LA FINESTRA DI ANNALISA

di Federico Ledda

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È senza dubbio la cantante italiana del momento, e la vincitrice morale dell’ultima edizione di Sanremo, il festival della canzone italiana più importante di sempre. THE EYES FASHION ha incontrato Annalisa, fragile e carismatica cantante che dopo la scuola di Amici di Maria de Filippi di strada ne ha fatta, riuscendo a far diventare il suo ultimo successo “Una Finestra Tra le Stelle” disco d’oro, e le date del suo tour imminente quasi completamente SOLD OUT. Potevamo quindi farci scappare l’occasione di cercare di capire la chiave del suo successo?

Hai da poco finito l’esperienza Sanremese, com’è andata?
Bene! Sono molto contenta soddisfatta! E’ stata una bella settimana, al di là delle tensioni, è stato divertente! C’era un’atmosfera positiva, forse perché anche con gli altri cantanti ci si conosceva meglio, e quindi eravamo più a nostro agio.

Che cosa è cambiato dalla volta precedente?
Non lo so! Sicuramente io sono maturata. Ho notato anche una diversità nella situazione che mi circondava, mi sono davvero divertita!

Sei diventata nota al pubblico grazie alla partecipazione in Amici di Maria de Filippi. Quanto pensi che questo abbia influito sulla tua carriera?
Amici ha influito perché se non ci fosse stato io non sarei qui. E’ stata la mia prima porta aperta sul mondo della musica vera. Vera nel senso che avevo comunque già i miei progetti e la mia band, ma era sempre una battaglia per arrivare a fine mese; non avrei mai potuto vivere solo di questo. Amici è stata la prima occasione, l’inizio di un vero e proprio percorso.

Sei arrivata al tuo quarto disco, il primo in cui le canzoni a scriverle sei stata tu. Quali sono state le differenze che hai riscontrato nel lavorare a un album molto più intimo rispetto agli altri?
Questo disco si potrebbe definire quello della maturità! Diciamo che dopo un periodo a interpretare i pezzi degli altri ho deciso di tornare alle origini, portando sul palco le mie parole e i miei sentimenti. Alle origini perché in realtà è da quando ho quattordici anni che scrivo musica. Quindi sono solamente ritornata al mio approccio istintivo, quello che mi completa. Infatti sento ”Splende”, il mio ultimo disco, molto più mio rispetto agli altri, perché mi rappresenta al 100%.

Durante la serata delle cover, a Sanremo, hai deciso di cantare ”Ti Sento” dei Matia Bazar, come mai proprio questa scelta?
Ho deciso proprio questa canzone, perché oltre a piacermi da impazzire, volevo cantare una canzone nota, scegliere un pezzo che cantassero tutti, dalle persone in sala a quelle a casa, e ”Ti Sento” è proprio così: la sanno tutti.

Hai di recente collaborato con Raige per il brano ”Non Dimenticare (Mai)”. Come è accaduto?
Sia io che Raige siamo sotto etichetta Warner Music, e l’estate scorsa abbiamo fatto insieme il tour delle radio; cioè, io con la mia canzone, e lui con la sua, andavamo in giro dentro un pullmino stile ”Gruppo Vacanza Piemonte” per promuovere i nostri pezzi nelle radio. Ci siamo legati, abbiamo chiacchierato un sacco, e da lì, dal rapporto che si è creato, abbiamo deciso di fare un pezzo insieme. E’ stato un incontro a metà strada, non lui che si è avvicinato al mio mondo, e non io al suo. E’ stata una cosa paritaria, uscita davvero bene secondo me!

Come vedi il mondo dell’hip hop? Ti interessa?
Il rischio quando a volte ti avvicini per collaborazioni a mondi diversi dal tuo, è quello di rischiare di fare cose che non c’entrano con te o con la tua strada, bisogna quinidi stare attenti a questo. Se potessi collaborare ancora con la stessa sensibilità con la quale è stata fatta ”Dimenticare (mai)”, perché no?

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CHARLI XCX – A CHAT WITH THE LONDON QUEEN

di Federico Ledda
foto Alessandro Levati

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Rompere gli schemi della musica pop è davvero difficile, sicuramente non un’impresa da tutti i giorni. E’ questa la missione che sta compiendo Charli XCX, impavida hitmaker classe 1992, che con la sua sincerità estrema e sopra le righe sta continuando a sfornare un successo dopo l’altro Boom Clap, Break The Rules, e la più recente Doing It, con la sua connazionale Rita Ora.

E’ anche dietro ad enormi successi quali Fancy con Iggy Azalea e I Love It delle Icona Pop, dove oltre a prestare la sua voce, il pezzo l’ha anche scritto.

L’abbiamo incontrata nel backstage del PRISMATIC WORLD TOUR di Katy Perry, colossale tour nella quale è opening act; e abbiamo parlato del suo ultimo disco SUCKER, dei suoi successi e della sua vita.

Signore e signori, CHARLI XCX.

Boom Clap, poi Break The Rules e adesso Doing It! Innanzi tutto, come stai? Ti aspettavi un successo così enorme?
Non mi sono mai aspettata niente a dire il vero! Ho sempre fatto musica principalmente per me stessa, il fatto che poi alla gente piaccia o meno, non è affar mio. Sono contenta che la risposta sia positiva, trovo sia fantastico essere in tour e fare tappa in posti così diversi tra di loro, con persone che prestano davvero attenzione a te, e alla tua musica, e che condividono il tuo messaggio.

Sono molto colpito da SUCKER, davvero, trovo che sia uno dei dischi più interessanti, in ambito pop degli ultimi anni. E’ stato difficile conciliare testi forti e sinceri come i tuoi con l’industria del pop?
Quando mi sono messa a scrivere questo disco, ho deciso di buttare fuori tutto quello che non ho detto nei precedenti, senza fare compromessi con nessuno. Non ho mai scritto un pezzo per fare piacere a qualcun altro, ho sempre scritto solo per fare del piacere a me stessa. Sono molto egoista in questo.

Quali sono le differenze tra Sucker e il tuo precedente album True Romance?
True Romance è un disco molto più malinconico, timido e misterioso… se fosse un colore sarebbe sicuramente il viola; SUCKER, invece, è come un pugno in faccia… è pericoloso, è aggressivo, è selvaggio, sicuramente sarebbe un rosso acceso, o un rosa shocking. Diciamo che True Romance era molto più dolce come lavoro, mentre questo invece è molto più… stronzo. (ride ndr)

Qual è la canzone del disco alla quale sei più legata?
Sono indecisa, probabilmente sono due: la prima è di sicuro Sucker… Perché dico vaffanculo talmente tante volte che diventa terapeutico cantarla. Parla dell’industria musicale e delle mie esperienze fino ad ora in quel mondo, è praticamente un grandissimo dito medio a tutto e a tutti. L’altra è invece Need Ur Luv, che è la canzone più romantica e soft del disco. Queste due perché sono un ottimo contrasto tra di loro.

Hai scritto innumerevoli hit di successo, tra cui ”I Love It” per le Icona Pop. Come mai hai scelto di dare una canzone con quel potenziale a qualcun altro?
Quando ho scritto I Love It, era una canzone che mi piaceva molto, ma che non sentivo mia. Appena l’ho proposta alle Icona Pop, e gliel’ho sentita cantare, non avevo dubbi: era la canzone perfetta per loro. Sono davvero contenta che gli sia piaciuta.

In questo periodo sei in tour con Katy Perry: come mai un’artista con già all’attivo tre album, ha deciso di diventare l’opening act di qualcun altro?
La proposta è arrivata nel pieno della popolarità di Boom Clap; ho accettato per avere la possibilità di far conoscere la mia musica a un pubblico più vasto, così da poter fare crescere anche la mia fanbase. Inoltre adoro Katy, ogni sera mette in piedi uno show che è indescrivibile, e mi permette di usare tutto il palco per il mio set… E’ motivo di orgoglio per me stare là sopra prima di lei!

