LANDLORD

di Federico Ledda

LL-18creditLa coverstory di aprile vede come protagonisti i LANDLORD, eclettica band protagonista dell’ultima edizione di X Factor. Sin da subito loro grandi sostenitori, abbiamo deciso di omaggiarli con la copertina di THE EYES FASHION. Per quale motivo proprio loro? Perché sono diversi, sono interessanti, e hanno qualcosa da dire.

Il gruppo di Rimini ha di recente lanciato ASIDE, loro album di debutto. Il disco si presenta come un caldo abbraccio confortante che unisce elettronica pura a malinconico pop, regalando così all’ascoltatore un turbinio d’emozioni diverse… Oltre a un ottimo disco. Freschi d’uscita del primo singolo ”Get By” li abbiamo incontrati a Milano, dove tra uno scatto e l’altro ci hanno raccontato l’inizio del loro viaggio…

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Tutti vi chiedono di X Factor, mentre in realtà i Landlord esistevano anche prima… Cosa facevate prima di irrompere sugli schermi?
Francesca: Il progetto nasce tre anni fa da un’idea di Gianluca, che dopo varie esperienze con altri gruppi ci teneva a creare qualcosa che sentisse più suo… Così dopo avere tirato in ballo Luca, con la quale già suonava, nell’estate del 2012 iniziano a preparare i primi pezzi e a buttare giù le prime idee. Sentendo però la mancanza di una voce femminile, Luca mi ha contattata e dopo essere rimasti in tre per un breve periodo, una sera eravamo in studio, ed è passato Lorenzo che casualmente aveva lasciato i piatti della sua batteria ed è stato amore!
Com’era la vostra band prima di entrare a far parte del programma?
Diciamo che dopo il primo anno e mezzo, che ci è servito per conoscerci meglio, e per capire fino in fondo il nostro sound, abbiamo iniziato a scrivere i primi pezzi, che poi sarebbero entrati nel primo EP, che appunto è appena uscito.
Cosa avete imparato da X Factor?
Ci ha sicuramente insegnato un metodo di lavoro, e come essere dei veri professionisti. Ci ha anche confermato che stavamo prendendo la direzione più appropriata per il nostro sound.
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Come nasce un pezzo dei Landlord?
Inizialmente partiamo dalla musica, e in base a quello che ci trasmette nasce il testo. Diciamo che non c’è una regola fissa di come i nostri pezzi nascono, in linea di massima è Gianluca il primo ad occuparsene, poi arriviamo noi e portiamo il resto.
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Come sta reagendo il pubblico alla vostra musica?
Non ci aspettavamo tanto supporto ad essere sinceri. Siamo contentissimi. Dopo l’uscita del primo singolo ”Get By”, ci hanno scritto in tantissimi complimentandosi. Per noi è stato davvero bello.
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A chi vi ispirate musicalmente?
Tantissimi. Se ci facessi questa domanda tra un mese, probabilmente ti daremo un altro nome. Di sicuro.
Immagino! Ma adesso, alle 13:59 del 21 marzo, a chi vi ispirate?
Più che un riferimento preciso di un’artista c’è sicuramente un mondo, che è quello del nord Europa.
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Come descrivereste il vostro primo lavoro utilizzando una sola parola?
Intimo. E’ un lavoro ricco di atmosfere calme e tenui che poi si evolvono diventando più cariche, più piene.
Adesso andrete in tour, siete agitati?
Non vediamo l’ora di fare sentire a tutti quello che abbiamo da dire!
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Photographer ALESSANDRO LEVATI
Graphic designer CRISTINA BIANCHI
From an idea of FEDERICO LEDDA
Hair and make up EMANUELA CARICATO
Styled by FEDERICO LEDDA
Production FEDERICO LEDDA, ALESSANDRO LEVATI, CARLOTTA ZUCCARO
Location The Light Place (thelightplace.it <http://thelightplace.it> )
Special Thanks To Carlotta Zuccaro, INRI Torino, Laura Magni @ annaBi & Laura Magni

BIANCO – NEVER LOOK DOWN

di Federico Ledda
foto Alessandro Levati
Special thanks to: Cantine Isola (via Paolo Sarpi 30)

