MECNA – E’ TORNATO IL

RE DELL’INVERNO

di Federico Ledda

MECNA – E’ TORNATO IL

RE DELL’INVERNO

di Federico Ledda

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E’ tornato il freddo e anche Mecna. Il 15 ottobre è uscito Mentre Nessuno Guarda, un album sincero e privato dove l’artista si è divertito a sperimentare non solo con la musica, ma anche con la sua immagine affidando l’artwork di copertina allo street artist inglese Richard Wilson.
Il progetto si presenta come la naturale crescita del rapper, che disco dopo disco sta riuscendo a definirsi con un suono chiaro e riconoscibile.
Interessanti due pezzi in particolare, uno per la collaborazione: Alibi, dove sentiamo un’inedita Madame rappare e regalare al brano della magia in più. Scusa è invece l’altra nostra scelta, il brano della redenzione per Mecna, dove chiede scusa, o meglio ringrazia, tutte le persone più importanti della sua vita. Siamo stati all’università Statale di Milano, dove tra mascherine e gel per le mani, ci siamo seduti (a distanza) a capire che cosa succede Mentre Nessuno Guarda…

Corrado, spiegami cosa fai Mentre Nessuno Guarda?

(ride, ndr.) Sto bene in realtà. Sto bene da solo. Ovviamente nel disco volevo esprimere un messaggio. E’ il concetto di non essere per forza invincibile ma dimostrare i miei fallimenti e debolezze. Ci sono momenti belli e momenti brutti, perché quindi non farli vedere tutti?

Guardando il tuo percorso è evidente una crescita costante. Cosa credi di avere portato al Mecna di prima?

Sicuramente c’è una ricerca maggiore a livello di sonorità. A questo ho sempre tenuto tanto perché al di là di come uno scrive, la propria identità sonora è fondamentale per un’artista, ti rende diverso dagli altri. Questo disco, come dici tu, è un’evoluzione rispetto i precedenti, ti parlo sia di Neverland che di Blue Karaoke, perché comunque, con Neverland ho scoperto un approccio diverso che ho cercato di utilizzare poi durante la lavorazione di questo progetto. E’ una cosa che mi è piaciuta particolarmente e non vedo l’ora di portarla a un livello successivo.

Una cosa che ho notato ripercorrendo il tuo percorso, è come è cambiato il modo che hai di parlare delle donne della tua vita nei tuoi pezzi. E’ un cambiamento che ho notato solo io oppure c’è stato veramente?

Sì e no, nel senso che sicuramente ne parlo spesso e ne ho parlato tanto. C’è anche la voglia di trovare delle prospettive diverse. E’ innegabile poi che uno cresce, diventa adulto e quindi cambiano le esperienze e anche il modo di raccontarle.

Senti ma il messaggio audio che c’è alla fine di Coltello Nel Burro come è nato? E’ Fabri Fibra che te l’ha mandato? E’ un messaggio vero?

Assolutamente! E’ un audio che Fibra mi ha mandato dal nulla un giorno che ci stavamo sentendo. Io e lui condividiamo un sacco di cose, tra cui l’amore per le giornate grigie. Ho deciso di inserirlo in quella traccia perché è un messaggio che mi ha sempre fatto molto ridere e che sembra mandato da me. Lo trovo perfetto per enfatizzare il messaggio del brano.

Fibra come ha reagito?

Lui super come sempre! Gliel’ho chiesto, mi fa: “vai, vai!”, poi gli ho mandato il pezzo e gli è piaciuto.

Parlando della grafica, come hai conosciuto Richard Wilson?

Parlando della grafica, come hai conosciuto Richard Wilson?
In realtà io e lui ci conosciamo da sempre, siamo amici di famiglia! Lui da una decina di anni si è scoperto artista, prima faceva tutt’altro. Ha iniziato ad andare in giro per le città a fare questi murales giganteschi sempre legati alla musica, ma con un approccio molto personale. Ci siamo sempre detti di dover fare qualcosa insieme e per questo album avevo l’idea di rappresentare la tristezza in una maniera molto iconografica e drammatica, motivo per cui la pittura a olio ha calzato perfettamente.

Sai, ieri pensavo che tra tutti i tuoi pezzi Scusa è uno dei migliori. Chiedi molti “scusa”, a chi chiedi grazie?

In realtà se ci pensi tutti questi scusa sono dei grazie. Non ti chiederei scusa se non mi avessi dato qualcosa per affezionarmi a te. Infatti la traccia si potrebbe chiamare grazie, perché ogni periodo, cosa e persona che vado a toccare mi ha permesso di essere qua. Quindi chiedo grazie a tutti loro.

Come è stato scriverlo? Impegnativo?

A volte ho questo genere di pezzi nei miei album. Questo effettivamente è molto personale. Sono cose che non ho nemmeno detto ad alcune delle persone citate nel brano, quindi, da un lato è stato difficile come approccio. Una volta che però ho iniziato, è più facile perché le hai dentro. In più scrivere un pezzo rap mi viene più facile perché mi lascio guidare dalla direzione naturale che sta prendendo.

Tu come stai?

Bene. Davvero, bene. E’ un periodo felice, sono soddisfatto del disco, di quello che sta succedendo e sto già scrivendo altre cose, quindi bene.