Hai di recente lavorato con Lorde alla colonna sonora dell’ultimo Hunger Games, com’è stato lavorare con lei?
E’ stato bello! Non abbiamo proprio lavorato insieme a della musica, ma diciamo che mi ha più che altro istruito su come voleva che fosse il mio pezzo, essendo la direttrice artistica della colonna sonora. Tuttavia è stato fantastico, ci siamo capite fin da subito, lei voleva che facessi qualcosa di differente, di inaspettato, e io volevo creare qualcosa che desse un tocco in più alla colonna sonora. Sono una sua grande fan, è davvero una persona intelligente, che da tutta se stessa per l’arte.

Se dovessi scegliere tre canzoni che secondo il tuo gusto sono le più belle di sempre, quali sceglieresti?
Britney Spears – Piece of Me
Lou Reed – Satellite of Love
Bow Wow Wow – I Want Candy

Qual è stata la cosa più divertente che un fan ha fatto per te?

I miei fan sono davvero dolcissimi! Mi hanno comprato tantissime copie del profumo di Justin Bieber, talmente tanti che me ne porto delle boccette sempre con me! Ce l’ho anche adesso addosso. Una volta un gruppo di fan mi ha regalato un bambolotto gonfiabile a grandezza naturale di Justin Bieber completamente tatuato in tutto il corpo, pure nel pene!! (ride a crepapelle ndr) La cosa ancora più divertente è che durante il tour americano, la bambola è venuta con noi!

Ma come mai tutto su Justin Bieber?!
Non ne ho idea!!! Ho solamente detto che mi piace la sua musica, non sono ossessionata da lui, apprezzo il suo percorso musicale! Ma adoro i miei fan e quello che fanno per me, sono davvero dolcissimi!
Quando tornerai in Italia?
Spero presto! Vorrei tornare a suonarci con il mio tour da headliner… Molto probabilmente nell’inverno di quest’anno!

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DEEP INTO SOKO

image1di Federico Ledda

Fragile, introspettiva e sincera. Sono questi i tre principali elementi che caratterizzano SOKO, la sua musica, e più nel dettaglio il suo ultimo album ”My Dreams Dictate My Reality”.
SOKO, all’anagrafe Stéphanie Sokolinski, nata a Bordeaux, in Francia nel 1986, inizia a far parlare di se e della sua musica nel 2006, quando quasi per gioco, registra in camera sua, con il suo telefono una traccia dal titolo ”I’ll Killer Her”, che carica poi su MySpace. Nemmeno il tempo di rendersene conto, il video musicale del brano, diventa talmente virale da arrivare a tre milioni di visualizzazioni.

Da allora SOKO di strada ne ha fatta: ha pubblicato un EP, un album dal titolo ”I Thought I Was An Alien” dalla quale ha estratto il singolo ”We Might Be Dead By Tomorrow” diventando un successo planetario, è diventata testimonial della SS 2014/15 di Just Cavalli, prestato la sua voce a Isabella nel film ”HER” diretto da Spike Jonez, e ha appena lanciato il suo secondo disco”My Dreams Dectate My Reality”, un meraviglioso e insolente viaggio punk attraverso le sue emozioni più profonde, prodotto dal the one and only Ross Robinson, storico produttore dei The Cure, grande fonte di ispirazione per l’album di Stéphanie Sokolinski aka SOKO.

Potevamo quindi farci scappare l’occasione di conoscere più a fondo l’unica vera Punk del nostro secolo?

La prima domanda è quasi lecita: com’è stato lavorare con Ross Robinson?
E’ stato fantastico! E’ come se fosse la definizione fisica di come un produttore dovrebbe essere! Quando cerchi un produttore per il tuo disco, cerchi di avere il meglio basandoti su cosa in precedenza lui ha prodotto, ma una volta contattati la loro domanda era sempre la stessa: ”Che budget hai?”. Ecco, con Ross, è stato completamente diverso, quando l’ho contattato, la prima cosa che mi ha detto è stata: ”Quello che hai fatto da sola, è già perfetto; il mio intento sarà quello di aiutarti a rendere questo processo ancora più speciale e intimo”, e così è stato.

Quali sono le differenze tra ”My Dreams Dictate My Reality”, e il tuo primo disco?
Il primo disco è stato scritto quasi interamente con la chitarra, ed è stato un percorso che ho intrapreso da sola, mentre invece in questo lavoro, ho deciso di smetterla di essere vittima delle mie emozioni cercando di scrivere un album estremamente profondo, ma più ottimista rispetto al precedente; infatti tutte le canzoni sono state scritte con tastiere, batteria, o drum machine, a parte l’ultima, Keaton’s Song, che l’ho scritta con la chitarra.

Com’è essere punk nel 2015?
Non lo so! (ride ndr) E’ difficile descriverlo e descriversi… Cerco solo di essere me stessa e di fare il cazzo che mi va di fare; ho una forte personalità e so bene chi sono. Non sono una ribelle, ma una che non scende a compromessi, che è così perché l’ha deciso, non perché glielo ha imposto qualcuno.

I tuoi sogni dettano veramente la tua realtà? (In riferimento a My Dreams Dictate My Reality)
Sì. In migliaia di modi! Ho sempre avuto una forte relazione con i miei sogni, quando ero piccola, ogni volta che avevo un incubo qualcuno della mia famiglia moriva, quindi sono cresciuta nella convinzione che i miei sogni uccidessero le persone, concetto che è estremamente presente nella canzone ”Oceans Of Tears”… E’ la prima volta che ho trovato il coraggio di parlarne apertamente, e dopo essere cresciuta con questo peso è stato quasi una liberazione. I sogni per me hanno estrema importanza, ad esempio: dovevo trasferirmi a New York da Seattle, ed esattamente la notte prima di partire, ho sognato di trasferirmi a Los Angeles, così il giorno seguente, sono partita per LA, città in cui tutt’ora vivo.

Qual è la canzone più profonda del tuo nuovo disco?
Lo sono tutte, perché non riesco a scrivere se non dal profondo. Tutto quello che scrivo mi rappresenta a pieno, e quando scelgo di parlare in un brano di un argomento preciso, non la smetto fino a quando sono convinta di avere scritto ogni singola cosa a riguardo.

Com’è stato lavorare con Spike Jonez e dare voce a un personaggio di un suo film?
E’ stato completamente inaspettato! Stavo cenando con lui (Spike), quando mi ha chiesto di andare il giorno seguente in produzione a fare qualcosa insieme, e che mi avrebbe mandato del materiale tramite email. Era mezzanotte quando ho ricevuto la mail, e dentro c’erano tre fittissime pagine di copione e il suo messaggio: ”Riesci ad essere domani da me alle 10?” Dopo esserci andata, abbiamo scritto delle altre pagine insieme, entrambi piangevamo… E’ stata una cosa estremamente intensa, lui è il migliore!

Sei sempre in giro per il mondo, dov’è il posto dove ti senti a casa?
LA! Ma cerco di sentirmi a casa in ogni posto dove mi trovi…anche perché non ho una casa! La mia casa è la mia valigia; anche quando sono a Los Angeles, sto dalla mia migliore amica e divido il letto con lei. Quindi cerco di sentirmi a casa ovunque io sia.

Quando tornerai in Italia? Abbiamo bisogno di te!
Ne stavamo parlando giusto poco fa, speriamo il più presto possibile! Mi piacerebbe venire a suonare in Italia, sarebbe epico!

