresti il tuo stile e il tuo progetto?

Non lo vorrei definire in nessun modo, in realtà mi chiamo come una via e il mio progetto è un po’ così: tante volontà diverse, tante storie che soffrivano di solitudine, insieme sembrano funzionare ed hanno un modo di essere belle che va oltre il cervello e arriva dritto alla pancia.

Perché la scelta di sette pezzi?

Avevamo 7 pezzi che rappresentavano un percorso ciclico, un viaggio andata e ritorno.
Dovevamo dare il tempo di metabolizzare le tappe ed apprezzarle singolarmente a chi lo ascoltava, quindi abbiamo deciso di farne uscire 7 (numero ricorrente nella cultura occidentale) e di farli uscire uno per volta.

Ascoltando lasciami andare è chiaro il campionamento del pezzo delle Davis Sisters “Lord Don’t Leave Me”. Come è nata la cosa? Ti sei ispirato al pezzo originale o hai campionato “In This World” di Moby?

Abbiamo campionato Moby ed usare quel sample è stato un bel rischio e anche una figata assurda.

Ti aspettavi questo riscontro per il tuo primo progetto?

Sono sorpreso positivamente, ma si può fare sempre meglio.

Cosa ci sarà dopo “Sette Pezzi”?

L’ottavo, poi il nono… e così via finché posso.

Questa è la settima domanda. Cosa vorresti ti chiedessi? Poniti la domanda e dammi la risposta!

La domanda che mi porrei è: “il primo concerto a cui sei andato di chi era?”
E risponderei “Caparezza, che ha fatto un live mostruoso, praticamente un film, ed è anche uno dei primi italiani di cui ho imparato i testi”.