OFENBACH:
THE UNSTOPPABLES
di Federico Ledda
foto di Alessandro Levati
OFENBACH:
THE UNSTOPPABLES
di Federico Ledda
foto di Alessandro Levati
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Con oltre due miliardi di streaming e più di 400 milioni di visualizzazioni su YouTube, il duo francese Ofenbach sta ottenendo un record dopo l’altro grazie al perfetto cocktail dance-pop delle loro produzioni.
Ancora ventenni, gli Ofenbach sono già parte della scena dance globale con un animo crossover grazie alle loro contaminazioni musicali provenienti dal rock, pop e folk. La coppia, di origini parigine e composta da César de Rummel e Dorian Lauduique, ha raggiunto un nuovo livello nella propria carriera proponendosi come il duo francese più ascoltato a livello mondiale. Di recente uscita è il loro nuovo singolo Hurricane: una tempesta pronta ad abbattersi nelle radio di tutto il mondo. Il brano vede la collaborazione dell’incredibile vocalità di Ella Henderson ed allo stesso tempo suona già come un grande classico di cui sarà difficile fare a meno nelle nostre playlist.
In che modo vi siete conosciuti?
Ci siamo conosciuti alle medie, durante una prova di evacuazione a scuola. Abbiamo da subito capito che avevamo moltissime cose in comune: a entrambi piace il cinema e realizzare video con delle telecamere retrò e soprattutto amiamo la musica. Siamo diventati amici in maniera piuttosto veloce, in realtà.
Come avete deciso di fare musica insieme?
Mi ricordo quando, poco dopo esserci conosciuti, si è iniziata a fare strada in noi l’idea di fondare insieme una rock band. Il nostro scopo era quello di avere tante ragazze e coniugare l’immagine da rockstar a quello che volevamo fare nella vita, ovvero suonare insieme, ci sembrava la scelta più sensata per avere il “pacchetto completo”. Siamo cresciuti e la cosa involontariamente è diventata quasi un’urgenza e si è fatta decisamente più seria. Affascinati dal panorama elettronico, abbiamo iniziato a produrre e da lì è importata solamente la musica.
Ma adesso le ragazze sono arrivate, no?
Non così tante. Sai, ci immaginavamo da piccoli, quest’idea, appunto, della rockstar, ma quando riesci davvero a fare questo nella vita, il tuo unico scopo è quello di creare musica che rimanga impressa.
Velocizziamo la storia: esce il brano Be Mine e trovate in Italia un successo sempre più importante e che, piano piano, si propaga per tutto il mondo. Com’è stato?
Non ce lo aspettavamo. L’abbiamo prodotta nelle nostre camere, nelle case dove vivevamo con i nostri genitori. È un brano diverso che in quel periodo era difficile poterlo sentire in radio, infatti inizialmente è stata una canzone pensata per un pubblico di nicchia. Non ci saremmo mai aspettati un exploit simile. Ancora oggi ci riempie di gioia.
Il vostro successo è continuato a crescere traccia dopo traccia e non si è fermato nemmeno con “Hurricane”, vostro ultimo pezzo, che ad oggi vanta oltre 15 milioni di streaming su Spotify.
Abbiamo lavorato a questa canzone in Germania, durante una delle svariate quarantene. Siamo stati un’intera settimana in studio, dove abbiamo faticato giorno e notte su questa produzione. Mancava qualcosa, così, poco prima di prendere il treno che ci avrebbe riportato in Francia, ci è venuta una forte ispirazione che ha portato a finire in pochissimo tempo il singolo e a quasi perdere il treno.
Come descrivereste il vostro stile?
Credo sia in continua evoluzione. All’inizio era pieno di influenze rockabilly e successivamente ci siamo spostati sull’elettronica contaminata da band tipo Coldplay e Supertramp. Abbiamo deciso di ispirarci a loro poiché sono molto abili nell’unire il rock al pop, genere che stiamo cercando di esplorare sempre di più, come si sente in Hurricane e nei prossimi brani che usciranno. Il lato positivo di questi generi è che sei libero di sperimentare e di giocare, non esistono barriere.
Parlavate di Coldplay e Supertramp, a chi vi ispirate oltre che a loro?
Guardiamo molto a queste due band. Aggiungerei anche i Rolling Stones. Siamo tremendamente influenzati dalle leggende musicali. Sono persone che dal niente, grazie a pezzi incredibili, sono riuscite a cambiare il corso della musica e a restare nel tempo. Si tratta di un percorso costante e indelebile che rimane intatto nonostante poi l’artista sia vivo o morto, vedi per esempio Elvis Presley.
Cosa c’è nel vostro futuro?
Abbiamo da poco rilasciato il nostro nuovo singolo e per adesso non sappiamo molto di più, se non che a breve rilasceremo un ulteriore brano, che però sarà completamente diverso dal precedente. Avrà delle sonorità molto più dance e sarà perfetto da sentire in discoteca. Per il prossimo singolo pop, che andrà in radio, stiamo tutt’ora lavorando e siamo certi uscirà per l’anno prossimo.
Guardando la scena musicale francese, sempre più presente e riconosciuta a livello internazionale, con che artista avreste il piacere di collaborare?
Ci sono molti artisti interessanti nel nostro paese, una su tutte è decisamente Juliette Armonette. Non è sicuramente nota al pubblico italiano, ma ne raccomando l’ascolto. È una ragazza estremamente talentosa.