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WELCOME TO KATYLAND

di Federico Ledda
foto Alessandro Levati
KATY PERRY's PRISMATIC WORLD TOUR - Milan

Katy Perry
Potremmo tornare a rivivere ciò che è accaduto la scorsa notte? Sembra un sogno, eppure ieri sera a Milano c’è stata l’unica tappa italiana del PRISMATIC WORLD TOUR marchiato Katy Perry. Parole troppo lungimiranti? Lo credevo anch’io prima di aver visto il concerto dal vivo. Il live si presenta come un vero e proprio show studiato per appassionare, divertire e stupire il pubblico; a partire dall’opening act, che non poteva essere che il meglio del meglio, ovvero CHARLI XCX, pop star inglese che conosceremo meglio sul numero di marzo di The Eyes Fashion. Subito dopo l’inglese, la pedana della passerella del palco si è alzata, diventando una piramide di led, e tra urla, luci e fumi, è spuntata  una raggiante KATY PERRY che con la sua ROAR ha rapito un estasiato pubblico che comprendeva, tra gli altri, Jeremy Scott, Anna dello Russo e Fausto Puglisi.

Katy Perry

La prima parte dello show è andata via in un soffio, ma nonostante questo lo spettacolo è andato di bene in meglio proseguendo con la cantante americana, che, cavalcando un cavallo d’oro per la sua DARK HORSE, ha sfoggiato un un look completamente diverso da quello precedente.
Il concerto prosegue, e dopo almeno altri tre cambi termina.

Katy Perry

È stato un live epico sotto tanti aspetti, innanzitutto lo è stato per l’interazione dell’artista con il pubblico, ma anche grazie ai ballerini, ai musicisti, alla scaletta, ai costumi, alle luci, ai fans e soprattutto: al mastodontico palco a forma di piramide che coinvolgeva l’intero Mediolanum Forum.
Katy Perry si è dimostrata una vera e propria performer sapendo riuscire a divertire anche i più scettici. Il PRISMATIC WORLD TOUR è davvero per ogni età e per ogni genere di persona, mai scontato, sempre spumeggiante e sbalorditivo. Da vedere.

Katy Perry

Katy Perry

 

Katy Perry

Telesplash – Una poesia scanzonata

 di Johnny Dalla Libera
 foto di Alessandro Levati
 Special thanks to: Ohibò Milano

Oggi abbiamo incontrato i Telesplash in occasione del loro live all’Ohibò di Milano dove avranno modo di presentare il loro terzo disco intitolato ‘’Non è più poesia’’, un titolo ingannevole, perché è vero che la loro personalità è scanzonata, come dicono loro, un po’ spensierata e leggera, tuttavia nonostante la leggerezza sono arrivati ad una produzione davvero matura sia nei testi che nell’alta qualità dei suoni merito di un ottimo lavoro di squadra in studio di registrazione.
Ora meglio lasciar parlare loro e la loro musica.

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Siete rientrati in studio per incidere ‘’Non è più poesia’’, un disco con un sound ed una formazione rinnovati: com’è stato l’affiatamento artistico della band?
Marco (Cantante): Non è stato facilissimo perché ognuno ha i propri gusti, tuttavia i tre quarti del gruppo coincidono e poi è bello passare il tempo a discutere in sala prove sulle nostre idee. Un fattore della nostra impronta è anche quello, appunto, che ognuno arriva con un proprio bagaglio culturale musicale alle spalle e contribuisce alla creazione di un sound nuovo.

Le musiche sono molto curate sia nel sound che nelle melodie, dalle linee del basso, ai riff di chitarra. Ma quanto conta per voi il testo di una canzone durante il processo di composizione?
M: Nei dischi precedenti abbiamo approcciato la scrittura dei testi in modo spensierato, per noi hanno priorità le melodie perché essendo filo-britannici conta molto il motivo soprattutto per un ascoltatore non madre-lingua e cerchiamo di curare il suono delle parole. Tuttavia in alcuni pezzi, essendo noi maturati, abbiamo lavorato con cura al testo come in Pioggia e sole. Infine se dovessi mettere su due piatti della bilancia una canzone col testo profondo ma che manca di melodia ed un testo spensierato ma che suona come una bomba noi scegliamo il secondo.

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C’è qualcuno di voi che a livello compositivo è più presente rispetto ad altri membri della band?
M: Prima influiva il batterista, ora mi sto impegnando molto io ma dal momento che l’idea viene proposta alla band col passare del tempo comincia a prendere forme e colori diversi sia come melodie sia come ritmi, quindi alla fine ognuno contribuisce con le proprie pennellate per poter ottenere un ottimo quadro!

La parola d’ordine del disco è divertimento tuttavia avete intitolato il disco ‘’Non è più poesia’’, si riferisce a qualcosa in particolare nelle vostre vite questo titolo?
M: Noi siamo sempre stati molto scanzonati nello stile di vita, chi ci conosce lo sa, però col passare del tempo è difficile convivere all’interno di una band con le divergenze di pensiero. In più Non è più poesia è una frase che si trova all’interno del brano Pioggia e sole che tra l’altro è la canzone che secondo noi meglio rappresenta l’essenza di questo disco. Ci è piaciuta la frase da subito e significa che è finita la pacchia che dobbiamo mettere fine alla scanzonatura col fine di maturare. Comunque la parola d’ordine divertimento rimane, chi partecipa ai nostri live lo sa!

Vantate una collaborazione con Pupo in Freddo, la seconda canzone del disco. Chi è un artista italiano col quale vi piacerebbe collaborare?
M: A me piace tantissimo Jovanotti e a livello di sound è quello più aggiornato e fresco nonostante faccia musica ad alti livelli da molti anni. Se però posso dire più di un nome mi piacerebbe tantissimo Adriano Celentano, basterebbe anche solo la sua voce.

Srano (nome d’arte del chitarrista Mattia Sarno ndr): A me piacerebbe lavorare con Thom Yorke (leader dei Radiohead e degli Atoms For Peace, ma anche protagonista solista ndr) poiché penso sia uno che dedica molto tempo alla cura del suono ed ha composto della musica di qualità.

Robot (Roberto Elia Palazzi Bassista): Essendo un bassista adoro Jovanotti, il suo bassista Saturnino e la sua musica, sarebbe un sogno una collaborazione con lui. Uscendo dall’Italia mi piacciono i Saint Motel che hanno un’ottima base ritmica. Un sound un po’ retrò reso moderno poi sono giovani e stanno meritando il loro successo.

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Ascoltando in modo più approfondito ‘’Non è più poesia’’ non sono riuscito a creare una similitudine tra voi e altre band. Ma quali sono le vostre influenze musicali?
M: Per dirla in modo un po’ grossolano il brit-pop in generale ma non posso non citare i The Beatles. All’unanimità possiamo dire i The Clash, ma il chitarrista arriva da un background Metal anche se non si direbbe, perché si è plasmato bene all’interno della band e siamo tutti molto diversi gli uni dagli altri ed un grande aiuto ce l’ha dato il nostro produttore. Davvero troppo forte l’ultimo disco degli Arctic Monkeys!

R: Macca (soprannome di Sir Paul McCartney ndr) è il mio bassista preferito poiché vengo da una realtà di musica inglese, quindi The Beatles, The Smiths sono le mie ispirazioni e quindi io lavoro molto sugli arrangiamenti e sulle melodie, un po’ meno sul ritmo. Dimenticavo, adoro i Jamiroquai.

S: Amo i The Beatles, i The Cure e i Blur fra le tante band che ascolto. Questi gruppi hanno dei chitarristi che non si limitano a virtuosismi bensì sanno dare il colore giusto alla loro presenza nel brano. Ormai non si suonano più gli assoli di due minuti nei brani moderni.

Mi riferisco solo a Sarno per una curiosità sulle chitarre: quali hai usato per registrare l’album?
S: Ho usato una Gibson Les paul che apparteneva al mi babbo (mio papà ndr), la Fender Stratocaster ma prediligo due chitarre che non possono mancare in tournée la ES 335 e in cima alla classifica c’è la Fender Telecaster: è la prima chitarra elettrica della storia e forse è la più completa! In più ho usato degli effetti che non usavamo prima e degli amplificatori valvolari Vox e Fender!

