Q&A: JD.COM

di Federico Ledda

Lookbook Albertalli 2016

JD.COM, la più grande piattaforma di retail in Cina (e la prima che si batte contro la contraffazione), ha lanciato durante lo scorso salone del mobile di Milano, la prima piattaforma dedicata su JD Mall attraverso la quale i marchi internazionali di arredamento, potranno arrivare a vendere a milioni di consumatori cinesi i loro prodotti. Abbiamo incontrato il presidente di JD.com a Milano, durante l’evento di lancio della piattaforma: per l’occasione, 10 designer italiani e cinesi, hanno realizzato 10 uniche stanze dedicate a progetti collaborativi per promuovere il meglio del design italiano in Cina. Il colosso dell’e-commerce vuole dare una forte spinta al design italiano per un mercato potenziale di oltre 155 milioni di suoi clienti.

Lookbook Albertalli 2016

In che modo JD.com è riuscito a diventare così importante?
La vendita al dettaglio è sempre stata molto debole in Cina, quindi, la creazione di JD.com è stata una necessità. Sin dall’inizio ci siamo battuti per mantenere l’autenticità e la qualità dei nostri prodotti, entrando in una fetta di mercato diversa rispetto a quella solita cinese, diventando così sinonimo di lealtà per i nostri clienti, che sono cresciuti a vista d’occhio.

In che modo è nata la ‘’Home Furnishing Platform’’?
La ‘’Home decorazioni’’ e l’arredamento più in generale, sono due tra le categorie che si stanno sviluppando più velocemente nel nostro sito, grazie anche ai brand internazionali che si stanno appoggiando a noi per la vendita dei loro prodotti. Accontentare il consumatore medio cinese, non è per niente facile, in quanto è abituato a degli standard alti e di qualità. Ma ce la stiamo mettendo tutta. Nella piattaforma sono già presenti oltre 15,000 brand inclusi Harbor House, Ashley, Kuhn Rikon e Fissare, Zojrushi.

In che modo avete scelto i brand per questo progetto?
Scegliamo i brand o i designers che sappiano incorporare la creatività alla praticità.

Cosa pensi dei designer italiani?
I designer italiani sono conosciuti a livello globale per la loro vena artistica. Il progetto è stato una grande opportunità per mettere insieme gli artisti più talentuosi, a quelli che invece riflettono la cultura cinese. E’ stata un’opportunità unica, che speriamo tutti ricapiti!

 Cosa c’è nel futuro di JD.com?
In questo momento abbiamo 155milioni di clienti attivi, e ci auguriamo che diventino sempre di più! Il nostro impegno a proporre solo prodotti di alta qualità, fanno di noi dei perfetti partner per le compagnie italiane che guardano al territorio asiatico.

GO HARD OR GO HOME (FESTIVAL)

di Federico Ledda
foto Alessandro Levati

ALE_8137 7 palchi, attrazioni e una line up del calibro di: Franz Ferdinand & Sparks, Interpol, Paul Kalbrenner, Simple Plan, Jack Savoretti, Vittoria And The Hyde Park etc. Sembra un qualsiasi festival europeo, invece, è l’HOME Festival di Treviso, Italia.

Ormai uno dei festival più importanti d’Europa, e il primo in Italia, l’HOME, è giunto alla sesta edizione, nonché la più grande mai stata fatta.
Non solo grandi artisti, ma anche grande organizzazione, che con lunghi mesi di pianificazione, è riuscita a dare all’Italia, un festival che nulla ha da inviare a Bonaroo, Coachella, o a qualsiasi altro grosso festival. Basti pensare al prezzo: 15 euro.

Ecco qualche momento rubato dalla lente di Alessandro per The Eyes Fashion.

