DARGEN D’AMICO & EMILIANO PEPE –
FRIENDSHIP NEVER ENDS
di Federico Ledda
DARGEN D’AMICO
& EMILIANO PEPE –
FRIENDSHIP NEVER ENDS
di Federico Ledda
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Due universi così lontani ma così vicini grazie ad un’amicizia imprescindibile. Ecco come si sono trovati Dargen D’Amico ed Emiliano Pepe che grazie alla loro incredibile connessione hanno messo in piedi un progetto che cerca di andare oltre all’immaginario dei due artisti costruendone uno nuovo che unisce entrambi. E’ proprio così che si presenta “Ondagranda”, l’album lanciato dai due. Più che un disco, è un viaggio che la coppia di amici ha deciso di intraprendere insieme. Quando una collaborazione nasce dettata da una vera e propria necessita si sente. Infatti il progetto, oltre che essere ricco di innovazione, termine che da sempre distingue le produzioni di Dargen, è anche stata una finestra di sfogo che, senza filtri e pretese, ha ripristinato in entrambi la voglia di fare musica. Li abbiamo incontrati, ed ecco cosa ci hanno raccontato.
Da cosa nasce il progetto?
EP: Nasce da quando io ho chiesto a Jacopo se volesse fare un album con me. Ci conosciamo da tantissimo, praticamente è stata una delle prime persone che ho incontrato a Milano quando da Napoli sono venuto a fare musica…
DD: Capito che culo?
EP: Abbiamo quindi collaborato nel corso degli anni. Siamo molto amici, se non ci fosse la musica, saremmo amici ugualmente, grazie anche agli altri interessi che condividiamo: il cinema, viaggiare…
Come descrivereste la vostra amicizia?
DD: Adesso dì la verità!
EP: Nella vita devi trovare delle persone con il quale puoi parlare di interessi e di cose che ti elevano. Con lui c’è questa possibilità.
DD: Io penso che la cosa che mi leghi tanto ad Emiliano è la sintonia su cose importantissime di cui non dobbiamo nemmeno parlare. E ovviamente, ci facciamo veramente delle grasse risate, che per un’amicizia è importante!
Quando avete capito che stava uscendo un disco?
EP: Era un periodo di cambiamento per entrambi. Eravamo quasi alla soglia di non voler fare più musica, per mancanza di ispirazione ma anche di prospettive. Grazie a Dio c’è stato uno squilibrio che si è risolto nel migliore delle ipotesi. Tutte le crisi arrivano quando c’è bisogno di cambiare qualcosa e questo ha aiutato a riscoprire la necessità di fare musica.
DD: Emiliano era in un periodo in cui, secondo me, non prendeva troppo sul serio le sue capacità. La mia funzione, proprio da amico, è stata quella di spronarlo. Che è la forza di questo progetto, aiutare la nostra amicizia. Una persona per la prima volta è riuscita a spronarmi davvero. All’inizio non sapevamo potesse diventare un disco, lo è diventato lavorandoci. Mi ha proprio dato una grassa dose di autostima…
Si vede che sono a dieta? Continuo a ripetere l’aggettivo “grassa”….
Comunque sì, è stato questo, se prima la musica per me era passata in secondo piano, grazie a Emiliano sono tornato in carreggiata… che fortuna, eh?
E’ stato difficile connettere i vostri mondi per questa collaborazione?
DD: Quasi per tutti i brani, il mio riferimento era Emilano: per me era importante capire cosa facesse lui per poi andare a lavorarci sopra. La vera sfida era poi costruire tutto il brano dal suo punto di vista, basandomi solamente sulle strofe già scritte. Non è stato difficile, direi stimolante, molto stimolante.
Qual è il brano che più vi è piaciuto fare e che magari ha consolidato ancora di più la vostra amicizia?
EP: A me ‘’Canzone Sensibile’’. E’ un brano dove mi sono messo molto in gioco, mi sono buttato come mai prima d’ora. E’ stato molto faticoso scriverla e anche realizzarla, però ne vado davvero fiero.
Ci sarà un tour?
DD: Abbiamo fatto questo disco per stare in studio e fare delle canzoni senza pensare al resto. Da un punto di vista strategico, nel 2019, è chiaro che chi fa un disco poi pensa a fare delle date live, anche perché diciamocelo chiaramente, è con quello che mangi. Ma come ti ho detto prima, io essendo a dieta, mi fa anche piacere mangiarci di meno, quindi alla fine di questo percorso sarò sicuramente un figurino.
Un Tour dietetico quindi?
EP: Sì, esatto! (ride, ndr.)
Al di là del vostro progetto comune, cosa state facendo?
EP: Io sto facendo dei live piano voce. Ho appena fatto la bellissima piazza di Portofino e la Triennale di Milano. Poi farò un concerto a Tokyo a luglio.
DD: Stai anche facendo i pezzi del disco nuovo…
EP: Sì, sto facendo anche il mio album nuovo, ma per il momento mi sto concentrando su questi live!
DD: Io, purtroppo, per colpa di Emiliano, che mi ha riacceso l’ispirazione, adesso sto andando avanti a fare musica! Non riesco più a fermarmi, è un problema?
Che musica ascoltate in questo periodo?
EP: Io sto ascoltando i Beatles.
DD: Sì, sta ascoltando l’ultimo dei Beatles, quello che è uscito venerdì, l’hai già sentito?
EP: E’ una sintesi di quello che sto ascoltando, dai! Loro sono l’apice di quello che sento in questo periodo…
DD: Sai che in questo momento non ho un riferimento musicale? Sto producendo veramente tante cose che quando esco dallo studio la musica la metto solo come sottofondo. Ho varie playlist che non aggiorno da anni…
Dai Beatles, immagino…
DD: Diciamo che i Beatles, dal mio punto di vista, se parli di musica pop, è come entrare in biblioteca: ogni tanto vuoi capire che cosa è successo storicamente, come siamo arrivati a quello che ascoltiamo oggi, allora ha senso andarli a sentire, a riscoprire diciamo. Ascolti qualche pezzo, qualche album, però non mi permetterei nemmeno di citarli che Emiliano, essendo napoletano…
EP: Sono più sfacciato!
Ah okay, credevo che le persone di Napoli fossero particolarmente legate ai Beatles…
DD: No, mi piace solo dire che Emiliano è napoletano, mi vanto di aver fatto un disco con una persona napoletana, che non è Liberato come si dice su internet…
Ah, non è lui quindi?
DD: No, ne sono sicuro perché siamo stati insieme per un sacco di tempo e non è mai uscito vestito da Liberato, o forse lo faceva quando andava in bagno, non lo so, magari produceva dei pezzi mentre era in doccia… Cioè per dirti, una volta mentre eravamo a casa a Tokyo è caduto e ha rischiato di farsi molto male e… non è Liberato, fidati.
Perché Liberato non cade, giusto?
DD: In quel momento lì, capito, che hai appena rischiato la vita, se sei tu me lo confessi, no? Era per terra, sdraiato, col pistolino di fuori, me l’avrebbe detto. “Sto morendo, ora te lo posso dire sono Liberato”. Invece non mi ha detto niente, quindi sono sicuro che non sia lui.