CAVIALE N25:
IL TRIPUDIO DEL GUSTO
di Federico Ledda
CAVNIALE N25:
IL TRIPUDIO DEL GUSTO
di Federico Ledda

Nullam consectetur mauris in nisl porta mattis. Proin id malesuada metus, eu venenatis nunc. Sed a lectus sem. Vestibulum eu lacinia erat. Quisque ac porta ligula, et consectetur libero. Nullam auctor, arcu eu tincidunt tincidunt, metus nulla faucibus ligula, eget condimentum mauris nibh eget ante. Praesent tincidunt velit velit, vitae tincidunt enim congue id. Duis varius mollis ipsum, eget mattis elit consequat id. Vivamus congue faucibus condimentum. Maecenas arcu mauris, sollicitudin ut tortor nec, ultricies lacinia erat. Phasellus finibus lectus ut lectus euismod pellentesque. Morbi lorem nibh, pulvinar viverra diam sed, rhoncus accumsan urna. Aenean vestibulum lectus placerat nisi fermentum euismod.
C’è un punto in cui il lusso smette di essere ostentazione e diventa cultura del gusto, precisione, identità. È il territorio di N25, la maison del caviale che ha ridefinito la percezione di questo ingrediente antico e inaccessibile, portandolo oltre l’élite per trasformarlo in esperienza. A guidare la visione è Hermes Gehnen, imprenditore che unisce due mondi – la raffinatezza tedesca e la sensibilità orientale – e che ha fatto del caviale non solo un simbolo, ma un linguaggio contemporaneo. Dal laboratorio di Monaco alle collaborazioni con i più grandi chef stellati, fino alle nuove frontiere del lifestyle di lusso, la sua missione è una: preservare la magia del caviale, rendendola viva nel presente.
Qual è il primo ricordo legato al caviale che ti ha fatto capire che avrebbe cambiato la tua vita?
Ce ne sono due. Il primo risale a quando avevo circa dodici anni: assaggiai il caviale spinto solo dalla curiosità, perché sembrava qualcosa di completamente diverso da qualsiasi cosa avessi mai provato. Dal primo boccone, fui rapito dal suo sapore unico e complesso. Il secondo momento arrivò anni dopo, in un ristorante stellato di Parigi. Scoprii che il caviale servito proveniva dalla Cina, e poiché io sono metà cinese e metà tedesco, questa coincidenza mi colpì profondamente. Da lì nacque il mio desiderio di conoscere a fondo il mondo dell’allevamento degli storioni in Cina.
Il cibo di lusso può risultare intimidatorio. Come riesci a rendere il caviale più accessibile senza snaturarlo?
È vero: nomi come Oscietra, Kaluga, Baerii o Beluga possono sembrare un codice per iniziati. È proprio per questo che ho creato Umai Caviar, il marchio “fratello” di N25. L’obiettivo era rendere il caviale più giocoso e democratico, senza perdere l’aura di esclusività. Invece di concentrarci sulle specie di storione, presentiamo il caviale attraverso profili aromatici: in questo modo chiunque può scegliere semplicemente ciò che gli piace, senza alcuna conoscenza tecnica. Così il caviale entra anche in contesti più rilassati – brasserie, cocktail bar – diventando un’esperienza di piacere quotidiano, non solo fine dining.

N25 è sinonimo di precisione assoluta. Qual è il vero “ingrediente segreto” dietro la perfezione del suo gusto?
Direi due: pazienza e competenza. Ogni lotto di caviale N25 matura per mesi prima di essere considerato pronto. I nostri esperti valutano ogni partita fin dall’inizio per definire il tempo di affinamento ideale, monitorandola costantemente. Il risultato è un caviale che raggiunge il suo apice di sapore e consistenza, mai sotto o sovramaturato. Solo le partite che soddisfano i nostri standard più rigorosi vengono selezionate per i clienti. Ogni passaggio è tracciato, documentato, curato nei minimi dettagli: è questo livello di attenzione che ci garantisce una qualità costante.
Qual è stato il modo più audace o inaspettato in cui hai visto servire il caviale?
Ricordo un piatto dello chef tristellato Jan Hartwig: piccione con caviale. Un abbinamento quasi sacrilego, eppure perfetto. Il suo N25 Kaluga Hybrid, con note di nocciola e crema, esaltava la parte selvatica del piccione invece di contrastarla. È stata una combinazione rischiosa ma straordinariamente riuscita.

