NICE TO MEET YOU

SAM VALDEZ

di Federico Ledda

NICE TO MEET YOU

SAM VALDEZ

di Federico Ledda

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E’ un periodo insolito quello che stiamo vivendo. Costretti a rimanere nelle nostre case, cerchiamo di intrattenerci tutti come possiamo. C’è chi dipinge, chi vede serie tv, chi ascolta musica. Facendo un giro su Soundcloud, ho scoperto Sam Valdez, giovane artista LA based che mi ha subito catturato grazie al suo sound capace di farti viaggiare nel tempo. Artista indipendente, che quindi, durante questo momento così particolare ha visto la sua carriera messa a dura prova. Non si è buttata giù però, e ha rilasciato “Toothache”, pezzo che anticipa il suo nuovo album. Signore e signori, preparatevi a dare una chance a Sam Valedz, conquisterà il vostro cuore.

Di che cosa parla “Toothache”?

Ho scritto Toothache riguardo a una precedente relazione che ho avuto. Quando è finita, mi sono resa conto che stavo con questa persona semplicemente perché non volevo rimanere da sola. Ho dovuto fermare tuto, ritornare sui miei passi e apportare un cambiamento.

Come descriveresti il tuo stile?

E’ sempre stata difficile per me l’auto descrizione, ma ci provo. Diciamo che il mio sound lo definirei un misto tra Pop, Shoegaze e un tributo alla cultura Americana. Ultimamente però sto ampliando i miei orizzonti.

Raccontami qualcosa che dovremmo sapere riguardo il tuo prossimo album?

Sarà un po’ diverso rispetto alla produzione di Toothache. Ho aggiunto molti più elementi elettronici e devo dire che è stato davvero divertente sperimentare. E’ un disco pieno di ricordi molto importanti per me, non vedo l’ora che esca.

Cosa stai cercando di comunicare con la tua musica?

Non sto cercando di diffondere un unico particolare messaggio. Molti dei miei pezzi parlano di me e di come sono uscita da determinate situazioni.

Chi è la tua più grande ispirazione?

Sono ispirata da diversi artisti. Musica degli anni ’90 e ultimamente, devo ammettere, anche molta più musica Pop.

Qual è il tuo obbiettivo come musicista?

Quello di scrivere dei pezzi in cui la gente si riconosca e con cui si senta a proprio agio. Cerco anche di suonare live il più possibile così da sviluppare una vera e propria connessione con il mio pubblico.



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