A GENOVA PER FABRIZIO

di Federico Ledda

A GENOVA

PER FABRIZIO

di Federico Ledda

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A vent’anni dalla morte di Fabrizio De André, siamo andati a scoprire Genova attraverso gli occhi di chi quella città e De André lo conoscono veramente. Avere avuto questa occasione, ha significato avvicinarsi all’immenso immaginario che Fabrizio ha perfettamente dipinto, come il migliore pittore, attraverso il suo lavoro.

Estremo visionario e puro avanguardista, entrando nel suo mondo la domanda “cosa avrebbe fatto De André oggi”. Questo quesito è stato presente per tutta la durata della mia esperienza genovese ed è diventato preponderante quando ci ha raggiunto il cantautore Colapesce, grande appassionato dell’artista, che ci ha regalato la sua personale versione del pezzo “Canzone dell’Amore Perduto” in un’intima locanda dove magari, nel ‘91, avresti potuto incontrare Fabrizio stesso. La sua interpretazione – lui che da subito ha messo le mani avanti dicendo che mai avrebbe pensato di fare una cover di un’artista intoccabile come De André – è stata soffice e avvolgente… è come se un futurista Fabrizio De André viva attraverso l’interpretazione dell’artista siciliano. Il pezzo è disponibile su tutte le piattaforme di streaming. Vi invito ad ascoltarlo senza pregiudizi, lasciate che il pezzo vi coinvolga in tutto il suo splendore.

La cosa migliore che ho imparato su De André durante queste brevi ore nella città ligure è stata che Fabrizio non è morto e non morirà mai. Frase fatta, sì, ma allo stesso tempo estremamente veritiera. Vedere che continua a essere fonte di ispirazione per continue generazioni fa capire la sua immensità.