LA GOCCIA: IL NUOVO

PROGETTO DI FLUIDOSTUDIO

di The Eyes

LA GOCCIA: IL NUOVO

PROGETTO DI FLUIDOSTUDIO

di The Eyes

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La Goccia, il nuovo progetto di Fluidostudio, è una compilation musicale che raccoglie dodici brani in altrettanti mesi, sempre di martedì. Ogni traccia è una goccia che scava nel sottosuolo culturale italiano per riportare in superficie storie e suoni che definiscono la musica contemporanea del paese.
I progetti selezionati sono droplets musicali che emergono da un terreno in tumulto, ciascuno con il proprio sound, la propria visione, la propria voce.

Com’è nata l’idea della compilation?

FLUIDOSTUDIO è, di per sé, una compilation in continua evoluzione. È questo lo spirito che ci guida: essere una cornice viva per quei suoni e quelle visioni che nascono ai “margini”, luoghi dove si sviluppano culture a cui troppo spesso viene impedito di partecipare al ben più attenzionato “centro”. In questi anni, ci è capitato – a malincuore – di dire dei no. Non per mancanza di affinità, ma per una questione di risorse. Il nostro approccio è immersivo: ci cuciamo addosso ogni progetto, e questo richiede tempo, energia, dedizione. “La goccia” nasce proprio da questo desiderio rimasto sospeso: costruire finalmente un percorso condiviso con artistə che stimiamo e con cui vogliamo creare una relazione artistica solida e duratura.

Perché raccontare la compilation goccia dopo goccia?

Viviamo in un tempo in cui la forma del “prodotto musicale” va ripensata. Il nostro obiettivo è quello di riflettere la luce di ogni singolo artista con cui entriamo in relazione. Nel formato “compilation” come siamo abituati a pensarlo – una raccolta di singoli pubblicati in contemporanea nello stesso prodotto – non saremmo riusciti a raggiungere il nostro obiettivo principale. Per questo abbiamo scelto una pubblicazione mensile, il martedì – in controtendenza rispetto al tradizionale “venerdì di uscita” – per raccontare ogni brano come una goccia che cade, si fa spazio, lascia traccia. Un gesto lento e deliberato che costruisce relazione e valore, sia per chi ascolta che per chi crea. E da lì, mese dopo mese, la compilation cresce e si completa, anche sulle piattaforme digitali.

Come scegliete gli artisti da coinvolgere? Vi lasciate guidare dal suono, dalle storie, o da qualcosa che vibra sotto la superficie?

Per noi lo scouting è quasi un atto magico. Si tratta di percepire un’energia, una vibrazione. Conoscere unəartistə oggi richiede uno sguardo olistico: la musica, certo, ma anche il percorso, la presenza, LA VOLONTÀ. Io, (ilromantico ndr), cerco sempre la sorgente di questa volontà. La si intuisce nei gesti, nelle parole, negli sguardi. È lì che si accende il nostro interesse. Ma tutto questo non basta se non è sostenuto da musica solida: quella resta la base imprescindibile di qualsiasi visione artistica.

Ogni release è una goccia che scava nel sottosuolo culturale italiano. Cosa volete riportare in superficie?

Diversità, diversità e ancora diversità. Vogliamo mostrare quanto sia essenziale per la crescita di un paese riconoscere e accogliere ciò che è altro. Oggi più che mai viviamo sotto un’ideologia dominante che ha riscritto anche l’immaginario artistico. E intanto, gli artistə vivono in condizioni sempre più difficili: mentale, economica, esistenziale. Ma il segnale più allarmante è la perdita della possibilità di sognare. Mancano modelli, viviamo di icone propedeutiche alla propaganda della sola ideologia vigente, senza riconoscimento, si spegne anche l’immaginazione. E invece no: l’arte è ancora uno dei pochi spazi in cui si può resistere e proporre visioni nuove. È da lì che deve nascere il benessere.

 

Che significato ha oggi pubblicare una compilation, nell’epoca dominata da singoli e playlist?

Significa ridefinirne la forma e il senso. Per questo abbiamo pensato a una pubblicazione “a cascata”, dove ogni mese una nuova uscita va a riempire il contenitore della compilation, fino a farlo traboccare. È un gesto di accumulo poetico, non solo di strategia.

Come dialoga “la goccia” con la scena indipendente italiana? Vi sentite parte di un movimento o state tracciando un nuovo sentiero?

Il movimento dei “margini” esiste da sempre. Oggi, più che mai, essere ai margini è un atto di resistenza. Con “la goccia” vogliamo ricordarlo: resistere è possibile, e farlo insieme lo è ancora di più.