L’ULTIMO RE DI ROMA – OG EASTBULL

di Federico Ledda

L’ULTIMO RE DI

ROMA – OG EASTBULL

di Federico Ledda



” Diciamo che magari dopo un periodo in cui siamo stati abituati a sentire rapper provenire principalmente dal nord, anche la capitale si è sbloccata e ha iniziato a farsi sentire. “

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Quando si è in presenza di OG Eastbull è sempre una festa. Che sia un concerto, un backstage o un’intervista sai che con lui succederà qualcosa di divertente. La cosa infatti traspira anche attraverso le sue canzoni e il titolo del suo primo album La Vita E’ Bella: scanzonato manifesto alla positività che difficilmente riesce a tenerti fermo. Nato in Germania e cresciuto in Romania, OG trova però casa a Due Ponti, quartiere di Roma che da metà della sua vita l’ha adottato e reso Re della capitale. L’abbiamo intervistato, non a Roma ma in uno studio di registrazione in Via Paolo Sarpi a Milano. Ecco cosa ci ha raccontato. Ah, e P.S. se a capodanno non sapete che musica sentire sparate a palla il suo disco, divertimento garantito!

Finalmente è arrivato il primo disco…

E’ arrivato La Vita è Bella a coronare un anno di fatiche, di crescita musicale e di cambi a livello umano. Molte le produzioni sopra, principalmente Il Mago Del Blocco (suo storico produttore, ndr.) e co produzioni con Boss Doms e altri.

Che cosa significa che la vita è bella per te?

E’ innanzi tutto un tributo a Benigni, che con quel film rappresenta la mia ottica di vita: quella del ‘’ridemo pe non piagne’’ in sostanza. E’ anche un punto d’arrivo nella mia vita attuale. Ho avuto un’infanzia piuttosto movimentata, ho persino dormito in baracca, arrivando quindi dal niente ho imparato a valorizzarlo. Nel disco io e il Mago Del Blocco cerchiamo di essere una voce di rappresentanza e di speranza per tutti i ragazzi del quartiere e di seconda generazione che vengono da una situazione simile alla mia. Come dico nell’intro: ‘’la vita è bella così, con i suoi alti e i suoi bassi’’ e bisogna celebrarla.

Hai vissuto in molti posti e hai diverse origini. Dove ti senti a casa?

Questa è facile dai. A Roma, a Due Ponti. Ne parlavo una volta mentre tornavo da un viaggio interminabile. Ci siamo ritrovati la sera a Ciampino, con il traffico romano e mentre eravamo in macchina ho sentito quella sensazione di essere finalmente a casa. Giriamo il mondo, tutta l’Europa e quel cazzo che ti pare, ma solo a Due Ponti mi sento a casa.

Cosa pensi dell’ondata romana che a livello musicale sta colonizzando il mercato italiano?

Io sono nato in Germania, cresciuto in Romania e poi a Roma. Sono più romano che rumeno, dato che tre quarti di vita li ho passati nella capitale. A me personalmente quindi fa piacere, sono contento che finalmente dopo anni ci sia un riflettore su Roma. Diciamo che magari dopo un periodo in cui siamo stati abituati a sentire rapper provenire principalmente dal nord, anche la capitale si è sbloccata e ha iniziato a farsi sentire. Grazie anche a noi della BPR Sqvad, Lauro, la Dark, i 126, Carl Brave…Si è un po’ ricreato l’ambiente romano fondato dalla vecchia scuola Ovviamente poi ognuno ci mette il quantitativo di ‘’romanità’’ che ritiene più opportuno.

Tu sei il re insieme ad Achille (Lauro, ndr.)

(Ride, ndr.) Io sono su quel livello Francesco Totti andante, diciamo. Francescone fonte di ispirazione, ovviamente. Per me lui è uno degli ultimi eroi rimasti, è un cazzo di role model per me.

Tornando a parlare del disco, le tracce che più mi hanno colpito sono Ronaldinho e Tango dove rendi omaggio a Corazon Espinado di Carlos Santana. Come è nata sta cosa?

Stavamo parlando da un po’ con Edo (Fendy, il featuring del brano, ndr.) e volevamo fare una cosa che richiamasse il vibe festaiolo del Ballo Del Blocco, che per me continua a essere uno dei pezzi più ‘’party’’ che ci sia. Essendo Edo molto orientato sul mondo spagnolo/latino, abbiamo cercato di produrre qualcosa che funzionasse per entrambi e in studio è poi nata la traccia e l’omaggio a Santana. Non mi ricordo il momento esatto perché sai, quando sono in studio vengo molto ispirato dal mio stato d’animo.

Chi è che ispira il tuo sound o comunque ti rende così riconoscibile?

Questa è una bella domanda mio caro, te lo devo dì. Sento tantissima musica ma ultimamente ho iniziato a sentire meno rap rispetto prima. Diciamo che (il sound, ndr.) è un vibe esotico che è partito con la fusione con Lauro. Lui ha portato la samba trap e noi abbiamo portato il nostro e da lì c’è stata proprio una riconnessione con il blocco. C’è molta influenza brasiliana, zingara, spagnola e poi si è evoluta in questa impronta… Se senti una nostra produzione la riconosci subito. La chiave credo che sia la semplicità, cioè fare musica che ti regala gioia e serenità.

Concludo chiedendoti se in Brasile alla fine ci sei mai stato…

Ma sai che no? Tanti addirittura mi chiedono se ci sono nato. La cosa del Principe di Favelas è nata quando io da Milano sono tornato a Due Ponti e mi sono detto ‘’cazzo stavo cercando un nuovo sound in giro pe il monno ma alla fine ce l’avevo in casa”. Se un giorno vieni in quartiere da me, ti rendi conto che è proprio così, non è una situazione pericolosa come magari lo può essere quella di RIO, ma ti rendi conto che il concetto è proprio lo stesso: una grigliata qui, una rissa lì e i ragazzini che giocano a palla nella piazzetta. Capito da dove viene sto sound?