Qual è la maggiore differenza tra quest’ultimo disco in confronto ai precedenti?
M: A livello di suono siamo maturati tantissimo. Benchè a Bar Milano (disco uscito nel 2010 ndr) io ci sia molto affezionato, poiché ci ha fatti uscire dal nostro piccolo contesto, ascoltando i nostri tre dischi insieme si evince che quest’ultimo è più maturo riguardo alla ricerca del suono, sia nei singoli strumenti sia nel prodotto finale. Grazie anche al nostro produttore abbiamo raggiunto una qualità più elevata e matura.

LA MAGIA DI KIESZA

di Federico Ledda
foto Alessandro Levati

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Magazzini Generali trasformati in una dancehall: è questo il concerto di Kiesza. Dopo un opening act mozzafiato, e un’attesa quasi estenuante, tra luci, fumi e un acustica forse troppo obsoleta, eccola finalmente sul palco!

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Camicia vintage Versace legata in vita, boyfriend jeans e Reebok Pupmp ai piedi, Kiesza non si ferma un attimo sfoggiando oltre a delle rispettabilissime doti canore, anche delle grandiosi doti da ballerina (questo spiega la scelta di un paio di sneaker ai piedi).

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Concerto studiato nei minimi dettagli, senza nemmeno una pausa e una scaletta forse troppo sintetica, non sono però mancati i successi che hanno reso celebre la cantante canadese in tutto il mondo quali Hideaway e Giant In My Heart. Il concerto ha trovato spazio però anche per una parte acustica voce/tastiera con anche una cover di What Is Love suonata da lei stessa.

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Insomma, Kiesza è davvero un talento: sa cantare, sa ballare, e sa intrattenere. L’unico ripensamento, è forse quello di un repertorio con un beat troppo simile, e una voce troppo acuta anche quando non dovrebbe, ciò nonostante, non ci ha deluso. Voto: 8.

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CHI E’ MARIANNE MIRAGE?

di Federico Ledda
foto Alessandro Levati

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Penso che raramente mi sia capitato di essere così interessato all’opening act di un concerto.
E’ però quello che mi è successo ieri sera allo spettacolo di Kiesza. Prima che la cantante canadese salisse sul palco, a intrattenere i presenti ci ha pensato Marianne Mirage: nuovo criptico e talentuoso talento by Caterina Caselli e Sugar, sua casa discografica, che ha saputo piacevolmente sbalordire tutti quanti.
Timidissima sul palco, lascia i convenevoli da parte per far parlare solo la sua anima, attraverso una voce mozzafiato, una chitarra tra le mani, e i suoi sintetizzatori con la quale si diverte durante il live.
Mirage si presenta con un tocco di internazionalità sia per le sue sonorità estremamente aggiornate e al passo coi tempi, ma anche per un inglese, francese e italiano impeccabili che danno spessore ai suoi pezzi, rendendola così curiosa anche per un pubblico che ascolta dance-pop come quello di Kiesza.

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Siamo sinceri, per noi Marianne non è un volto nuovo, per vie traverse la conosciamo già da un mese, e il suo pezzo Come Quando Fuori Piove, risuona prima di ogni riunione della nostra redazione. Non l’avevamo però ancora sentita live, e credetemi, è sbalorditiva.

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Il disco è in lavorazione, non ci resta che aspettarlo, seguendola live, cercandola su YouTube e sui vari social dove è lanciatissima.

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Grammys 2015 – BEST AND WORST DRESSED

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In diretta dalla cerimonia più importante della musica internazionale, ecco i meglio e peggio vestiti dei GRAMMY AWARDS 2015.
Live from music’s most important ceremony of the year, the Grammys, here’s the best and worst drressed.

BEST DRESSED:

Maddie Ziegler and Sia BEST
Maddie Ziegler and Sia are looking AMAZING in this coordinate outfit!/Maddie e Sia stanno benissimo in questo outfit coordinato!
Katy Perry in Zuhair Murad BEST
What a bombshell Katy Perry is in her Zuhair Murad Dress! / Katy Perry è semplicemente stupenda in Zuhair Murad!
Miley Cyrus in Alexandre Vauthier BEST
Miley Cyrus is Chich and Classy in Alexandre Vauthier! / Miley Cyrus è classica e chic in Alexandre Vauthier!
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Madonna in Givenchy, wow!
The 57th Annual GRAMMY Awards - Red Carpet
Charli XCX rocking Moschino! Beautiful look! / Charlie XCX in Moschino, look fantastico!

WOST DRESSED

Chris Brown WORST
Chris Brown… You’re at the Grammys, stop it! / Smettila di fare la rockstar Chris Brown! Sei ai Grammys!
Ed SHeeran WORST
Ed Sheeran, we love you, but what the fuck! / Ed SHeeran, ti adoriamo, ma che cazzo però…
Gina Rodriguez WORST
Gina Rodriguez… Who and why? / Gina Rodriguez… Chi e perché?
Jenny Lewis… What’s wrong with you? / Jenny Lewis! Cosa c’è che non va con te!
Lady Gaga in Brandon Maxwell WORST
Lady Gaga is defenitely trash tonight! / Lady Gaga è sicuramente trash stanotte!

 

 

BIANCO – NEVER LOOK DOWN

di Federico Ledda
foto Alessandro Levati
Special thanks to: Cantine Isola (via Paolo Sarpi 30)

Bianco profilo

 

Bianco: un’artista che sicuramente non si vergogna della sua sensibilità, anzi, la mostra come il più prezioso dei suoi averi. E’ questo che mi ha colpito del cantautore Torinese che abbiamo incontrato in occasione dell’uscita del suo terzo disco Guardare Per Aria: disco particolarmente bello, di quelli che proprio non ti stufi mai di ascoltare talmente è scritto e prodotto bene. Insomma, album squisito che merita di essere ascoltato, compreso e cantato a squarciagola… specialmente Areoplano e Corri Corri! Oltre che cantante, Bianco vanta un posto nella squadra di Levante, dove è parte integrante delle produzioni.

Potevamo quindi perdere l’occasione di fare due chiacchiere con Bianco in carne ed ossa? Assolutamente no!

Un disco molto intimo, probabilmente il più intimo dei tre che hai pubblicato fino ad ora: come è stato scriverlo? Una liberazione?
E’ stata una liberazione, ma anche una prova con me stesso per vedere se veramente avevo capito le esperienze che ho avuto la fortuna di vivere negli ultimi anni. Diciamo che mi interessava ritornare dentro quelle storie e trasformarle in musica!

In che modo è avvenuta la scrittura del disco? Descrivici il processo
L’ho scritto tutto in una settimana e mezzo. Volevo farlo, avevo proprio l’esigenza e il desiderio di scrivere cose nuove, però avevo il blocco dello scrittore…Ho però poi traslocato in una piccola casa sperduta a Moncalieri, con un panorama davvero mozzafiato, e dopo aver montato la scrivania con il computer e il microfono, ho iniziato a scriverlo senza fermarmi!

Qual è stata la canzone più difficile da scrivere?
Non riuscivo a finire Corri Corri, motivo per cui ho chiesto a Claudia (Levante) di intervenire… Mi sono reso conto che serviva una visione femminile, stavo raccontando una dinamica di coppia, quindi mi interessava capire anche l’altra parte cosa poteva pensare, quindi ho poi chiesto a lei che parallelamente stava vivendo una situazione simile a quella del pezzo, e finalmente sono riuscito ad ultimarla!

Tu e Levante siete ormai inseparabili! Tra tournée e disco… come vi siete trovati?
Le piaceva il mio sound, e cercava qualcuno che le arrangiasse i pezzi. Dopo essere stati in studio, è partita la tournée che è durata un anno, sai, in furgone i rapporti si trasformano diventando molto più personali, tutte le inibizioni vanno a quel paese… Diventa la tua famiglia!

Ti ho chiesto prima quale canzone fosse stata la più difficile da scrivere… Quale è stata invece la più facile?
Dal punto di vista della scrittura è stata Filo d’Erba, che è venuta proprio in un secondo. E’ stata però anche la più difficile per l’arrangiamento perché avendola composta col connubio chitarra/voce, bisognava trovare una base per riempirla… Mi interessava che arrivasse a tantissima gente, e in Italia il fatto di mettere basso e batteria è davvero molto importante per raggiungere un pubblico più vasto.