Bianco profilo

 

Bianco: un’artista che sicuramente non si vergogna della sua sensibilità, anzi, la mostra come il più prezioso dei suoi averi. E’ questo che mi ha colpito del cantautore Torinese che abbiamo incontrato in occasione dell’uscita del suo terzo disco Guardare Per Aria: disco particolarmente bello, di quelli che proprio non ti stufi mai di ascoltare talmente è scritto e prodotto bene. Insomma, album squisito che merita di essere ascoltato, compreso e cantato a squarciagola… specialmente Areoplano e Corri Corri! Oltre che cantante, Bianco vanta un posto nella squadra di Levante, dove è parte integrante delle produzioni.

Potevamo quindi perdere l’occasione di fare due chiacchiere con Bianco in carne ed ossa? Assolutamente no!

Un disco molto intimo, probabilmente il più intimo dei tre che hai pubblicato fino ad ora: come è stato scriverlo? Una liberazione?
E’ stata una liberazione, ma anche una prova con me stesso per vedere se veramente avevo capito le esperienze che ho avuto la fortuna di vivere negli ultimi anni. Diciamo che mi interessava ritornare dentro quelle storie e trasformarle in musica!

In che modo è avvenuta la scrittura del disco? Descrivici il processo
L’ho scritto tutto in una settimana e mezzo. Volevo farlo, avevo proprio l’esigenza e il desiderio di scrivere cose nuove, però avevo il blocco dello scrittore…Ho però poi traslocato in una piccola casa sperduta a Moncalieri, con un panorama davvero mozzafiato, e dopo aver montato la scrivania con il computer e il microfono, ho iniziato a scriverlo senza fermarmi!

Qual è stata la canzone più difficile da scrivere?
Non riuscivo a finire Corri Corri, motivo per cui ho chiesto a Claudia (Levante) di intervenire… Mi sono reso conto che serviva una visione femminile, stavo raccontando una dinamica di coppia, quindi mi interessava capire anche l’altra parte cosa poteva pensare, quindi ho poi chiesto a lei che parallelamente stava vivendo una situazione simile a quella del pezzo, e finalmente sono riuscito ad ultimarla!

Tu e Levante siete ormai inseparabili! Tra tournée e disco… come vi siete trovati?
Le piaceva il mio sound, e cercava qualcuno che le arrangiasse i pezzi. Dopo essere stati in studio, è partita la tournée che è durata un anno, sai, in furgone i rapporti si trasformano diventando molto più personali, tutte le inibizioni vanno a quel paese… Diventa la tua famiglia!

Ti ho chiesto prima quale canzone fosse stata la più difficile da scrivere… Quale è stata invece la più facile?
Dal punto di vista della scrittura è stata Filo d’Erba, che è venuta proprio in un secondo. E’ stata però anche la più difficile per l’arrangiamento perché avendola composta col connubio chitarra/voce, bisognava trovare una base per riempirla… Mi interessava che arrivasse a tantissima gente, e in Italia il fatto di mettere basso e batteria è davvero molto importante per raggiungere un pubblico più vasto.

Qual è invece il pezzo a cui tieni di più?
Le Stelle Di Giorno, perché è una sorta di ninna nanna, anche se c’è una parolaccia di mezzo! (Ride ndr) Durante la strofa cerco di descrivere una cosa che non è proprio mia, ed è la prima volta, mentre invece nel ritornello parlo di una cosa super personale, quindi ha delle metafore che fanno da contrasto. Tuttavia è una canzone semplice, anzi è proprio LA canzone! Ci tengo molto.

Da cantante, è stato difficile abbandonare il microfono, per iniziare a suonare per qualcun altro?
Ho iniziato suonando la chitarra in un altro gruppo, quindi tornare sul palco a suonare per altre persone mi è piaciuto tantissimo perché è stato un po’ un ritorno alle origini.

Sarà difficile adesso quindi fare un concerto dove a cantare sarai tu?
Sarà difficile in quanto è difficile fare un concerto in cui canti! Non di più, e non di meno…Spero che le esperienze di questi ultimi anni mi aiuteranno ad arrivare a un livello più alto!

 

Bianco fronte