SICK LUKE:

SILVER BLING

di Federico Ledda

location Street Smash Burger, Milano

fashion Federico Ledda, Simona Ladisa

production manager Valentina Pegorer

MUA Emanuela Caricato

pictures by Daniel Escobar

SICK LUKE

di Federico Ledda

pictures by Daniel Escobar

MUA Emanuela Caricato

fashion Federico Ledda, Simona Ladisa

production manager Valentina Pegorer

location Street Smash Burger, Milano


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Con Dopamina, Sick Luke apre un nuovo capitolo della propria carriera, più consapevole e introspettiva. Il disco segna la maturità di un artista che ha imparato a rallentare, a osservare e a costruire con metodo ciò che un tempo nasceva solo dall’istinto. È un lavoro che unisce lucidità e desiderio, l’equilibrio tra il bisogno di controllo e la spinta vitale che lo attraversa. Lontano dalle urgenze di mercato e dalle dinamiche iperproduttive della scena urban, Dopamina è un racconto personale che fonde disciplina e impulso creativo. La dimensione più intima convive con l’attitudine sperimentale che ha sempre definito il suo linguaggio: beat stratificati, melodie sospese, atmosfere che oscillano tra la luce e il buio. Sick Luke torna al centro della propria narrazione, trasformando la dopamina (non come concetto chimico, ma come tensione emotiva) in una metafora del fare musica. Un viaggio che non cerca la corsa all’euforia, ma l’equilibrio raro tra piacere, concretezza e visione.

Che cosa significa Dopamina per te?

La dopamina per me è il piacere di fare musica ogni giorno. È quello che amo fare, e oggi è anche il mio lavoro: vivere di musica è sempre stato il mio sogno. È dopamina anche il pubblico che mi ascolta, che conosce le mie canzoni. E poi, ovviamente, svegliarmi la mattina con mio figlio: quella è la più grande scarica di dopamina che ci sia.

Stai facendo tantissime interviste in questo periodo. C’è una domanda che nessuno ti ha ancora fatto e che invece vorresti ti facessero?

Sì: “Cos’è la dopamina?” (ride, ndr.). Scherzo, me la fanno ogni giorno. Mi piacerebbe mi chiedessero come sto.

Come stai?

Sono un po’ stanco, ho ancora un po’ di jet lag da New York.

Cosa sei andato a fare nella grande mela?

Sono andato in missione… per cambiare un po’ aria. Mi ha fatto bene, mi ha fatto capire che era il momento di uscire e respirare qualcosa di diverso.

Cosa ti ha ispirato musicalmente durante la lavorazione dell’album?

L’ispirazione è nata dalla voglia di ricominciare a fare musica. Dopo il mio primo disco mi sono preso una pausa, anche perché sono diventato padre. Poi, quando ho ricominciato con brani come Mi piacciono le armi, tutto il lavoro con Tony (Effe, ndr.), Kid Yugi e altri, ho sentito che era il momento giusto per fare un nuovo album, avevo voglia di mostrare di nuovo alla gente quello che so fare.

Trovi diverso l’approccio che hai quando lavori per altri artisti rispetto a quando lavori ai tuoi progetti?

Sì, è diverso. Quando produco per un artista, è lui a decidere quasi tutto, io lo accompagno. Nei miei progetti invece mi prendo la libertà di indirizzare di più, di sperimentare come voglio.

E come hanno reagito gli artisti ospiti del tuo disco?

Tutti contenti, felici di sperimentare. Mi hanno dato molta fiducia e libertà creativa.

È un disco che si vive molto bene live, quasi come un film: dall’inizio alla fine si entra nel tuo mondo. Ti stai preparando per l’experience live di Dopamina?

Sì, sto portando con me tante tastiere, sintetizzatori, coristi. Ci saranno le hit, ma anche pezzi più personali. Sarà un live pieno, molto vario.

Sarà presente anche tuo figlio Teseo?

 

Non lo so ancora. Non mi piace troppo esporre il bambino davanti al pubblico. Magari ci sarà, ma di nascosto, senza che lo sappia nessuno… come special guest segreto.

 

Un film che hai visto di recente e che consiglieresti?

Weapons. È un film molto strano: racconta di un gruppo di ragazzi che scappa correndo come in Naruto, tutti verso lo stesso punto. Arrivano a casa di una donna che pratica magia nera e si ringiovanisce prendendo la vita dei ragazzi. È in giro da secoli, ma si finge la zia che li ospita. Strano ma affascinante, dovresti vederlo.

 

 

 

 

 

 

 


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