BLACK ANGELS

AND DARK SOULS

di Federico Ledda

BLACK ANGELS

AND DARK SOULS

di Federico Ledda



“L’ispirazione è semplicemente stata la vita.”

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Non conoscevo i Black Angels molto bene, anzi, non li conoscevo proprio. Fino a quando, un paio di mesi fa, spulciando per bene il mio Spotify ho scoperto il loro singolo Currency. È stato amore a prima vista.

La band di Austin, Texas mi ha colpito per il loro stile realmente psichedelico, non wannabe come funziona oggi. Sembra quasi di ascoltare le produzioni di una band di metà degli anni 70, quelle che sei convinto abbiano suonato a Woodstock. Non a caso, infatti, la band ha come riferimento iconiche band come Doors o Velvet Undeground, da dove appunto, prende spunto il nome della band.

Reduci da due date-trionfo in Italia, abbiamo incontrato Christian Bland e i Black Angels per chiacchierare del loro nuovo disco “Death Song” e di quanto la morte influisca nei loro lavori.

Come descrivereste il vostro ultimo album? Quale è stata l’ispirazione?

E’ un istruzione manuale alla vita e alle sue insidie. L’ispirazione è semplicemente stata la vita.

Quali sono le differenze dal vostro precedente lavoro Indigo Meadown?

Death Song ha avuto un processo creativo più lungo. Le canzoni sono maturate e sbocciate con il tempo. Indigo Meadown è stato un album più impulsivo.

Currency, il vostro nuovo singolo, ha un sound quasi infausto. Riflette il modo in cui vi sentite adesso?

Assolutamente.

Siete in tour. Com’è essere tornati on the road?

Indescrivibile. Amiamo suonare dal vivo.

Quale canzone di Death Song è la vostra preferita? Perché?

Cambia in base al nostro umore. Adesso è Grab As Much (As You Can). Il groove che ha il basso di Alex in quel pezzo è da brividi.