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THE WOMBATS – THE INTERVIEW

di Federico Ledda

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Devo essere sincero: io gli Wombats non li conoscevo, non prima di ricevere un’email da Elena di Warner Music che mi proponeva un’intervista, e non prima di confrontarmi con la redazione di The Eyes Fashion, più nel dettaglio con Johnny, fan della band sin dagli esordi.
La prima cosa che ho fatto è stata quella di cercare Let’s Dance To Joy Divison tra la musica di Spotify su consiglio di Johnny che mi ha praticamente imposto di ascoltare il loro più grande successo.
Adesso posso ufficialmente dire di essere drogato di Wombats, e di avere scoperto un mondo! La band inglese, formata da tre amici conosciutisi alla Liverpool Institute of Performing Arts, vanta una fanbase di livello mondiale ed è già al terzo disco intitolato Glitterbug uscito da pochissime settimane. Il tutto a mia insaputa.

Dopo essermi quindi tramutato completamente in un mega fan, non potevo di certo farmi scappare l’occasione di incontrare Dan (batterista) e Tord (bassista) nel backstage del loro concerto SOLD OUT al Fabrique di Milano! Qual è stata quindi la risposta alla mail di Elena? Assolutamente sì, io e Johnny ci siamo!

Non pubblicavate un album dal 2011. Quanto è cambiato il vostro sound da allora?
T:
Glitterbug è sicuramente l’estensione di quello che abbiamo iniziato a fare con il nostro lavoro precedente This Modern Glitch. All’epoca però ci piaceva fare esperimenti per cercare di trovare un sound che ci appartenesse. Adesso che l’abbiamo trovato, ci siamo dedicati più ai dettagli e al perfezionamento.

Cosa avete fatto in questi anni di assenza?
D: Prima di iniziare al lavorare al nuovo disco siamo stati in tour per molto tempo. L’ultimo lo abbiamo fatto l’anno scorso in America ed è durato ben sei mesi, perché là la promozione di un disco funziona in modo diverso. Mentre in Europa se un singolo va bene, le stazioni radio lo suonano 5/6 settimane, in America lo puoi sentire anche per 9 mesi! Quindi rimani in tour molto più tempo.

Come definireste questo nuovo disco in tre parole?
T: Allegro, attraente e…
D: Sto fissando da un’ora la doccia che c’è qui in camerino, quindi direi doccia.
Allegro, attraente e doccia. (ride ndr)

State facendo un’importante tour europeo in questo momento. Com’è notare che il vostro pubblico è cresciuto così a vista d’occhio?
D: E’ una cosa che ancora ci rende increduli. Sono tre anni che mancavamo dall’Europa, eppure l’accoglienza è stata anche più generosa.
T: La cosa che più ci fa piacere è vedere le persone che cantano canzoni che magari non sono ancora uscite. Questo ti fa capire quindi che si informano, che fanno ricerca, che non sono là per caso insomma.

Il video di ”Give Me A Try” è sicuramente la dimostrazione di come i Social Media influiscono nella nostra vita. Com’è il vostro rapporto?
T: Hanno sicuramente un ruolo fondamentale per noi come band, perché tengono aggiornate le persone che ci seguono e che sono interessate a noi. Come persona invece cerco di starci lontano. Tempo fa eravamo in una stanza con una decina di persone che erano costantemente in silenzio incollate al telefono. E’ stato davvero strano e imbarazzante.

Cosa fate i minuti che precedono uno show?
T: Ci alleniamo! Sembra una battuta, ma specialmente chi suona ha bisogno di riscaldare i muscoli e le mani prima di uno show, in modo che non succedano incidenti. Poi stiamo un po’ per conto nostro e ci rilassiamo… Cerchiamo di entrare nella mentalità di un live!

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THE GOLDEN BOY – HOODIE ALLEN

di Federico Ledda

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Con il passare degli anni la rete è sempre diventata più influente in campo musicale, portando, spesso grazie a un colosso di nome YouTube semplici ragazzi a vere e proprie pop star. Lo sa bene questo americano ex dipendente di Google che ha lasciato un lavoro-sogno per investire nel suo di sogno: diventare un cantante. Dopo aver pubblicato svariati free mixtape su Internet, ed aver ottenuto un posto nella rinomata classifica di Billboard tutto senza un’etichetta, finalmente, oltre ai sempre più numerosi fan, anche i discografici hanno iniziato ad accorgersi di lui. Ecco quindi dopo tanta fatica ”People Keep Talking” un frizzante disco Pop/R&B che ti fa proprio capire la voglia di fare di questo golden boy, al secolo Hoodie Allen.