Qual è invece il pezzo a cui tieni di più?
Le Stelle Di Giorno, perché è una sorta di ninna nanna, anche se c’è una parolaccia di mezzo! (Ride ndr) Durante la strofa cerco di descrivere una cosa che non è proprio mia, ed è la prima volta, mentre invece nel ritornello parlo di una cosa super personale, quindi ha delle metafore che fanno da contrasto. Tuttavia è una canzone semplice, anzi è proprio LA canzone! Ci tengo molto.

Da cantante, è stato difficile abbandonare il microfono, per iniziare a suonare per qualcun altro?
Ho iniziato suonando la chitarra in un altro gruppo, quindi tornare sul palco a suonare per altre persone mi è piaciuto tantissimo perché è stato un po’ un ritorno alle origini.

Sarà difficile adesso quindi fare un concerto dove a cantare sarai tu?
Sarà difficile in quanto è difficile fare un concerto in cui canti! Non di più, e non di meno…Spero che le esperienze di questi ultimi anni mi aiuteranno ad arrivare a un livello più alto!

 

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EVERYBODY LOVES LOOP LOONA

di Sara Bianchi
foto di Sara Bianchi

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Sono passati pochi mesi dalla prima intervista ma, nel frattempo, sono successe moltissime cose.

Prima fra tutte: il 1 Dicembre 2014 siamo diventati “The Eyes Fashion”! Era dunque necessario contattare di nuovo la nostra amica Loop Loona e chiederle come sta procedendo la sua vita e la sua carriera.

Dall’ultima volta che ci siamo incontrati cosa è cambiato per Loop Loona?
Sono più consapevole, dopo tanta attesa finalmente l’album è uscito…ormai sono quasi sei mesi! Ha ricevuto ottime critiche e tutto ciò è servito ad allargare il mio pubblico ed a consolidare la mia “fan base”. Non puoi immaginare quanto io sia contenta che piaccia alla gente…a volte mi fa commuovere quello che mi scrivono.

Come sta andando l’album? Il tour?
Bene, molto bene. Sto avendo buoni riscontri…contando i pochi mezzi con cui è uscito, abbiamo fatto passi da gigante. Ho suonato in molti posti, ora penso che mi fermerò per un po’ per poi riprendere più avanti. Ma qualche data spuria forse uscirà, staremo a vedere.

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Negli ultimi tempi stanno apparendo molti rapper nella scena italiana, lanciati soprattutto dai talent show… Che ne pensi di questo fenomeno? Andrebbe incoraggiato o fermato?
Non credo che un genere come il rap possa avere un buon posto all’interno di questi format ma non ho nulla contro chi vuole partecipare e tentare la fortuna. Anche io sono stata contattata da uno di questi programmi…ma non è una cosa per me, non mi sarei sentita a mio agio.

Secondo te il vincitore di un talent può poi avere successo con un genere musicale come il rap nel nostro paese?
Dipende dalla persona, dall’artista. Uno come Moreno è riuscito ad avere successo. È passato da 0 a 100. Altri invece non ce l’hanno fatta.

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Pensi che questo fenomeno sia solo una moda passeggera o credi che l’Italia sia pronta per questo nuovo genere?
Penso che per adesso sia di moda ma penso anche che ormai il rap abbia guadagnato il suo posto all’interno del panorama musicale italiano, quindi, se ci saranno artisti capaci, continuerà a essere un genere di spicco.

C’è un nuovo album o delle nuove canzoni in programma?
Vorrei cominciare a lavorare a nuove cose. Devo ancora però decidere la strada da intraprendere…soprattutto a livello di produzioni.

 

MMFW – Paris Hilton DJ set takes over Just Cavalli Club

di Federico Ledda
foto Alessandro Levati

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Folla inimmaginabile per Paris Hilton che per la prima volta in Italia sceglie la settimana della moda maschile e in particolare il club Just Cavalli per un suo dj set.

Dire che il locale era sold out servirebbe solo in parte a descrivere la quantità della gente che è accorsa all’evento: immaginatevi gente arrampicata ovunque e aggrappata a a qualsiasi cosa per catturare uno scatto della bella bionda alle prese con il mixer.

Posizione davvero insolita, quella da deejay per Paris Hilton che dopo aver provato quasi ogni carriera ha deciso di buttarsi nell’ambito dei deejay. La domanda è: ha iniziato per passione, per noia, o per cavalcare la cresta dell’onda? In ogni caso Paris in versione deejay piace alla gente, che balla no stop fino alle 5 del mattino a ritmo di pezzi commerciali mixati un po’ a caso, suscitando però sempre grande entusiasmo.

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#Addicted – 2 – My Phonetographs

di Johnny Dalla Libera
 


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Panoramiche, selfie, fisheye, instaphoto… Siamo bombardati da materiale fotografico che arriva dai social network a partire dai singoli utenti (amici,fashion bloggers,food bloggers etc) o da pagine (di brand, personaggi famosi etc) ma cosa si nasconde dietro a delle foto che vogliono farci apparire molto spontanee, istantanee e “naturali”?
Post-production che da ora chiameremo Post-prodAPPtion!
Pochi conoscono il vero potere delle App per modificare delle semplici foto fatte col Telefono!

#ChiSiAccontentaGode
Non bisogna dimenticare quelli che si accontentano dei semplici filtri forniti con la sola fotocamera o da Instagram (che tuttavia alcuni son molto elaborati e piacciono) per ottenere un semplice effetto istantanea o Black’n’White o b/w!

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#LaLuceConta (App: Snapseed)
Salendo un po’ di livello, troviamo un must della postproduzione: Snapseed. Intuitiva e piena di features
Luci,Crop,Straighten sono fondamentali, filtri,grunge, details per l’occhio più ricercato e i classici Center Focus e Tilt-Shift che fanno l’effetto “che bello con lo sfocato dietro” che se usato bene da un tocco da PRO!

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#CoseMoltoTumblr (App: Phonto)
Ha dilagato a macchia d’olio la moda di foto belle con delle scritte incollate sopra! Ci sono poche regole, l’allineamento della scritta, la scelta del phont,lo sfocato dietro (a volte ci sta bene) e Mai,MAI, mischiare più di due fonts!
Per tutto ciò è utile Phonto un app semplice,intuitiva e ricca di font che si possono anche scaricare dal web.

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#MaestriDelCollage (App: Moldiv)
Tra le tante app che si trovano quella più versatile e completa è Moldiv. Per postare le foto della giornata,o un album di foto per la migliore amica, ricordare una vacanza o mostrare il proprio outfit coi vestiti buttati sul letto basta saper scegliere le foto per una semplice composizione!

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#VorreiMaNonPosso (App: Facetune $)
Dove non arriva il computer con Photoshop ci arriva il tuo smartphone con Facetune ($ a pagamento).
Per nascondere i brufoli da un selfie venuto bene, per pulire qualche nuvoletta dal cielo quasi perfetto, per sbiancare gli occhi in una foto dopo una bella seratina di movida arrivano le funzioni di Facetune!

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#GoPro (App: ReflexCamera + Lente)
Per diventare Pro a tutti gli effetti bisogna cominciare prima della PostProdAPPtion e scaricare ReflexCamera per poter sfruttare il telefono con le funzioni di una fotocamera Reflex con Focus Manuale, Iso regolabile, tempo di posa regolabile, bloccare la messa a fuoco, bloccare l’esposizione e altre funzioni!

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Per diventare Pro come una GoPro bisogna acquistare le fantastiche lenti Olloclip che racchiudono in un solo oggetto 4 lenti Macrox10,Macrox15, Grandangolo e Fisheye; quest’ultimo riscuote molto successo per le foto underground o selfie estremi

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Sbizzarritevi e postproducetevi
responsabilmente!…
To be continued…

Justine Mattera in A Day With Mia Wallace

di Federico Ledda

Camaleontica, sorprendente, iconica. Per il ruolo di Mia Wallace, non potevamo che scegliere Justine Mattera. Solo lei sarebbe stata capace di ricoprire un ruolo così complesso con tanta eleganza.

