SARAH TOSCANO: THE RISE

OF A POPSTAR

di Federico Ledda

production manager Valentina Pegorer

edit Simona Ladisa

hair by Davide Giannone

make up by Emanuela Caricato

pictures by Alessandro Levati

SARAH TOSCANO

di Federico Ledda

pictures by Alessandro Levati

Hair by Davide Giannone

make up by Emanuela Caricato

edit by Simona Ladisa

production manager Valentina Pegorer


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Sarah Toscano è la più giovane concorrente al Festival di Sanremo, dove presenterà il brano “Amarcord”. Dopo la vittoria ad Amici solo pochi mesi fa, la sua ascesa nel panorama musicale è stata fulminea e inarrestabile.
Con un talento straordinario e una visione artistica impeccabile, l’artista possiede tutte le qualità per lasciare il segno e imporsi come una popstar di rilevanza internazionale. Con la freschezza e l’entusiasmo della giovinezza, uniti però ad una maturità e determinazione, il suo percorso artistico testimonia una costante evoluzione. Il Festival di Sanremo rappresenta soltanto il primo, importante traguardo di una carriera destinata a raggiungere vette sempre più alte e chi non l’ha ancora capito, lo farà settimana prossima guardando Rai 1.

Cosa si prova ad andare a Sanremo?

Beh, sono emozionatissima, sono veramente terrorizzata anche in parte perché ho un po’ paura di quel palco, chiaramente, nonostante sia stata comunque preparata da Amici. È un palco importante, ha un’esposizione molto ampia…è il palco di Sanremo, non c’è tanto da dire. Penso che anche le persone che ci vanno ogni anno comunque abbiano paura, e poi figurati, sono anche abbastanza nuova nel mondo della musica, quindi andrò là a fianco di veri e propri colossi italiani. Sono tanto emozionata e anche molto gasata allo stesso tempo, cioè non vedo l’ora di salire su quel palco, vedere che cosa si prova, com’è viverlo: il mio è un po’ un mix di emozioni varie.

Hai già fatto le prove?

Sì, ho fatto la prima prova, ma non a Sanremo, solo a Roma, con l’orchestra ed è stato emozionantissimo, anche se era diverso perché non si sentiva fuori ma solo in cuffia. Negli in-ear è un po’ diverso il suono, però vedere il direttore d’orchestra, tutti gli orchestrali e io lì in mezzo, fa un certo effetto.

Come ti prepari prima di un’esibizione? Hai dei riti specifici?

In generale non ho tanti riti, se non il profumo: io prima di salire sul palco ho bisogno di sentire il mio profumo addosso, anche se le persone poi non lo sentono dalla televisione o dal pubblico, è proprio una fissa che ho. Devo sentirmi profumata, bellissima, splendente, e la fragranza è parte integrante.

Che profumo è?

Libre di Yves Saint Laurent.

Immagino che sei cresciuta guardando il Festival. Ti sei resa conto di cosa sta succedendo?

Sono una che prima di metabolizzare qualcosa ci mette tempo. Mancando poco, sto iniziando a metabolizzare tutto, ma fino a che non sono lì, fino a che non arrivo a Sanremo e vedo che sono effettivamente nella scaletta, secondo me non lo concretizzo. Devo vivere nel momento l’esperienza per capirlo davvero. Ci sono già stata più volte, so esattamente com’è, ma non avevo l’ansia di essere in gara, era completamente diverso.

Tolto la tua partecipazione, per chi tifi?

Aiuto, un sacco di persone! Sono mega fan di tutti quelli che sono in gara, quindi è difficile dire che tifo per qualcuno in particolare. Non ho mai tifato una persona sola perché era quella persona, sono sempre propensa a votare la canzone in quel momento che mi convince di più in quel momento piuttosto che l’artista. Per esempio, l’anno scorso, quando ho sentito La noia di Angelina Mango, che fosse Angelina o chiunque altro, ho pensato “questa è una canzone veramente bella”. Stessa cosa per Annalisa. Poi chiaramente ci sono preferenze nel genere musicale, ma preferisco rispondere a questa domanda dopo aver sentito tutte le canzoni.

Ok, allora ci risentiamo.

Esatto! (Ride, ndr.)

Parlami della tua canzone.

È un brano che mi piace tantissimo. Mi sfogo a cantarla, perché è proprio una liberazione, parla di nostalgia, di un ricordo che rivivo. Quando dicono “non pensarci che è meglio”, non è vero secondo me: ogni tanto bisogna pensarci, metabolizzarlo, rendersi padroni della propria vita. Sai, è un pezzo che mi dà ogni volta più consapevolezza di me stessa, di quello che è stato, di quello che è adesso e di quello che potrebbe essere in futuro. Ha un’atmosfera di mistero, un po’ retrò, e mi piace perché è un crescendo.

A livello vocale è difficile?

 

Molto, è difficilissima! Penso sia uno dei pezzi più tosti che abbia mai cantato. A livello di ritmo è molto sostenuta, quindi serve tanto fiato. Anche a livello di estensione non è facilissima e devo prepararmi molto bene perché tra ansia, stress e tutto il resto devo essere concentrata al massimo.

Cosa ti auguri per la tua carriera? Da qui a un anno, cosa vorresti che accadesse?

Non ho idee concrete, ti dico la verità, non penso troppo al futuro, preferisco vivere il presente. L’unica cosa che mi auguro è che tra vent’anni, tra quaranta, io viva le cose come le sto vivendo ora. Amo fare questo lavoro e lo amerò anche dopo, ma voglio continuare a farlo con il sorriso! Adesso torno a casa distrutta, spesso di sera tardi, ma sono felice di quello che sto facendo, e questo è quello che conta.

Un film e una canzone che tutti dovrebbero conoscere?

Film non posso che dirti “The Greatest Showman”. Ha un pathos unico ed è l’unico film che rivedo volentieri, nonostante lo sappia a memoria!

Parlando di musica?

Sono tante, così su due piedi penso a “Il mio canto libero” di Lucio Battisti o, “Iris” di Biagio Antonacci. Due classici senza tempo che non vanno nemmeno spiegati!


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