di Federico Ledda
Non conoscevo i Black Angels molto bene, anzi, non li conoscevo proprio. Fino a quando, un paio di mesi fa, spulciando per bene il mio Spotify ho scoperto il loro singolo Currency. È stato amore a prima vista.
La band di Austin, Texas mi ha colpito per il loro stile realmente psichedelico, non wannabe come funziona oggi. Sembra quasi di ascoltare le produzioni di una band di metà degli anni 70, quelle che sei convinto abbiano suonato a Woodstock. Non a caso, infatti, la band ha come riferimento iconiche band come Doors o Velvet Undeground, da dove appunto, prende spunto il nome della band.
Come descrivereste il vostro ultimo album? Quale è stata l’ispirazione?
E’ un istruzione manuale alla vita e alle sue insidie. L’ispirazione è semplicemente stata la vita.
Quali sono le differenze dal vostro precedente lavoro Indigo Meadown?
Death Song ha avuto un processo creativo più lungo. Le canzoni sono maturate e sbocciate con il tempo. Indigo Meadown è stato un album più impulsivo.
Quale canzone di Death Song è la vostra preferita? Perché?