Finalmente il tuo primo disco! Com’è averlo tra le mani?
E’ un sogno che diventa realtà! Sono grato per quello che mi sta succedendo, e sono contento che sempre più persone si stiano appassionando alla mia musica.

Nel singolo di lancio ”All About It” duetti con Ed Sheeran, com’è nata questa collaborazione?
Io ed Ed siamo molto amici, l’idea della canzone è venuta fuori dopo una serata passata insieme… Ci ha messo davvero poco tempo a prendere forma!

E nel video interpretate due supereroi!
Sì, è stato folle! Ed era in Tour in Canada, e aveva un solo giorno libero, allora abbiamo organizzato tutto, e siamo andati a Toronto per fare le riprese. E’ stato troppo divertente!

Quali sono le differenze più grandi tra avere un contratto con un’etichetta e autoprodursi?
Quando sei da solo devi pensare a tutto te, e hai molte meno possibilità di farcela, mentre adesso posso finalmente focalizzarmi di più sulla musica.

Com’è essere in Italia?
E’ bellissimo, non c’ero mai stato! Non vedo l’ora di tornarci, magari per un live!

 

KWABS

di Federico Ledda

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Non ha nemmeno sfornato il suo primo disco “Love + War” che è già sulla cresta dell’onda con il successo “Walk“, che a oggi ha totalizzato oltre 30 milioni di visualizzazioni su YouTube. THE EYES FASHION ha scovato tra le scrivanie dell’ultimo piano degli uffici di Warner Music a Milano KWABS, cantante inglese che con della sua sensibilità in chiave pop sta facendo innamorare tutti, persino Sam Smith che l’ha voluto come suo opening act ufficiale per il tour europeo. Potevamo perdere l’occasione di scambiare due parole al volo?

Walk sta diventando poco a poco un successo planetario! Come ti senti, te lo aspettavi?
Non potevo mai immaginarmi di riscuotere tanto successo a livello internazionale. Ne sono contento, significa che la gente si è appassionata a quello che racconto con le mie canzoni.

Sta per uscire il tuo primo disco: ”Love + War”, come sarà?
Sarà l’esatto connubio dei sentimenti che ho già espresso nei miei pezzi usciti fino ad ora. Spero che alla gente piaccia tanto quanto i miei recenti singoli.

Il tuo brano ”Pray For Love” è davvero toccante, ce ne puoi parlare?
E’ come dice appunto il titolo, una sorta di preghiera espressa da due persone logorate dopo aver lottato con tutte le loro forze per l’amore.

Sei in tour con Sam Smith, come ti senti? E’ la tua prima volta in Italia?
Sì! Non ero mai stato a Milano! E’ bellissima la risposta che stiamo riscontrando qui, e quando Walk sia piaciuta alla gente! Non vedo l’ora di salire sul palco!

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WHEN IN ROME… – #1 – L’APOLIDE

Adam - Via delle Muratte - Roma
di Sara Bianchi

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A due passi da Fontana di Trevi si può assistere ad uno spettacolo artistico veramente particolare. L’artista in questione si chiama Adam e grazie a bombolette e stencil riesce a creare, in pochi minuti, opere che affascinano migliaia di turisti.

“Quando è iniziata la tua attività? Perché hai scelto questo tipo di arte?”

“Ho iniziato quando ero molto piccolo, già a pochi anni mi piaceva molto disegnare e da circa sedici anni faccio questo. È iniziato tutto perché volevo condividere la mia arte senza fare nulla di illegale, quando ho iniziato questo genere esisteva solo a New York e quindi ho deciso di portarlo in Italia. Forse a breve le mie opere saranno esposte qui vicino al museo di Roma.”

“Posso farti un’altra domanda? Da dove vieni?”

“Certo! Io sono apolita, sono un cittadino del mondo! Non ho patria, sono nato in Macedonia ma non ho un luogo di origine. Provengo da una famiglia molto numerosa, siamo tredici figli e tutti sparsi per il mondo!”

“Grazie mille Adam…è stato un piacere conoscerti!”

“Grazie a te, anzi, aspetta…tieni, queste tre te le regalo!!”

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