Q&A: WHITEY BROWNIE


di Federico Ledda

Q&A: 


WHITEY BROWNIE

di Federico Ledda



” Il pubblico è per noi molto importante, i secondi che precedono un concerto e l’empatia che si crea con esso sono i motivi che ci hanno fatto scegliere questo lavoro. “

Nullam consectetur mauris in nisl porta mattis. Proin id malesuada metus, eu venenatis nunc. Sed a lectus sem. Vestibulum eu lacinia erat. Quisque ac porta ligula, et consectetur libero. Nullam auctor, arcu eu tincidunt tincidunt, metus nulla faucibus ligula, eget condimentum mauris nibh eget ante. Praesent tincidunt velit velit, vitae tincidunt enim congue id. Duis varius mollis ipsum, eget mattis elit consequat id. Vivamus congue faucibus condimentum. Maecenas arcu mauris, sollicitudin ut tortor nec, ultricies lacinia erat. Phasellus finibus lectus ut lectus euismod pellentesque. Morbi lorem nibh, pulvinar viverra diam sed, rhoncus accumsan urna. Aenean vestibulum lectus placerat nisi fermentum euismod.

Whitey Brownie è un giovane collettivo di Latina composto dalla cantante Micol Touadi, il tastierista Alessandro Pollio e il batterista Alessandro Trani. Il trio inizia a collaborare nel 2014, unito dal comune interesse verso l’esplorazione dell’universo sonoro della black music, indagato in tutte le sue sfumature: dal funk all’hip hop, con un forte richiamo all’RnB contemporaneo delle produzioni e al neo-soul, reso particolarmente evidente dalle linee melodiche accompagnate dai beats essenziali e sofisticati dell’arrangiamento. A dicembre dell’anno scorso è uscito il loro nuovo EP ‘’Another Pink’’, preceduto dal singolo ‘’Never’’. Abbiamo incontrato Micol e il resto del collettivo per farci raccontare che cosa significa il loro sound…

Come descrivereste il vostro sound?

Alessandro Pollio: Il nostro suono si rifà molto al luogo in cui scriviamo, un posto vicino al mare, distese di sabbia e tramonti, questo è il nostro mondo sonoro. Un mix di suoni morbidi su beat hip-hop, là dove il jazz sintetizza il tutto. Cerchiamo di descrivere sensazioni in musica, momenti, il nostro quotidiano. Teniamo molto a determinati concetti di originalità musicale, non ci sentiamo quindi di dire che suoniamo un genere in particolare, ci lasciamo influenzare e traiamo spunto da tutto ciò che ci piace, ma suoniamo Whitey Brownie. 
Un argomento, questo, molto caro anche alla nostra etichetta, che non ci ha mai forzato o condizionato ma, anzi, incentivato e consigliato sempre verso le scelte giuste. Un fantastico gioco di squadra che ha portato alla stampa di questo Ep in vinile, un formato certamente amato da tanti, ma che richiede una certa attenzione e professionalità per la realizzazione.

Di che cosa parla Another Pink?

Micol Touadi: Another Pink è la descrizione di attimi e sensazioni di vita quotidiana. Di come ci si può sentire in determinate situazioni. Per esempio “Clouds” parla di una storia d’amore che non è mai finita, della quale non si capisce esattamente la forma. Probabilmente è capitato a molti di noi di vivere una situazione da “cielo coperto”. Invece “Carillon” è una promessa non mantenuta, qualcosa di molto intimo e tagliente. “Never” l’inno alle buone vibrazioni, la richiesta di non interrompere lo stato di felicità di una persona… Quella magia che ci fa volare. Another Pink è questo, il nostro quotidiano, sensazioni e sentimento in musica, in fondo la nostra vita. Questo Ep ci rappresenta molto.

Come è nato il collettivo Whitney Brownie?

Alessandro Trani: Come penso in molti casi, per l’amore in comune verso la musica. Si parte da qualcosa e poi si va avanti. Di base i Whitey Brownie nascono dalla mia voglia di suonare jazz in modo non convenzionale. Dopo alcuni cambi, la formazione si è assestata nel 2017, con il trio composto da me alla batteria, Micol Touadi alla voce e Alessandro Pollio su synth e tastiere. In questa formula ci ritroviamo, comporre per noi è diventato un processo naturale e suonare insieme ci aiuta a crescere sempre di più. 
Sempre nel 2017 abbiamo iniziato a collaborare con Rest In Press, la nostra etichetta, con Pantu che è il nostro produttore ed il suo staff, questo ci ha permesso di raggiungere nuovi ascoltatori, ma non solo, anche di arrivare alla pubblicazione di questo nostro primo lavoro ufficiale. Un punto di partenza si, ma anche un risultato che ci gratifica molto.

Uno dei vostri punti forti sono i live. Che magia si crea durante un vostro concerto?

Alessandro Trani: Il palco è sempre stato il nostro territorio. Quando lavoriamo ad un brano lo immaginiamo direttamente durante la sua resa live e se non ci convince passiamo ad altro, oppure lo modifichiamo in virtù di questa prospettiva. Il pubblico è per noi molto importante, i secondi che precedono un concerto e l’empatia che si crea con esso sono i motivi che ci hanno fatto scegliere questo lavoro. La musica dei Whitey Brownie è pensata e studiata per regalare un’esperienza unica alle persone che ci seguono o che ci scoprono per la prima volta. Inizieremo con le date del nostro tour dal 16 marzo, vi invitiamo a verificare di persona venendoci a far visita durante uno dei nostri prossimi concerti.

Che musica ascoltate in questo momento?

Micol Touadi: in questo momento sto ascoltando molto Solange, Billie Black, Ari Lennox, Mahalia e Mahmood.
Alessandro Pollio: molto James Blake, sto riprendendo i suoi “vecchi” EP strumentali e le varie produzioni che ha fatto per altri artisti. Contemporaneamente ho ripreso anche l’ascolto di Ahmad Jamal, uno dei miei pianisti preferiti di sempre.
Alessandro Trani: principalmente ultime uscite. Una è italianissima ed è il progetto “I Hate My Village” di Adriano Viterbini e Fabio Rondanini, l’altro è il nuovo disco di Solange “When I Get Home”.



MORE ARTICLES