IL RITORNO DI GIANNI

IL GOLEADOR

di Federico Ledda

IL RITORNO DI GIANNI

IL GOLEADOR

di Federico Ledda

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Una delle poche gioie che mi sta regalando la quarantena è sicuramente quella di dedicarmi ai dischi in uscita. Ascoltarli, assimilarli, farli diventare quasi una parte di me e, soprattutto, entrare in empatia con l’artista. E’ quello che mi è successo ascoltando “Nati Diversi” il nuovo disco del rapper romano Gianni Bismark. Cresciuto nel quartiere Garbatella con una smisurata passione per il calcio e per la Roma, prende il suo nome d’arte dal calciatore Gianni Guigou, che militò nella Roma dell’ultimo scudetto. Dopo un mixtape nel 2015, Gianni pubblica nel 2016 il suo primo album “Sesto Senso” e dopo diversi cambi di rotta e incertezze, nel gennaio dell’anno scorso rilascia per la Virgin Records/Universal Music Italia “Re Senza Corona”, disco che l’ha riconosciuto come uno dei massimi esponenti della scena rap romana. Dopo poco più di un anno esce “Nati Diversi” un album che è l’opposto del precedente e che rappresenta un po’ l’atra faccia della medaglia.

Cosa si prova a rilasciare un disco sotto queste circostanze?

Sicuramente è una cosa diversa. Siamo tutti quarantenati, è un momento difficile. Mi auguro che il disco vada bene e che allieti il lockdown.

Durante questo periodo difficile come riesci ad arrivare ai tuoi fan? Senti un blocco?

Tantissimo, come penso tutti gli artisti. Non vedo l’ora di riabbracciarli tutti quanti.

Che cosa significa per te il titolo del tuo album “Nati Diversi”?

“Nati Diversi” parla per tutte quelle persone che si sentono vere in un contesto finto. Sai, viviamo circondati da falsi ben costruiti che si mostrano ogni giorno sui social network in un modo ma che nella vita reale non assomigliano affatto ai personaggi da loro costruiti.

Cosa è cambiato rispetto “Re Senza Corona”? C’è più consapevolezza?

Sì, sicuramente. C’è ancora più voglia di farsi sentire. È aumentato tutto.

Qual è stato il pezzo a cui hai avuto più piacere lavorare?

“Nse Vedemo Mai”, con gli Enemies, che sono dei produttori con il quale collaboro dal disco precedente. Prima facevano solo mix e master, ma mi sono trovato talmente bene che in questo album hanno prodotto anche il beat di un pezzo.

Diciamo che ormai gli Enemies, lavorandoci spesso, conoscono bene il tuo sound

Esatto. E’ iniziato tutto in “Re Senza Corona”, e ci siamo trovati talmente bene che abbiamo deciso di continuare la strada insieme. Squadra che vince non si cambia.

Nell’album fai parecchi riferimenti al quartiere. Quanto sono importanti le tue origini?

Estremamente. Sono le basi di tutto quello che sono. Sono stati i primi mattoni con cui ho costruito quello che sono oggi.

Parlando dei featuring, c’è, come nel disco precedente, una collaborazione con Franco126. Come è andato avanti il vostro rapporto?

Noi siamo amici sin dall’inizio. Da quando lui aveva rilasciato il primo pezzo e di mio non era ancora uscito nulla. Mi sembrava il minimo fare un pezzo con Franchino anche dentro questo album. Secondo me io e lui siamo fatti della stessa pasta, abbiamo molto in comune.

Le altre collaborazioni invece, come sono nate?

Nascono con grande rispetto da entrambe le parti. Sia artisticamente che umanamente. Diciamo che sono avvenute in maniera molto naturale, sono tutti rapporti che vanno avanti da molto.

Parlami di “Gianni Nazionale”.

E’ stato il primo singolo del disco. Abbiamo voluto farlo uscire prima perché è una traccia molto vicina all’album precedente ed è stata una sfumatura perfetta per quello che poi è “Nati Diversi”.

Su Instagram hai voluto annunciare la squadra che ha lavorato all’album proprio come se foste tutti giocatori della nazionale italiana. Quindi la domanda è doverosa: qual è la formazione?

Guarda, ne stavo parlando giusto l’altro giorno con un mio amico! Avrei messo in prima punta Geolier, centro campista, davanti alla difesa, Franco126 e in porta invece ce buttamo Tedua.



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