MOVIE OF THE MONTH: LA BALLATA DELL’ODIO E DELL’AMORE (Balada Triste De Trompeta)

di Luca Rivolta
 
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La Ballata dell’odio e dell’amore è un film di Álex De la Iglesia, vincitore del Leone d’Argento per la miglior regia, nonostante in Italia, come capita spesso e volentieri, non è stato neanche proiettato nella maggior parte delle sale.
 
Il film è ambientato durante la dittatura di Francisco Franco, (il contesto ha un ruolo fondamentale nella vicenda), ed è principalmente una storia di un intreccio amoroso tra due clown e una trapezista.
 
Concedetemi una piccola premessa: odio i clown. Oddio, non è che li odio proprio, è che mi fanno cacare addosso, un misto di paura e schifo, una cosa strana. Il film è un horror grottesco mascherato da una storia d’amore malata. Quindi vi lascio immaginare la difficoltà. Ma se ci son riuscito io potete farcela tutti, non temete.
 
Il film inizia con una scena davvero di forte impatto: durante la guerra civile spagnola, un generale entra in un circo arruolandone tutti i membri per combattere le milizie fasciste. Il clown, armato solo di machete, ne uccide a decine. È il classico film che solo per la potenza delle immagini convince fin dal primo minuto. Senza spoilerare niente, vi anticipo solo che la storia si sposta poi qualche anno più avanti, quando il figlio, diventato un pagliaccio triste, a differenza del padre che era un pagliaccio felice, entra a far parte di un circo. Il suo ruolo sarà quello di spalla al pagliaccio felice, punto di forza del circo. Banalmente, si innamorerà della sua fidanzata, e sempre banalmente verrà subito a galla la vera natura del pagliaccio felice, infinitamente violenta. Da qui in poi la pellicola si stacca completamente da ogni senso logico, elevandosi a qualcosa di assolutamente grottesco e surreale. Il triangolo amoroso verrà vissuto da tutti in modo più che malato.
 
Non mancano scene di violenza che sfiorano il macabro, le stesse azioni dei protagonisti, perdono completamente qualsivoglia senso razionale. Certo, bisogna essere amanti di questo genere, ma il film, sotto questo punto di vista è davvero sublime. Trovo che sia davvero difficile far combaciare elementi che un senso razionale non ce l’hanno, invece De la Iglesia ci riesce perfettamente. È davvero un film che regge, dall’inizio alla fine. Anche nel finale, fino all’ultimo secondo, sarete immersi nella storia, ma allo stesso tempo confusi, e quasi schifati. La sensazione che si prova è qualcosa di molto simile a quello che prova la protagonista nei confronti dei due clown. Una sorta di seduzione… si è quasi ipnotizzati, ma anche spaventati e disorientati di fronte a tanta violenza e malinconia. Iglesia gioca molto sulla contrapposizione pagliaccio felice e pagliaccio triste, sia nella contrapposizione tra i due, che nel conflitto interiore degli stessi. Una frase riassume a parer mio tutto ciò in modo molto esplicito, quando il pagliaccio felice ammette che se non fosse stato un clown, quasi sicuramente sarebbe diventato un assassino. L’altro lato secondo me degno di nota è la critica al regime fascista che opprimeva la Spagna in quegli anni. Quando si parla di questo argomento, è molto facile sfociare nel banale; sì, sì, nazi-fascisti cattivi, povera gente comune bla bla, tutte cose già viste un milione di volte. Qui invece si nota una critica perfettamente esplicita ma per nulla banale. Iglesia non cerca di andare in profondità, non esplora nuovi punti di vita. Principalmente dice anche lui “fascisti cattivi”, ma lo fa prima di tutto intrecciandolo con la storia, anche se di fatto non c’entra nulla, e principalmente lo fa in modo malato. Riesce a tenersi sul grottesco anche dall’inizio alla fine.
Sugli altri aspetti tecnici non mi soffermerei molto. Sì, tutto molto curato, la colonna sonora aggiunge drammaticità al tutto, cosi come il trucco, le location. Attori impeccabili, come quasi sempre accade quando sono seguiti da un bravo regista. Nota di merito alla fotografia: la maggior parte delle scene sono davvero devastanti, un fortissimo impatto visivo.
 
Come al solito è difficile descrivere a parole certe sensazioni, ma vi assicuro che è assolutamente qualcosa da provare.
 
 
 
 

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