YOUTH NOVELS:
NICOLAS MAUPAS
di Federico Ledda
edit Simona Ladisa
with a massive special thanks to Vescovo, Antonio Pondini
location Arete Showroom
hair and make up by Emanuela Caricato
fashion by Mohamed Elhadi, Chiara Pastori, Federico Ledda
pictures by Alessandro Levati
YOUTH NOVELS
NICOLAS MAUPAS
di Federico Ledda
edit Simona Ladisa
with a massive special thanks to Vescovo, Antonio Pondini
location Arete Showroom
hair and make up by Emanuela Caricato
fashion by Mohamed Elhadi, Chiara Pastori, Federico Ledda
pictures by Alessandro Levati
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Astro nascente del cinema italiano, è impossibile non riconoscere il carisma disarmante di Nicolas Maupas. Milanese di nascita ma con origini paterne francesi, l’attore classe 1999 si sta facendo notare per il suo doppio ruolo in tv: il mercoledì su Rai 2 con Mare Fuori e il giovedì su Rai 1 con Un Professore.
Nicolas porta in scena due personaggi estremamente diversi tra loro, ma con un fattore comune: l’estrema naturalezza che lo contraddistingue nell’interpretazione.
L’attore, anche se poco più che ventenne, si è ritrovato in mano un grande talento e con il suo essere umile ed entusiasta, è sicuramente un nome che va tenuto d’occhio nei nostri schermi di casa e, speriamo, anche in quelli del cinema piuttosto presto.
Nicolas è l’ultima delle nostre copertine YOUTH NOVELS, dedicate ai giovani che si sono fatti strada in questo 2021.
Dare la copertina a un giovane attore che ha così poco materiale all’arrivo è per noi inusuale. Sei partito dalla prima stagione di Mare Fuori, ora è uscita la seconda e in contemporanea Un professore su Rai 1. L’esperienza è poca ma sta diventando sempre più vasta. Ti ricordi com’è stato il primo giorno sul set?
È stato abbastanza allucinante. Quando vediamo un film, una scena con solamente gli attori coinvolti, pensi ci siano poche persone intorno. La cosa che più ho amato la prima volta su un set, è stata vedere il numero di maestranze che c’erano. I registri ci dicono sempre che non stiamo salvando vite umane, stiamo facendo un lavoro che è su un altro piano. Vedere però 200 persone che si dedicano tutte quante insieme per realizzare un progetto mi ha riempito il cuore di gioia.
Come si è evoluta la tua vita?
Io non mi sento cambiato tanto, sono una persona che fa fatica ad autocriticarsi. Non amo parlare dei miei demoni né del mio successo ma se non a livello logistico, in realtà non è cambiato troppo. Certo, sono cambiati gli orari ed è stato da zero a cento in solo due anni, ma ho avuto la fortuna di lavorare moltissimo e di stare tanto sui set. Avere questa opportunità e quella di viaggiare mi ha sicuramente fatto crescere.
Qual è il processo che fai per entrare in un personaggio?
C’è sicuramente tanto studio dietro. Quando ci insegnano l’analisi di un testo, ci spiegano soprattutto cosa sono le entrate, le uscite di scena e il super obiettivo del personaggio. Sono tutti elementi tecnici che un attore usa per ricreare il quotidiano intorno al ruolo. Magari ti viene consegnato il copione di un personaggio 20enne, con una vita già avviata e tu devi essere in grado di ricostruire il percorso dal quale proviene, quello presente sulla quale devi lavorare tu e, più che altro, vedere la proiezione del tuo personaggio nel futuro. Credo che questo ultimo elemento sia estremamente difficile e solo pochi attori di grande talento ci riescono.
La tua prima esperienza è stato in “Mare Fuori”, com’è stato entrare a far parte di una produzione così importante? Come hai scoperto di farne parte?
Ho lavorato come cameriere e nel mentre mi pagavo le lezioni di recitazione. Prima di avere una risposta positiva a un casting ne ho fatto come minimo cinquanta. Il provino per “Mare Fuori”, è stato un self tape fatto nel bagno dell’Accademia in cui studiavo recitazione, insieme a un mio amico che riprendeva. Da lì poi sono arrivati i call back (casting di approfondimento, ndr.) che sono stati ben cinque. Dopo un po’ di settimane, quando avevo perso ogni speranza, mi ha chiamato la mia agente chiedendomi se fossi in piedi o seduto. All’inizio non capivo, mi ha detto che doveva darmi una notizia, che era meglio se mi sedessi. Dopo che mi ha dato la bella notizia, è partita una gioia indescrivibile, ti lascio solo immaginare.
Immagino la tua famiglia, impazziti?
Gasatissimi! Sono rimasti tutti davvero felici.
Una volta che l’hai realizzato, come è stato?
Tosto, ma ho trovato molta gente in gamba che mi ha cresciuto e aiutato dal punto di vista cinematografico. È cambiato tanto da quei primi periodi, ogni giorno cresco e capisco l’enorme fortuna che ho ma anche la grande responsabilità.
Ti aspettavi tutto questo clamore per Mare Fuori? Qual è stata la cosa più strana che ti è capitata?
Essere riconosciuto per strada è davvero folle specialmente a Napoli! Infatti, quando sono tornato per girare la seconda stagione, è stato a dir poco pazzesco. Non lo credevo possibile perché a Milano la situazione era molto più tranquilla. Mi ricordo che una volta stavo mangiando, è arrivata una mamma intorno ai quarant’anni, senza dire niente si è seduta vicino a noi e ha iniziato a fare un videochiamata con tutta la famiglia. Nel quotidiano poi lo vedo anche dai social, io che sono una persona molto riservata e per niente social, mi sono ritrovato ad avere un pubblico estremamente vasto. Questa cosa mi ha fatto pensare che magari potrei anche fare qualcosa con questo strumento, vedremo.
Non solo Rai 2, ma anche Rai 1 con la fiction Un Professore. Qual è il tuo ruolo?
Sono Simone, un ragazzo del liceo, figlio del nuovo professore di questo liceo di Roma. È un ruolo estremamente complesso perché fa molta fatica ad accettare la figura del padre, che nella serie è una persona caratterialmente molto lontana dal figlio. Dante è libero, ama flirtare con le donne, mentre invece Simone è radicato nella famiglia così tanto da essere, per certi versi, inquietante. Successivamente poi si è scontrato anche con la scoperta della sua sessualità e questo melting pot di accadimenti tutti nello stesso momento, faranno un po’ perdere a Simone la concezione di sé. Un bel personaggio, ci sono molto legato. All’inizio mi stava un po’ antipatico, ma ora che ci siamo conosciuti gli voglio molto bene.
Parlando di cinema, qual è invece il personaggio che vorresti aver interpretato tu?
Sai, ci sono un po’ di film dove mi sarebbe piaciuto lavorare. Te ne posso dire tre?
Certo.
– Daniel Day Lewis nel “Il Mio Piede Sinistro”
– Amerei interpretare un ruolo di Christoph Waltz.
– Jack Nicholson in “Qualcuno Volò Sul Nido del Cuculo
Film preferito?
Forse Qualcuno Volò Sul Nito del Cuculo, ma amo molto anche Her di Spike Jonze e il sapore triste romantico che ha quel film. Adoro i lacrimoni al cinema. Ne aggiungo un terzo, Manchester By The Sea. Mi piace molto questo filone drammatico, ma sceglierne solo uno è impossibile, ce ne sarebbero ancora tanti altri.