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Per quelli che non lo sapessero, Mia Wallace è la protagonista femminile incarnata da Uma Thurman in Pulp Fiction. Nel film, interpreta una tossicodipendente “moglie del capo”, ma che nonostante la sua vita poco raccomandabile, è un’immensa femme fatale capace di far innamorare qualsiasi uomo grazie alla sua classe ed eleganza. È proprio questo che ho notato in Justine quando ci siamo conosciuti: l’eleganza, e soprattutto il suo essere poliedrica. L’abbiamo vista in Televisione, l’abbiamo ascoltata in radio, l’abbiamo sfogliata nelle maggiori riviste nazionali e non, l’abbiamo vista al cinema e anche a teatro, dove, infatti tornerà dal 28 gennaio al 22 febbraio, con la commedia “Pene d’amor perdute” di William Shakespeare e diretto da Riccardo Giudici con i trench Burberry.

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A Justine piace mettersi in gioco, affrontare nuove sfide, per lei nulla è scontato: motivo per cui alla nostra richiesta, non ha esitato a dirci sì, interpretando al meglio un ruolo così complesso. Ladies and gentleman Mrs. Mia Wallace.

Per quale motivo hai scelto di accettare la nostra proposta, e di diventare la nostra covergirl di gennaio?
Dopo avervi conosciuto ed essere stata colpita dal vostro talento, ho deciso di seguire il mio istinto e di buttarmi in questo progetto. E’ giusto dare spazio ai giovani!

Nella tua carriera hai fatto, e stai facendo davvero tanto. E’ stato difficile interpretare un personaggio così distante da te?
Non lo è stato! Pulp Fiction è un film che ho adorato e che conosco molto bene. Chi poi non vorrebbe essere Uma Thurman? Non che io lo sia, eh! Ma quando ho messo la parrucca mi sono immedesimata in lei, mi sono fatta trascinare dal momento, dalla situazione, dai vestiti ed ecco fatto.

Come sarebbe secondo te la giornata tipo di Mia Wallace?
Mia me la immagino come una classica ricca, snob, ma più che altro annoiata, abituata a ottenere ciò che vuole, e a cui piace divertirsi… Anche grazie all’abuso di sostanze illegali.

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Invece com’è la giornata tipo di Justine Mattera?
Forse la mia è più noiosa della sua! (ride ndr).
Ho due bambini, non ho mai molto tempo per me stessa. A volte capita che dopo averli accompagnati a scuola, vada in qualche showroom a scegliere alcuni abiti, o faccia delle interviste in televisione, o che magari se è sera, vada a fare da vocalist in qualche locale. Adesso invece sto facendo le prove per ”Pen D’Amor Perdute” di Shakespare, che debutta tra poche settimane al teatro Caboto di Milano, quindi, anche le prove dello spettacolo fanno parte della mia giornata.

A proposito di teatro, adesso ti appresti a tornarci con ”Pene D’Amor Perdute” di William Shakespeare…
Sì, è un progetto sperimentale che mi ha colpito sin da subito. Diciamoci la verità, Shakespare a teatro non vende, a meno che non ci sia Al Pacino ad interpretare Riccardo III, o un personaggio simile. Però ho pensato che quando mai mi sarebbe ricapitato di prendere parte in Italia ad un’opera di William Shakespeare? Penso mai nella vita, quindi ho accettato. Negli Stati Uniti ho avuto occasione di recitare in lingua originale in opere come Macbeth e La Tempesta, mentre invece questo è lavoro meno conosciuto… Una sorta di commedia light, rivisitata in chiave ironica, fashion, ma di spessore. Io interpreto la Principessa di Francia, che ha studiato negli Stati Uniti… proprio come me! (ride ndr)

Sei anche impeccabile in fatto di moda, infatti hai messo una grande impronta nel nostro shooting. Quanto la moda influisce nella tua vita?
La moda mi diverte, mi da modo di esprimermi quotidianamente. La prima impressione, alla fine, è basata su quello che indossi, quindi è importante essere impeccabili, ma rimanendo sé stessi. Mi piace definirmi una ”freak” perché mi piace divertirmi indossando cose che la gente non si aspetterebbe. Non mi piace essere prevedibile.

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Negli scatti ti vediamo sempre con un bracciale nero, cos’è di preciso?
E’ il mio Beurer Activity Tracer, un sensore di attività a bracciale che registra ininterrottamente l’attività fisica e monitora la qualità del sonno che posso poi controllare con un app direttamente sul mio Smartphone!

Così distanti ma così unite, con la parrucca addosso ho difficoltà a ricordarmi che in realtà sei Justine e non Mia Wallace. Qual è un aggettivo che ti unisce a lei, e uno che ti differenzia?
In comune abbiamo la consapevolezza di chi siamo… l’essere sexy. Mi differenzia il fatto che io non mi drogo, non mi sono mai drogata, e a differenza sua, non sono sposata con un Gangster!

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Quentin Tarantino è un regista che presta molta cura alla parte sonora del film… Alle colonne sonore. Quale secondo te, dovrebbe essere quella giusta per il nostro servizio?
Noi abbiamo usato quella originale del film, che secondo me è stata una parte fondamentale per ricreare il mood originale che si respirava sul set. Se ne dovessi scegliere una, Girl You’ll Be A Woman Soon degli Urge Overkill.

 

Photographer ALESSANDRO LEVATI

From an idea of ALESSANDRO LEVATI, JOHNNY DALLA LIBERA, FEDERICO LEDDA

Make up YLENIA MOLINARI

Styled by FEDERICO LEDDA, JUSTINE MATTERA

Production JOHNNY DALLA LIBERA, VANINA VIVIANI, ALESSANDRO VILLA

Backstage video ALESSANDRO VILLA

Graphic designer FILIPPO MANELLI

Location DRIVER INDOOR PARK (Via Pasquale Paoli 114, – Como)

#Addicted -1 – I’m… Dreaming of a White… Christmas…

di Johnny Dalla Libera

 

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Il Natale è arrivato e si è fatto anticipare dall’atmosfera che lo introduce: strade e balconi illuminati, addobbi, canzoni, regali e la neve!

Ah no! Ma così come la rondine non fa primavera, la neve non fa il Natale!

Nel mio Natale da #addicted devono esserci ben altre simbologie oltre alla neve!

 

Ammettiamolo non è Natale senza JingleBells ed i vari canti tradizionali Natalizi, nonostante arrivino dalle culture occidentali USA perché oltre ai film dai quali veniamo inondati ogni anno i grandi artisti pop ci hanno regalato delle vere perle da appendere al nostro albero.

C’è anche un ordine cronologico da rispettare nelle canzoni. Devi iniziare ricordando il tuo “Last Christmas” poi lasciarti trasportare dallo spirito di “Jingle Bells Rock”  mentre stai “Rocking Around The Christmas Tree“. Non ti resta che guardare fuori dalla finestra ed aspettare un “White Christmas” e semplicemente esortare un “Let It Snow“!

 

Guardando i regali e le persone vicine a te devi considerare chi davvero è importante per te perché “All I Want For Christmas Is You” e dopo la compagnia, lo scambio dei regali e dei brindisi devi andare a letto perché “Santa Claus Is Coming To Town“!

 

Una volta arrivato finalmente il Natale allora non resta che augurare a tutti un “Happy Xmas [War Is Over]” (quella di John Lennon per intenderci) and a happy new year!

