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Dopo una giornata che ha visto in calendario solamente il trionfo di Moncler e di Remo Ruffini, è finalmente partito il tour de force che è la settimana della moda. Ad aprire il nostro calendario, è stato Arthur Arbesser che ha celebrato la classe e il modernismo. Dai colori accesi, quasi color blocking, il direttore creativo di Fay ha reso omaggio alla sua Vienna, partendo dai tessuti degli abiti realizzati esclusivamente dalla storica manifattura tessile viennese Backhausen aperta nel 1903, arrivando fino al soundtrack, curato dalla radio M2O e che non poteva essere altro se non “Vienna” degli Ultravox.
Interessante anche la collaborazione tra Yankees e Gucci, che ha presentato nel mood di una sala operatoria la sua prossima stagione di womenswear e menswear. Come da tempo ci ha abituato Alessandro Michele, designer della maison fiorentina, la cura dei dettagli è ciò che rende Gucci un brand di tale rilevanza. Infatti, a a questa stagione ha contribuito un noto studio Hollywoodiano di sviluppo di effetti visivi e 3D portando la collezione su un altro livello. È opulente, è stravagante e rappresenta un universo a sé. That’s Gucci.
Moschino ha reso omaggio alla moda degli anni 60, specialmente a Jackie Kennedy facendone sfilare i cloni. È una collezione più blanda rispetto a quello che ci ha abituato Jeremy Scott, dai colori sgargianti ma dai tagli puliti e moderni. Sfila in passerella la nuova versione di Jackie della casa bianca, visione contaminata dalla cultura pop che è da sempre la firma del brand.
Ora è tempo del day two!