LA FACTORY DI

GIULIA EIGHTLINES

di Federico Ledda

LA FACTORY DI

GIULIA EIGHTLINES

di Federico Ledda

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In primis uno studio di tatuaggi ma in realtà una vera e propria factory creativa: ecco in poche parole la descrizione di Eightlines, uno dei più importanti studi a livello europeo.
Una volta conosciuta Giulia Marotta, fondatrice e volto principale di questa stimolante realtà, definire Eightlines un semplice tattoo studio significherebbe sottostimarlo. Nonostante sia uno dei più riconosciuti degli ultimi anni (prenotare un appuntamento è difficilissimo) notato anche dallo studio Newyorkese Bang Bang, Giulia e il suo team hanno deciso di non smettere di creare iniziando a sviluppare una vera e propria collezione ready-to-wear.
La collezione, arrivata con molto clamore e ormai al secondo drop, presta particolare attenzione ai tessuti e ai trend del momento reinterpretandoli però nella chiave che ha reso famoso lo studio. Cresce così la realtà di Eightlines e la domanda sorge spontanea: quale sarà la prossima mossa?

Cos’è Eightlines?



Difficile rispondere riassumendo in poche righe ma ci provo. Per me è il perfetto equilibrio tra creatività e novità. È qualcosa che è sempre esistito ma che nessuno ha mai avuto il coraggio di fare.
È un progetto che raccoglie sotto le sue ali diverse forme artistiche, dal tatuaggio alla moda, dalla musica all’intrattenimento.
Eightlines è un vero e proprio modo di essere che, nel tempo, si è trasformato in una community fedele e numerosa.


Non solo un tattoo-studio. Come è diventato altro?


Eightlines nasce nel 2016, dalla voglia di creare uno spazio accogliente in cui diversi artisti potessero trovare numerosi stimoli creativi e lavorare in sinergia.
Il tatuaggio, cuore pulsante dello studio, inizia a prendere piede e ad entrare nella mente – e nella pelle – delle persone che ci seguono e che credono nel nostro progetto fino a permetterci di distinguerci per le numerose iniziative che scegliamo di portare avanti e che si discostano dal classico studio di tatuaggi.
Tutto questo diventa possibile grazie alla mia voglia costante di tramutare idee in realtà, trascinando diverse menti creative – alcune delle quali tuttora fanno parte del team – ad avviare progetti sempre più innovativi con il solo obiettivo di stupire chi ci segue.


Come è nata l’idea di sviluppare una collezione?


Il brand Eightlines è nato in modo molto lento, posso dire che è stato quasi un processo evolutivo.
Inizialmente ci limitavamo a creare esclusivamente il merchandise dello studio: t-shirts e felpe con i nostri disegni stampati in serigrafia. Piacevano molto, ma sapevamo che con il nostro gusto e le nostre capacità avremmo potuto fare di più.
Abbiamo capito che qualcosa stava cambiando a maggio del 2020, quando in piena pandemia io e Simone (compagno di vita e co-founder del brand) abbiamo fatto uscire la prima “vera” collezione: il risultato di un processo artistico condiviso con giovani talenti che ci hanno aiutati a concretizzare le nostre idee.
Volevamo discostarci dal classico merchandise per diventare un brand streetwear a tutti gli effetti.


Come ha reagito la gente?


Stupore. Tanto stupore.
Il riscontro è stato immediatamente positivo, il che non è affatto scontato.
Capivamo che l’unico modo per far capire il nostro punto di vista sarebbe stato quello di coinvolgere il più possibile il pubblico cercando di renderlo parte del progetto.
Ovviamente c’è stato anche chi non ha capito il motivo di questa evoluzione, ma ci sta. Sarebbe stato strano il contrario!


Qual è il focus su questa nuova collezione?


Con la nuova collezione “NO SEASON PT.2” abbiamo voluto creare qualcosa di veramente unico. L’obiettivo è stato quello di stravolgere ancora una volta il concept del brand partendo dal presupposto di ideare una collezione di qualità.
Siamo partiti dalle nostre forme, da quello che piace a noi ma soprattutto da alcuni aspetti per noi fondamentali come il made in Italy, il pezzo unico, l’artigianalità dei capi.
Abbiamo voluto creare dei prodotti che piacciono in primis a noi. Un mix tra fashion e arte.
Ogni capo, oltre ad essere unisex e quindi adatto ad ogni tipo di persona e fisicità, è infatti il frutto di una ricerca grafica, di un processo sartoriale che ci siamo ritrovati ad affrontare per la prima volta.


In che modo pensi Eightlines sia diverso dagli altri studi?


Credo che la risposta sia proprio perché non c’è mai stata la volontà di seguire gli altri studi.
Ho sempre trovato il contesto del mondo del tatuaggio in Italia molto noioso e troppo uguale.
Mi sono sentita sempre molto distante dal classico studio di tatuaggi e ho voluto fin da subito percepire Eightlines come una realtà completamente nuova e mai vista.

Descrivi la collezione in una parola e perché?

Amonia. La collezione di Eightlines è un mix tra diversi elementi che si bilanciano a tal punto di creare armonia.
Non solo tra forme e colori ma armonia tra noi e il brand. 
È la prima collezione che sentiamo così particolarmente nostra.


In che modo di svilupperà la tua realtà nel corso dei prossimi anni?


Ci sono tante iniziative in via di sviluppo.
Da quest’anno ho voluto, insieme al mio team, inglobare alla parte del tatuaggio uno scambio artistico ancora più concreto invitando artisti provenienti da diverse parti del mondo a collaborare con noi come Guest Artists.
Anche io inizierò a fare lo stesso, credo che sia giusto far conoscere quello che so fare anche altrove.
Abbiamo inoltre in programma di espandere il nostro spazio per dare la giusta visibilità ai tre elementi fondamentali di Eightlines: tatuaggio, brand di abbigliamento ed eventi artistici.
Dovrebbe essere ancora un segreto, ma altri punti vendita in giro per il mondo… Sarebbero davvero super!

Qual è il tuo sogno nel cassetto?


Non posso dirlo, se no non si avvera!




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