 

War Is Over

 

Una piacevole scoperta: Saint Motel

di Federico Ledda
foto di Alessandro Levati
translated by Johnny Dalla Libera
 
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Forse non tutti in Italia conoscono i Saint Motel, ma tutti hanno sentito almeno una volta la loro hit “My Type“!
E’ davvero impossibile entrare in un posto senza sentirla: bar, centri commerciali, sigla di programmi televisivi, My  Type con il suo ritmo travolgente ed estivo, fa divertire e innamorare l’ascoltatore il quale poi, non riesce più a farne a meno.
Gruppo da ”One Hit Wonder”? No. I Saint Motel, sono sulla scena dal 2012 con il loro primo album “Voyeur” (e da allora la formazione non è più cambiata ndr), si preparano a far uscire il nuovo album, sulla scia dell’EP di ”My Type”, che già contiene pezzi davvero curiosi e interessanti quali ”Cold Cold Man” e ”Ace In The Hole”.
Abbiamo incontrato i Saint Motel in occasione del lancio del nuovo flagship store di H&M a Milano, dove siamo riusciti a scambiare quattro chiacchiere con A/J Jackson! 
My Type sta andando piuttosto bene in Italia. Cosa si prova ad essere qui?
Ciao!
E’ bellissimo! Amiamo davvero tanto l’Italia! La prima volta che siamo venuti qui, è stato un mese fa… Sembra passato tantissimo tempo! Amiamo la vostra accoglienza, sembra sempre di ritornare a casa quando veniamo qui!
Il vostro singolo si sente ovunque, ormai è una sorta di Inno qui in Italia. Quando arriverà il disco?
Uscirà presto un nuovo singolo qui in Italia, e stiamo anche lavorando al nuovo disco… Usciranno progetti dei quali sono molto contento e di cui vado fiero, sarà divertente! Per il disco penso che si parlerà di primavera/estate del prossimo anno, ma ovviamente prima usciranno anche altri singoli!
Vi esibirete alla finale di X Factor, al Mediolanum Forum di Milano, una delle arene più grandi di tutto il paese! Qual è il posto più grande dove vi siete mai esibiti?
Penso a Zurigo, ma al Forum sarà più grande! Si parla di più di diecimila persone, sarà pazzesco, non vedo l’ora!
 
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A pleasant disclosure: Saint Motel
Perhaps not everyone in Italy knows the “Saint Motel”, but I’m sure that everyone has heard at least once their Hit “My Type”!
It’s impossible to get into a place without hearing it: pubs, radio, shopping malls, theme songs in commercials; “My Type” with its overwhelming rhythm make the listener involved into a summer, chilling and groovy feeling that everyone can’t help listening to it!
Are they a “One hit Wonder” group? NO. The Saint Motel are on the scene since 2012 with “Yes”, and they revealed they are working on the new album which will include the mainstream single that came with the EP, “My Type” adding other cool tracks as “Cold Cold Man” and “Ace In The Hole” with its beautiful lyrics.
We met the Saint Motel thanks to the new H&M flagship store in Piazza Duomo in Milan, where we had the chance to have a little talk with A/J Jackson (lead vocals, guitars, keyboards)!
“My Type” is doing very well in Italy, how does it feel to be here?
Hi! It feels great, we love Italy. The first time we arrived here was like a month ago and it feels like so long ago and we came back like a homecoming thanks to Italian audience’s welcome!
Your hit is everywhere, at the moment is a sort of anthem here in Italy. When is the new album coming?
Hopefully pretty soon is coming a new song here in Italy, but we’re working on the new album right now and we’re pretty excited about it; it’s gonna be fun. Probably it’ll be out for 2015 summer and some other singles before the full length album!
You will be performing a gig at the Italian X Factor final rush, in one of the biggest arena in Italy: The Mediolanum Forum. Which is the biggest place where you have ever performed?
Perhaps it was in Zurich, but at the Mediolanum Forum it’ll be up there, about 12.000 people! It will be crazy, can’t wait for it!
 
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Thegiornalisti live in Milan

di Federico Ledda
ph Alessandro Levati
 
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Ci sono riuscito. Ho sentito dal vivo i Thegiornalisti.
Partendo dal presupposto che il loro nuovo disco, Fuoricampo, è davvero una droga, ci tengo a precisare che questa recensione non potrà mai essere completamente obiettiva, anche se ci proverò.
Il concerto inizia con la prima traccia dell’ultimo disco ”Per Lei”, e come vengono intonate le prime parole, parte un boato da parte del pubblico, che se pur essendo in un posto piccolo, fa sentire il suo calore come se il concerto fosse dentro una grandissima arena. Piacevolmente sorpreso il gruppo Romano ci dona, a mio parere, un grandissimo concerto. Ricco di emozioni uniche, canzoni suonate alla perfezione, e con una fanbase particolarmente coinvolta, i Thegiornalisti a stento riescono a scendere dal palco, e quando lo fanno, lo fanno per cantare insieme ai propri fan, lasciandogli addirittura il microfono. Il live prende una piega divertente e dolce, confermando un legame che unisce il gruppo al proprio pubblico da ormai anni.
Il disco vale la pena di essere ascoltato, così come un loro concerto. Dal vivo si presentano freschi e compatti oltre ad avere un’armoniosa musicalità che li rende molto affiatati.
Il gruppo sarà in Tournèe fino alla fine di febbraio, per maggiorni info: www.thegiornalisti.it
 
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We had so much fun! #JustCavalli4TEF

E’ finalmente accaduto!
Giovedì scorso si è svolto il nostro party di lancio al #JustCavalliClub di Milano. Tanto divertimento, tanto stile e soprattutto tanta musica by Federico Ledda come #CRAZYMOTHERCUKERS, duo ideato insieme a Vittoria Hyde. Un ringraziamento doveroso va ai nostri ospiti d’onore Justine Mattera, Andres Diamond e la nostra covergirl Valentina Pegorer. Ma anche a tutti i nostri amici, colleghi e lettori accorsi all’evento. Eravate tutti bellissimi.
In attesa del prossimo evento, che siamo sicuri, avverrà presto, ecco alcune foto dell’evento. Ne potete trovare delle altre all’interno della nostra pagina ufficiale di Facebook. #JustCavalli4TEF
 
 
It’s finally happened!
Last Thursday at the #JustCavalliClub, in Milan We officially launched #THEEYESFASHION! Lots of fun, of style and music played by Federico Ledda as #CRAZYMOTHERFUCKERS, duo created with Vittoria Hyde. A huge thanks to Our guests Justine Mattera, Andres Diamond to Our covergirl Valentina Pegorer, and also to Our friends, colleagues and readers who came to celebrate with Us! You were all gorgeous.
See now more pictures about the night in our Facebook Official Page. #JustCavalli4TEF
 
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Justine Mattera
 
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(left) Valentina Pegorer with Andres Diamond (right)
 
 
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(left) Valentina Pegorer with #TEF’s Founder Federico Ledda (right)
 
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(left) Federico with Manuela Grasso from Just Cavalli Milano (right)
 

A NIGHT WITH LADY STARLIGHT

 

di Federico Ledda

Ph: Alessandro Levati

special thanks to: Just Cavalli Club – Milano

 

Fede Starlight Intervista

Icona di stile e di musica: è così che appare ai miei occhi Lady Starlight. Personaggio forte e affascinante in continua evoluzione. Ecco descritta in poche parole una deejay e producer di Brooklyn (New York), che sta iniziando a far parlare di sé nella scena Techno mondiale. Artista dotata di una conoscenza musicale disarmante, Starlight inizia ad esibirsi come deejay rock nel 2007, per abbracciare solo in storia recente la musica Techno. Colleen Martin, questo il suo vero nome, è on the road con il cast dell’artRAVE Ball, tour mondiale di Lady Gaga, sua migliore amica con la quale ha da sempre condiviso sogni e passioni e che l’ha portata a calcare i palchi più prestigiosi del mondo come sua ”opening act” ufficiale.

Il Team di THE EYES FASHION, ha incontrato Lady Starlight durante l’after Party dello Show tenutosi al Just Cavalli, il club più cool di Milano, dove prima del suo deejay set, abbiamo avuto l’onore di parlare della sua crescita musicale, della sua migliore amica, e ovviamente di musica a 360°.