Come si bilanciano tradizione e innovazione in un prodotto con una storia così radicata?
Il caviale ha una lunga eredità, e in N25 la onoriamo spingendoci però oltre. Lavoriamo a stretto contatto con allevamenti selezionati, seguendo il percorso dei pesci dall’allevamento alla maturità. Forniamo un’alimentazione speciale per ottenere uova più grandi, più grasse e di qualità superiore. Una volta raccolte, le uova vengono trattate con sale minerale tedesco, che ne preserva il contenuto lipidico necessario all’affinamento a temperature sottozero. È un processo che abbiamo perfezionato in anni di ricerca. Innoviamo, sì, ma sempre nel rispetto della tradizione. Ogni latta N25 è il punto d’incontro tra eredità e sperimentazione.
Qual è l’errore più comune che la gente commette riguardo al caviale?
Molti credono che il caviale chiaro o dorato sia automaticamente il migliore. Non è così. Il colore è solo uno dei tanti parametri: contano anche la grana, la consistenza, la lucentezza, l’aroma e, soprattutto, il sapore. Spesso il caviale più chiaro proviene da uova appena raccolte, non ancora maturate: belle da vedere, ma dal gusto piatto, privo di profondità e umami. Basarsi solo sul colore porta spesso a scegliere caviali di qualità incoerente.
La collaborazione con gli chef sembra fondamentale per N25. Chi ti ha spinto di più a superare i limiti del prodotto?
La collaborazione è al cuore di N25. Uno degli chef che più ci ha stimolato è Björn Frantzén. Utilizza il nostro caviale in tutti i suoi ristoranti, da Frantzén a Stoccolma a Zén a Singapore, fino a FZN a Dubai. Nei suoi locali il caviale non è solo un ingrediente: è parte della narrazione. Gli ospiti possono ascoltare la storia del marchio, comprendere come ogni varietà si abbina ai piatti, e vivere un’esperienza immersiva. È questo dialogo tra prodotto e racconto a rendere il caviale davvero contemporaneo.
Il caviale ha sempre avuto un’aura quasi mitica. Come si mantiene viva quella magia nel 2025?
Collegandola all’esperienza. Abbiamo creato progetti che uniscono il caviale al mondo del lusso e del viaggio. Un esempio è la nostra Winter Residency al Chedi Andermatt, durante la stagione sciistica: un menù dedicato, un bar di champagne e caviale direttamente sulle piste, curato dai nostri chef ambasciatori due stelle Michelin, Dominik Sato e Fabio Toffolon. E quest’anno porteremo qualcosa di totalmente nuovo al Maybourne Hotel di Beverly Hills: il primo Caviar & Oyster Concept Bar, con masterclass, cene esclusive e degustazioni permanenti. Un modo per far vivere la magia del caviale nel cuore della cultura contemporanea.
Se non lavorassi nel mondo del caviale, in quale altro ambito del lusso ti piacerebbe innovare?
Senza dubbio nel vino. È una mia grande passione e condivide molti aspetti con il caviale: entrambi richiedono attenzione minuziosa, sensibilità e una visione d’insieme in cui ogni piccolo gesto contribuisce al risultato finale.
Come il caviale, anche il vino è un linguaggio personale: racconta stile, identità, filosofia. E la cosa più gratificante è sempre la stessa — vedere la gioia di chi lo assapora.


BOTTA E RISPOSTA
CON KETAMA126

NICOLAS MAUPAS –
YOUTH NOVELS

OFENBACH-
THE UNSTOPPABLES

PAOLA ZUKAR –
HIP HOP FOR THE MASSES

CRLN,
TELL ME YOU LOVE ME

HEY JOAN!

CROOKERS IS BACK!

MFW FALL WINTER 2018-19
DAY FIVE

MFW FALL WINTER 2018-19
DAY FOUR

DIODATO & ROY PACI:
SANREMO È ADESSO

ANTONIO ORTEGA
LOVES THE DESERT

#UNSTOPPABLE 2 – PARIS
HAUTE COUTURE SS18 DAY 1

THE UNSTOPPABLE ISSUE

AIGNER IS NOW IN MILAN TOO!


MORE ARTICLES




