NEL MONDO

DI ELASI

di Federico Ledda

NEL MONDO

DI ELASI

di Federico Ledda

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Quando nella tua playlist parte una canzone di ELASI, la riconosci subito: il suo sound è un viaggio istantaneo in un universo fluo, elettronico e surreale, dove tutto sembra possibile. Con uno stile che mescola ritmi globali, sperimentazione e un’energia contagiosa, l’artista ha costruito un’identità sonora inconfondibile. Il suo primo album, ELASIR, è una vera esplosione di vibrazioni, capace di trascinarti in un mondo senza confini. L’abbiamo incontrata per scoprire di più sul suo percorso, le sue ispirazioni e il suo modo di vedere la musica. Ecco cosa ci ha raccontato.

Come descriveresti il tuo ultimo album in una parola e perché?

Sogno. Perché è musica che ho sognato la notte. 
Faccio sogni di storie strane ambientate in stroboscopici club labirintici, gommosi aeroporti-scuole-metropoli mutevoli, nostalgiche spiagge senza via di fuga. Questi svarioni sono accompagnati dalla colonna sonora che il mio cervello inconsciamente crea mescolando tutta la musica, che ascolto, suono e scrivo durante il giorno.

Qual è il tuo “elasir”?

Ascoltare, studiare, ballare, scrivere, cantare, inventare e mescolare musica! Come in un laboratorio tra mille ampolle piene di suoni, ritmi, dischi e strumenti, ogni giorno creo il mio elasir nuovo per regalarmi quel tipo di leggerezza che altrimenti sarebbe difficile trovare per un animo malinconico come il mio.

Di recente hai partecipato al “San Marino Song Contest” con “Lorella”. Come mai questa scelta? Cosa ti auguri?

In realtà non mi sono candidata, ma sono stata invitata alla finale da Noname Radio(che ringrazio per la fiducia). Ho colto quest’occasione a sorpresa come un’opportunità per presentare “Lorella”, mio brano electro, multilingue e ironico che ho performato insieme alle mie amiche drag queen Ander Killer e Dahlia Doll. È un brano che parla di eguaglianza e libertà queer trans-femminista ed essere riusciti a portarlo su un palco non solito a questo tipo di esibizioni è sicuramente una vittoria, specialmente anche grazie all’eccellente risultato in classifica e al riscontro dei giudici, dello giornalisti e del pubblico.

L’estate scorsa abbiamo eletto “Tigre Bianca” la nostra canzone italiana preferita dell’estate, ce la racconti?

In “Tigre Bianca” si parla di gelosia, di creature che ci ammaliano e ci impauriscono allo stesso tempo. È una canzone con cui affrontare la fine di una storia romantica e dolorosa ricordandoci della nostra preziosa libertà. Si balla con gli occhiali da luna sopra a un tappeto volante che fluttua sul nostro mediterraneo.

Quali sono le tue influenze?

Ho studiato e ascolto praticamente tutti i generi di musica: dalla classica al punk, dall’elettronica alla bossa, dall’house al jazz, dal funk alla musica popolare… è molto difficile capire che cosa mi abbia più influenzata! Se devo scegliere dei nomi, posso dirti che amo molto gli artisti che mescolano tante arti e tanti generi nella loro musica: David Bowie, Björk, David Byrne, FKA Twigs, Damon Albarn, Róisín Murphy…

Come vorresti si evolvesse la tua carriera?

La immagino solida, libera e dinamica.

Scegli: un album, un brano e un film e spiegameli.

Album: Breakfast in America dei Supertramp. Sono tutte hit e mi fanno pensare a mia mamma. Brano: Samba e Amor di Caetano Veloso. Dentro ci trovo tutto, la melodia, la voce e l’armonia sono gli strumenti che vorrei avere io per scrivere una canzone d’amore.  Film: Mondo Cane del 1962. Un documentario ironico e senza censure sulle follie e sulle usanze più grottesche dei diversi popoli del mondo, non mi stancherò mai di riguardarlo.

Il tuo album fa ballare tantissimo, qual è il tuo posto preferito per scatenarsi?

In spiaggia, in un bosco o in camera mia.



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