TREDICI PIETRO

– A CELEBRATION

di Federico Ledda

special thanks to Piccolo Cafe Restaurant Via Rovello 2, Milano

edit Simona Ladisa

make up by Emanuela Caricato

fashion by Mohamed Elhadi Hammami

pictures by Alessandro Levati

TREDICI PIETRO

– A CELEBRATION

di Federico Ledda

special thanks to Piccolo Cafe Restaurant, Milano

edit Simona Ladisa

make up by Emanuela Caricato

fashion byMohamed Elhadi Hammami

pictures by Alessandro Levati



“È impossibile per me fermarmi, c’è sempre una versione migliore del brano che ho appena fatto”

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Per il sessantesimo numero di The Eyes Fashion abbiamo deciso di celebrare uno degli artisti hip hop più interessanti degli ultimi anni. Stiamo parlando di Tredici Pietro, al secolo Pietro Morandi, che è riuscito in breve tempo a scrollarsi di dosso i pregiudizi legati al proprio cognome con una semplice mossa: facendo musica di qualità. Lo ha dimostrato con il primo brano “Pizza e Fichi”, con i primi EP “Assurdo” e “X Questa notte”, con le sue collaborazioni e, soprattutto, con “Solito Posto, Soliti Guai”, nuovo album che si unisce al precedente e tre brani inediti che fanno crescere ancora di più l’enorme appetito per un possibile progetto futuro.
L’abile scrittura, le idee chiare e l’incredibile flow hanno fatto sì che l’artista diventasse uno dei più promettenti della scena. Il merito non va solamente a lui ma anche a tutto l’incredibile gruppo di amici che ha contribuito a costruire un’immagine credibile e sofisticata per l’artista: dalle superbe produzioni musicali di Mr. Monkey, all’originalità del flow del “fratellino” Lil Busso, passando per lo stile del direttore creativo Patek, fondatore del brand In Einem Atem. L’universo Tredici Pietro è in continua ascesa e noi siamo qui per testimoniarlo.

Come è nato il nuovo progetto?

Mi piace che sia percepito come un primo album, per lo meno nell’aspetto fisico. Non era mai stata pubblicato una mia creazione in maniera fisica; quindi, mi è sembrato giusto fare una sorta di “riepilogo”. Avere due progetti fusi insieme e pubblicati è per me un risultato grandioso. Ci tenevo quindi a rendere questo il mio punto di inizio.

Cosa si prova a pubblicare il tuo primo vinile?

È molto emozionante, un vero e proprio traguardo. Non sono mai stato uno che riesce a godersi i successi, fortunatamente i miei amici, che sono presenti nella copertina del disco e nelle foto che abbiamo realizzato oggi, riescono molto più di me.

È voluto il richiamo al disco degli NWA “Straight Outta Compton”?

In parte. Ci siamo ispirati ai “Soprano’s” che a loro volta si sono ispirati agli NWA.

Il primo lavoro a uscire in forma fisica fonde quindi il precedente EP e alcuni nuovi brani. In che modo convivono i due mondi?

È come se fossero luna e sole. Uno è stato scritto durante la quarantena: nove mesi dopo l’ultimo live mi sono messo a lavorare, dimenticandomi completamente di cosa significasse fare i concerti. Ho scritto quindi un EP da ascolto, fruibile anche senza la dimensione del live. I nuovi pezzi, invece, sono tutti pensati per un ipotetico concerto. Tre brani, tre momenti diversi in cui eseguirle. Questo rispecchia il momento in cui i due sono stati pensati: sono talmente distanti che insieme convivono benissimo.

Che tipo di artista sei? Ti piace scrivere?

Lo faccio sempre. È impossibile per me fermarmi, c’è sempre una versione migliore di quella appena fatta. Quando lavoro a un brano ci passo molto tempo, viene affinata al meglio. Sono una persona che per natura è insoddisfatta e questo mi porta a voler fare sempre più musica e a dedicarmici tantissimo.

Mi stai dicendo quindi che c’è altro materiale che uscirà in futuro?

Ci pensavo qualche giorno fa mentre facevo una cernita tra i provini che ho. Ci sono sicuramente idee, alcuni brani già scelti per il futuro… Diciamo che bisogna lavorarci, ma c’è carne al fuoco.

Verso che sound porterai i tuoi ascoltatori?

Dentro questi nuovi tre pezzi c’è sicuramente un esempio di quello che mi sta influenzando ultimamente. C’è un brano garage, uno lo-fi e uno con la cassa dritta che è “Fumo pensando a te”. Mi piace sperimentare, sono attratto dalla cultura dei club inglesi, dalla drum and bass alla house. In più c’è anche il mondo lo-fi che mi attrae moltissimo. Sto infatti lavorando con il produttore Fudasca, che secondo me è uno dei migliori al mondo.

Chi ti ispira?

Ogni settimana uno diverso.

Questa?

Sto ascoltando moltissimo Amaarae, puro r’n’b.

Come stai?

Molto bene. Sono felice. Sono ripartito a lavorare al 100% e sono anche in tour, diciamo che me la sto godendo.