Q&A: NICE TO MEET YOU

SANTA MANU

di Federico Ledda

Q&A: NICE TO MEET

YOU SANTA MANU

di Federico Ledda

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Dai ritmi ipnotici e camaleontici, Coca Cola, il nuovo singolo di Santa Manu, rientra sicuramente nei nostri pezzi preferiti di questa estate. Con all’attivo tre singoli e un successo che piano piano la sta facendo crescere, ci siamo chiesti: chi è Santa Manu? L’abbiamo conosciuta qualche giorno fa e ci siamo fatti raccontare un po’ di cose… Ecco cosa ci ha detto.

Di che cosa parla Coca Cola?

Del prodotto storicamente più famoso al mondo dopo il caffè. Non mi piacciono le dipendenze. 
Parlo del concetto di dipendenza in sé, che può essere verso varie cose: dagli psicofarmaci all’amore, dal junk food alla Coca Cola. E’ una cosa che si incastra lì e rimane lì. Monotona. 
Da piccola mi sono fatta una promessa: fumare qualche sigaretta in giro, ma non comprarne mai un pacchetto. Le sigarette sono solo un simbolo, il simbolo di qualcosa che potenzialmente ha la forza di togliermi controllo sulla vita. Sono un’amante del controllo. Mi piace sapere che sono io a gestire dove si sta andando Alla frase “smetto quando voglio” preferisco quella “inizio quando voglio”. Comunque l’ho scritto tre anni fa. E’ stato un periodo intenso, anche abbastanza pesante. Può sembrare felice, perché scrivendola mi sono liberata di qualcosa, ma non lo è.

In che modo descriveresti il tuo stile?

Non amo creare categorie ed etichette, ma se dovessi riassumere in una parola il mio genere musicale direi Urban. In particolare, un mix di pop e mondo hip hop, con qualche influenza rock/blues e trap. Quello che metto addosso segue la linea della mia musica: unisco elementi che vengono da situazioni molto diverse (capi sportivi, cose anni 90, pezzi anni 70, qualche pezzo streetwear attuale emergente che mi affascina…) Scelgo gli elementi della ricetta, metto insieme e aggiusto fino a che non sento che quella sono io, allo specchio o nelle orecchie.
Ho sempre amato l’espressione della personalità attraverso indumenti e oggetti. E’ una potente forma di comunicazione e di espressione. E un motivo interessante di ricerca. A quattro anni quando mi svegliavo per andare all’asilo e trovavo i vestiti già pronti da mettere ai piedi del letto, mi incazzavo. Aprivo l’armadio e iniziavo a cercare. Non mi importava se fuori piovesse e io avessi su delle scarpette di tela leggere, o se gli altri bambini mi guardassero strano. L’importante era esprimermi. 

Il tuo pezzo dalle sonorità estive pensi si affermerà come tormentone? E’ tua intenzione?

Non so se le radio passeranno Coca Cola, o se diventerà un tormentone. Siamo in estate, non è un reggaeton ed è il pezzo di un’emergente. Ma se la passano sono felice.
Quando scrivo un pezzo non penso mai se avrà successo o no, se lo metteranno su o no. Lo scrivo perché devo scriverlo… devo vomitare quella cosa lì e basta. E decido di produrlo così perché semmai dovessi accendere un giorno la radio e lo passano, sono felice di quello che ascolto, mi rivedo in quelle parole, in quel suono.

Chi è Santa Manu?

Santa Manu è una ragazza di paese scappata in città perché aveva fame di tante cose. Sono stata cresciuta da mia nonna, donna semplice quanto pazzesca che mi ha insegnato che se vuoi qualcosa devi tirarti su le maniche, devi fare. 
Sono legata alla musica da quando avevo quattro anni e dal primo momento ho avuto il desiderio di cantare canzoni che fossero mie. Ho registrato il mio primo inedito quando ne avevo cinque, in una soffitta. Le cuffie erano più grandi della mia testa. 
Mi piace occuparmi attivamente di tutto quello che c’è dietro al mio progetto, a livello creativo, collaborando con le persone che stimo.
Odio l’autotune. Amo le cose vere.

Quali sono I tuoi cinque pezzi essenziali da ascoltare in estate?

Lou Reed – Pale Blue Eyes
070 Shake – Morrow
Koffee – Rapture 
Salmo – Ho Paura Di Uscire
Rosalía – DI MI NOMBRE



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