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VENEZIA 81: IL CINEMA CHE EMOZIONA
di Federico Ledda
VENEZIA 81:
IL CINEMA CHE EMOZIONA
di Federico Ledda

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Dal 28 agosto al 7 settembre, Venezia ha accolto storie che sanno emozionare e far riflettere. La 81esima edizione de La Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica ha mostrato un cinema vitale, autentico, capace di raccontare l’umanità in tutte le sue sfaccettature. Tre film hanno particolarmente colpito per la loro capacità di toccare corde profonde: opere che ci parlano con sincerità e bellezza.
Pedro Almodóvar: L’Eleganza dell’Amicizia
Il Leone d’Oro è andato a Pedro Almodóvar per “The Room Next Door“, il suo primo film in lingua inglese e una storia delicata ma potente sull’amicizia femminile. Con Julianne Moore e Tilda Swinton, il regista spagnolo ha creato un film che parla di vita, di scelte difficili, di quella vicinanza che solo le amiche vere sanno offrire. “Raramente si vedono storie di amicizia femminile, specialmente tra donne mature“, ha sottolineato Moore aggiungendo: “Non conosco un altro regista al mondo che lo farebbe oltre a Pedro“. Il film diventa così una celebrazione di relazioni spesso invisibili nel cinema contemporaneo. Con i suoi colori vibranti e la regia sensibile, Almodóvar trasforma un tema delicato in pura poesia visiva. I 18 minuti di applausi in sala hanno confermato che il pubblico ha fame di storie autentiche, raccontate con maestria e cuore.

Brady Corbet: L’America che Distrugge i Suoi Visionari
Brady Corbet con “The Brutalist” ha ottenuto il Leone d’Argento per la migliore regia, ma ha regalato molto di più: un’epica americana di 215 minuti che esplora “il collasso del sogno americano, l’inevitabile avidità del capitalismo e l’aggressivo antisemitismo ancora pertinente oggi“.
Il film segue László Tóth (Adrien Brody), un architetto ebreo-ungherese sopravvissuto all’Olocausto che emigra negli Stati Uniti nel 1947. Ma questa non è una storia di redenzione americana, è il ritratto spietato di un paese che utilizza i suoi immigrati, li celebra quando serve, li distrugge quando diventano scomodi. L’architettura brutalista diventa metafora perfetta: “Strutture di cemento crudo e imponenti che simboleggiano le dure realtà del viaggio di László“. In un’epoca di muri e confini, Corbet ci mostra come l’America abbia sempre tradito i suoi ideali più nobili. Nel suo discorso di ringraziamento a Venezia, Corbet ha parlato di “una visione per un cinema migliore” e un mondo migliore per le future generazioni creative, “indipendentemente dal loro fottuto passaporto“. Parole che risuonano con forza in un mondo sempre più diviso. Il film, girato in VistaVision e proiettato in 70mm, rappresenta un momento importante nella storia del cinema, dimostrando che il cinema spettacolare può ancora essere d’autore e che l’intrattenimento può essere intelligenza.

Nicole Kidman: La Forza della Vulnerabilità
Nicole Kidman ha vinto il premio di miglior attrice per “Babygirl“, anche se non ha potuto ritirare il premio a causa della scomparsa di sua madre. Un momento che ha toccato tutti i presenti, incarnando quella “collisione tra vita e arte” di cui parlava nel suo messaggio. “Babygirl” di Halina Reijn è un thriller sensuale che esplora con intelligenza le dinamiche di potere e desiderio. Come ha spiegato Kidman: “Si tratta di desideri, pensieri interiori, segreti, matrimonio, verità. È raccontato da una donna attraverso il suo sguardo”. Il film affronta temi ancora considerati tabù con una sensibilità rara. “Non avevo mai lavorato con una regista donna su questo tipo di materiale“, ha rivelato l’attrice. “È stato molto liberatorio poter condividere queste scene in un ambiente protetto e autentico“. Con i suoi 6.5 minuti di applausi alla première, la pellicola ha dimostrato che c’è spazio per storie coraggiose raccontate con rispetto e intelligenza.

Il Cinema che Emoziona e Fa Pensare
In un panorama spesso dominato da effetti speciali e formule prevedibili, l’81esima edizione della Mostra Internazionale del Cinema ha dimostrato che il pubblico è ancora affamato di narrazioni autentiche. Questi tre film rappresentano il meglio del cinema contemporaneo: storie che non hanno paura di essere sincere, che ci parlano con intelligenza ed eleganza.




