Hai sempre suonato in piccoli club introno a Brooklyn, mentre adesso stai suonando nelle arene più grandi del mondo. Quali sono le differenze?

Beh, la differenza più grande è sicuramente la capienza. E’ molto più difficile suonare in un piccolo club che in una grande arena. Per il semplice fatto che in un grande palazzetto essendo sopra un palco, e avendo le luci puntate addosso, non riesci a vedere niente quindi è un po’ come suonare da solo in camera tua. Mentre invece in un posto più piccolo, hai tutta la gente intorno… ti senti molto più osservato e sotto pressione.-

Com’è cambiata la tua vita da quando GAGA è diventata una superstar?

Niente è cambiato! Gaga ha sempre cercato di circondarsi di suoi amici… sia io che Breedlove (un altro amico storico di Lady Gaga, anche lui cantante e opening act durante l’artRAVE ndr.) siamo in questo tour, quindi abbiamo possibilità di passare molto tempo tutti insieme. La differenza è che prima eravamo a New York, mentre adesso siamo quasi ogni giorno in una città diversa!

Sei sempre stata una deejay Rock, mentre adesso ti vediamo suonare Techno. Com’è avvenuto questo cambiamento?

E’ semplicemente una trasformazione naturale. Ho sempre cercato di evolvermi in base a ciò che mi rende felice. E’ una cosa che cerco di ricordare sempre anche ai miei fan: ”Reagite in base alla vostra felicità, fate qualcosa solo se siete contenti di farla…seguite l’istinto”. Ho sempre detto che la mia carriera è caratterizzata da pessime decisioni una dietro l’altra (ride ndr.) per il semplice motivo che sono tutti ossessionati dal successo commerciale, mentre io cerco solamente di fare quello che mi piace, e penso che questo sia il miglior modo di rendere altre persone felici.

Un tuo amico ti regala un iPod con una memoria limitata… puoi metterci solamente tre canzoni. Quali sono?

Mmm…metterei:

-A Plague Of Lighthouse Keepers dei Van Der Graaf Generator

-La Real di Surgeon

-Transylvenia degli Iron Maiden

Ho barato, perché la prima canzone dura 23 minuti! (ride ndr). Fai parte dell’artRAVE Ball Tour di Lady Gaga.

Da quando è iniziato il tour, qual è stata la cosa più divertente accaduta on the road?

Quando durante l’after party a Tokyo, mentre stavo suonando, Gaga mi ha versato in testa un intero bicchiere di champagne… c’era alcol ovunque! Ci siamo divertiti un sacco quella sera..

Lady Starlight

Come hai iniziato a fare la Deejay?

Tutto è iniziato perché andavo a ballare sperando sempre di sentire glam-rock anni 70, ma nessuno mai lo suonava. Così ho deciso di arrangiarmi e di iniziare a fare festa con la musica che volevo io.

Com’è cambiata la tua attrezzatura da quando suonavi Rock, ad oggi?

E’ molto più difficile da usare! Adesso la mia priorità è però quella di produrre… ovviamente essere anche Deejay, ma mi importa moltissimo il processo… la produzione di un brano prima ancora di suonarlo.

Come reagisce un pubblico pop come può essere quello di Lady Gaga alla musica Techno?

(ride ndr) Beh… (ride ndr) Dipende… dipende dai posti! A Milano la gente ha capito, come a Londra, ma in generale in tutta Europa la risposta del pubblico è di gran lunga superiore a quella che ho ricevuto in America, dove è stato davvero difficile… purtroppo là questo genere non è così popolare come lo è qua in Europa… la gente non è abituata a questi suoni, quindi avrei potuto suonare qualsiasi cosa, che purtroppo il pubblico, non avrebbe cambiato espressione… è stato davvero estenuante!

In quali città in Europa hai ricevuto la miglior risposta dal pubblico?

Sicuramente a Milano, e anche in altre parti dell’Italia dove ho avuto modo di suonare… ma anche Spagna e in Portogallo. Sono sempre accolta con grande euforia qui (in Europa). Sai, vedo sempre folle entusiaste ma che non reagiscono nemmeno se gli piace quello che stanno ascoltando, quindi, da performer, avere un pubblico che ti da energia come succede qui, è davvero ispirante.

Quando verrai in Italia con un tuo dj set da solista?

Molto presto, non vedo l’ora!

 

Music and style icon: that’s how Lady Starlight appears to my eyes. She’s a strong and charming character who always renovates herself!

But that’s just a few-word-description for such a huge deejay and producer of Brooklyn (New York), who is rising in the techno music global scene.

She has a stunning knowledge of music that’s why she started to perform as a rock deejay in 2007 and she recently joined the Techno music industry.

Colleen Martin, that’s her real name, is on the road with the cast of the artRAVE Ball Tour with her best friend Lady Gaga and they have always shared dreams and passions that brought Lady Starlight to join Gaga and to be her official “Opening Act” in the majority of the most prestigious stages in the world.

The Eyes Fashion team met Lady Starlight at the Just Cavalli Club, the coolest Club in Milan, during the after party for the show at the MediolanumForum and we had the pleasure of a little chat before her DJ set and we had the chance to talk about her projects, her best friend Gaga and a 360 degree speech about music.

You have always played in small clubs around Brooklyn and now you are playing in the biggest arenas in the world. What is the difference?

Well, actually the biggest difference is the amount of people. It is way harder to play in front of a small audience because in a big arena you have the lights pointing on you and you can’t see the crowd, it is as if I were playing in my room all alone. Contrariwise the smaller the place is the more pressure I feel!

What changed in your life since Gaga became a superstar?

Actually nothing! Gaga is always surrounded by her best friends… Both Breedlove (old time Gaga’s friend Ed.) and I joined the artRAVE tour so we have the chance to spend a lot of time all together. The only difference is that we used to be in New York and now we move everyday from a city to another one!

You have always been a rock deejay while today you play techno music; how did you shift to this genre?

It’s been a natural shift, I’m in constant evolution and I’m proud of it. I also suggest my fans to act like me: “Act according to your feelings, do what makes you feel happy”. I think that in my career I made a lot of bad decisions (She laughs Ed.) due to my intention to avoid being mainstream or too commercial I feel proud and this is the best way to pursue happiness.

A friend of your gives you an iPod with a limited storage of just 3 songs. Which songs would you upload on it?

Mumble, mumble… I’d say:

1- A Plague Of Lighthouse Keepers by Van Der Graaf Generator

2- La Real by Surgeon

3- Transylvenia by The Iron Maiden

Well, I admit I cheated because the first song is 23 minutes long. (She laughs ed.)

You are part of Lady Gaga’s artRave Ball Tour. Since the beginning of the Tour what is the funniest thing that has happened?

During the after-party in Tokyo, as I was playing, Gaga spilled a glass of Champagne all over my hair! We had lot of fun that night.

How did you started your career as a DJ?

Actually I used to go clubbing and I was expecting to dance to ’70 glam-rock music, but I never had the chance to find a DJ playing it. So I decided to make all by myself.

Is there something different in your music equipment since you play Techno Music?

It is way harder now, because I am not just a DJ, I became a music producer. I’m still a DJ but now I handle music production!

How does Gaga’s audience react to your Techno music?

(She laughs Ed.) Well… (She keeps laughing Ed.) It depends… It depends on the city/place. In Milan, as in London and all over Europe, the crowd got into the feeling of my music and they reacted way better then the audience in America where it has been very tough. American people hasn’t got accustomed to those new sounds yet… I could have played anything that they wouldn’t have gotten into my mood. It has been very stressful!

In which city of Europe you received the best feedback?

I can say in Milan and generally in Italy I had a positive reaction… Also Spain and Portugal have been good to me. I’ve always received a huge welcome all over Europe. I’ve seen also some enthusiast audiences that never reacted even if they were enjoying what they were listening to and as a performer I must admit it is important to receive energy from the crowd as it has happened to me here! It motivates me.

When would you perform in Italy as solo artist?

Very soon! I can’t wait for it!