PIERFRANCESCO FAVINO –

THE FIFTIETH ISSUE

di Federico Ledda

Foto di Alessandro Levati

Pierfrancesco indossa Giorgio Armani

PIERFRANCESCO FAVINO

– THE FIFTIETH ISSUE

di Federico Ledda

Foto di Alessandro Levati

Pierfrancesco indossa Giorgio Armani

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Nell’ultimo mese è stato impossibile accendere la tv o aprire un giornale senza inciampare in Pierfrancesco Favino. Tutti dicono sia il suo momento, secondo noi invece no.
Favino ha guadagnato il rispetto e la stima di tutti posizionandosi come uno dei migliori attori italiani degli ultimi anni. Non è quindi un momento di popolarità che svanirà presto, ma frutto di sacrifici e duro lavoro che ruolo dopo ruolo lo hanno portato a diventare l’icona indiscussa che è oggi. L’Ultimo Bacio e Romanzo Criminale sono stati utili per formarsi e portarlo all’estero dove ha lavorato in produzioni come Le Cronache Di Narnia, Una Notte al Museo e al fianco di Brad Pitt in World War Z.
Eccoci ai giorni nostri, dove tutto questo è stato utile per scoprire l’immenso attore che conosciamo oggi. Ruoli impegnativi che oltre a metterlo in gioco hanno riportato in ballo storie importanti che è doveroso non dimenticare. Buscetta ne Il Traditore, un magistrale Craxi in Hammamet e adesso con Padrenostro, ruolo che lo ha di recente premiato con la prestigiosa Coppa Volpi di miglior attore a Venezia. Il film, tutt’ora in sala, parla del rapporto meraviglioso e straziante di un padre e un figlio. Più nel dettaglio dell’attentato subito ai danni del vicequestore Alfonso Noce visto però dagli occhi del suo bambino Claudio, nonché regista della pellicola.
Pierfrancesco conquista tutti e non si ferma mai, tutt’ora a lavoro su un altro set, siamo riusciti a intercettarlo e a farci dedicare qualche minuto nonostante il frenetico periodo. È stato difficile ma abbiamo insistito, non poteva che esserci lui sulla copertina del nostro cinquantesimo numero.

Quanto è importante secondo te fare uscire un film come Padrenostro in questo momento storico?

È un film che tratta temi universali. Parte da un episodio drammatico accaduto al padre di Claudio Noce e sviluppa temi che riguardano tutti noi e la nostra storia, così come il nostro futuro. Mi riferisco al rapporto tra padre e figlio principalmente, ma anche alla famiglia, all’infanzia, alla paura e all’amicizia.

Nel film interpreti il vicequestore Alfonso Noce, come ti sei accostato al personaggio?

Mi avvicino alle vicende drammatiche di chi le ha realmente vissute con grande attenzione e massimo rispetto. In questo caso é stata molto importante la presenza del regista, Claudio Noce, che ha voluto scrivere questo film per raccontare un episodio della sua vita estremamente significativo. Diciamo che mi ha guidato all’interno dei suoi ricordi e delle sue emozioni.

Una storia molto importante che va insegnata anche alle nuove generazioni. Nel film infatti ha avuto una parte anche tua figlia, come è stato recitare al suo fianco? È la sua prima esperienza?

Serviva una bimba della sua età e per il casting del progetto si erano attivati come normalmente fanno in questi casi. I produttori del film, anche cari amici che ho accompagnato in questa avventura, mi hanno chiesto se non potesse essere una buona ipotesi chiedere a Lea di far parte del lungometraggio. Ha accettato con entusiasmo, è stato davvero bello e particolare averla con me sul set e poi a Venezia, un bellissimo ricordo.

In un momento delicato come quello di una pandemia globale, uno degli ambienti che sicuramente ha e sta tuttora soffrendo di più è il cinema. Che cosa significa per te vedere le sale vuote? Che cosa si può fare in merito?

Fortunatamente le sale non sono completamente vuote e gli spettatori stanno tornando. Certo, i numeri sono ancora bassi ma il pubblico del cinema a poco a poco si sta riavvicinando. Occorre proseguire una politica di rassicurazione sulla frequentazione normata dei luoghi pubblici, inclusi i teatri ma anche le location per gli eventi live e percorrere la via della qualità della visione in sala.

Qual è stato l’ultimo film che hai visto?

In questo periodo sono sul set di un nuovo film che si gira in Toscana e, devi credermi, non ho avuto proprio tempo per andare al cinema, di fatto l’ultimo film che ho visto su grande schermo é Padrenostro a Venezia. Fortunatamente si tornerà a girare a Roma tra poco e non mancherò ai miei appuntamenti in sala, dove sono usciti altri film italiani che vale la pena vedere.

Mi consigli tre film che secondo te chiunque dovrebbe vedere?

Roma di Cuaron, Otto e Mezzo di Fellini, Interstellar di Nolan

Sappiamo e abbiamo anche visto a Sanremo che suoni il sax. Mi piacerebbe sapere quando hai iniziato e come mai proprio questo strumento?

Il sax é uno strumento che negli Anni ’80 e anche ’90 è sempre stato presente nella discografia italiana ed internazionale. Per non dire, ovviamente, del suo heritage Jazz e Blues. Ho pensato che mi sarebbe piaciuto suonarlo sin da giovane e infatti ne posseggo anche uno. Diciamo però che non sono proprio un maestro e infatti a Sanremo ho steccato, ci ho provato e, dopotutto, nessuno è venuto a farmi le pulci probabilmente apprezzando il coraggio e la faccia tosta!

Che ruolo ha la musica nella tua vita?

Importantissima, non ho una preferenza, diciamo che mi piace in modo universale.

Ultima domanda: le top tre canzoni nella tua playlist?

Felicità di Lucio Dalla
Creep dei Radiohead
Sule pe parla’ di Pino Daniele