A CHAT WITH THE WHITE MILANO CO-FOUNDER

di Federico Leddawhite-835

Creare una realtà importante e significante per la moda di tutto il mondo non è da tutti. Lo sa bene Brenda Bellei, co-fondatrice del White, il salone collaterale alla fashion week milanese che di anno in anno diventa una manifestazione sempre più rilevante. Il White sceglie per ogni stagione i brand emergenti e non più interessanti e meritevoli, offrendogli la possibilità di mostrare la loro collezione all’interno dell’evento.

Sono stato invitato a visitare il White per vedere con i miei occhi la freschezza che la fiera sta  riuscendo a sviluppare grazie ai sui designer. Insieme a me c’era Brenda Bellei, che mi ha spiegato come si mette in piedi una manifestazione così di rilievo…

Quanto il White è diventato importante per Milano?
Spero tanto. Il salone porta a Milano più di 25mila operatori a edizione. Senza contare gli espositori, collaboratori, stampa etc… Credo che portiamo molto alla città infatti, siamo gli unici ad essere patrocinati dal comune.

Nel corso degli anni il White è diventata una potenza mondiale. In che modo si è sviluppato?
Avevo 28 anni, e insieme a Massimiliano Bizzi abbiamo pensato a creare questa realtà. Sembrava una follia giovanile, mai avremmo pensato arrivasse a questi livelli… Ne siamo molto contenti.

Per che cosa sta ”WHITE”?
Abbiamo voluto scegliere un nome che non fosse un nome fieristico. Essenziale. Un po’ Margiela (ride, ndr.)

Quai sono stati i punti di forza che vi hanno portato fin qui?
Senza dubbio la passione e la dedizione per quello che facciamo. Facciamo tanta ricerca, scouting. Questo è importante. Sin dal primo giorno abbiamo sempre cercato di dare tutti noi stessi.

Come avviene lo scouting?
Viaggiamo tantissimo, in tutto il mondo. Visitiamo le fashion week internazionali, da quelle più importanti, a quelle più piccole e sconosciute. Andiamo nei negozi, visitiamo le altre fiere. Abbiamo poi un bacino di richieste che cresce sempre a dismisura. Da scouting e richieste selezioniamo i brand più consoni e li invitiamo al salone.

Qual è la metrica di giudizio per selezionare i brand?
Abbiamo una commissione composta di giornalisti e buyer. Insieme cerchiamo di studiare il brand in tutte le sue sfaccettature come ad esempio, la sua distribuzione, la copertura della stampa, in quali negozi è presente etc. Se invece il brand è emergente, incontriamo lo stilista, guardiamo gli schizzi…Abbiamo un team di tutoring che ci aiutano a capire e aiutano lo stilista stesso, a emergere.

Qual è il futuro del White?
Renderlo un prodotto sempre più internazionale. Stiamo lavorando tantissimo all’estero, portando brand internazionali, abbiamo brand Cinesi, Belga, Georgiani. Ci piacerebbe renderlo sempre di più una finestra sul mondo.

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KUKI DE SALVERTES – A LIFE IN FASHION

di Federico Ledda
KUKI DE SALVERTES - RAF SIMONS -
Kuki De Salvertes and Raf Simons

È il 25 gennaio e sono a Parigi in occasione della settimana dell’Haute Couture. Sono appena stato al Ritz per assistere ad una sfilata e adesso mi sto dirigendo verso la Joyce Gallery ai Jardin du Palais Royal. Sono da poco passate le 17 e su Parigi sta scendendo il sole. Vedere il Palais Royal al tramonto è qualcosa di speciale per un romantico come me.
Sto andando all’anteprima della mostra “La Vie Dans La Mode” dove intervisterò il suo autore Kuki De Salvertes. Kuki non è né un pittore, né un fotografo, né uno stilista né tanto meno, uno scultore. È un PR di moda, uno dei più grandi. In Francia rappresenta quelle facce autorevoli che cerchi tra la folla per capire se l’evento è andato bene.
La sua carriera inizia a 19 anni, quando conosce praticamente per sbaglio un giovane Franco Moschino che lo vuole subito nella sua squadra. In poco tempo diventa per il brand, il capo delle pubbliche relazioni in Francia. Da lì  la vita frenetica di Kuki è decollata: Dior, Comme des Garçons, non c’è stato un brand in Francia che tra gli anni 80 e i primi 2000 che non si sia affidato a lui. L’anteprima di una mostra? Sì. Nel corso di questi anni, sin dai sui inizi, De Salvertes ha avuto la passione di fotografare le persone che lo circondavano. Amici, colleghi; bastava una polaroid, una usa e getta ed era subito magia. La sua risposta quando gli chiedo da dove viene questa passione? “Chi non ama fotografare i suoi amici e poi riderci su?”. Certo. Solo che i suoi amici includono Raf Simons, Kate Moss e Suzy Menkes.

Isabella Blow by Kuki
Isabella Blow by Kuki

Cosa rappresenta questa mostra?
E’ una celebrazione dei miei 35 anni nel mondo della moda. Sono arrivato a Parigi nel 1980, avevo 17 anni. Dopo due anni iniziai a lavorare per Comme des Garcons. In tutti questi anni mi ha sempre colpito la gente che mi circondava. Ai miei occhi appare tutt’ora estremamente bella, interessante.

Quale di questi scatti ricordi più con piacere?
Dietro di te c’è n’è uno che feci a Isabella Blow. E’ stata la mia migliore amica per molti anni. Dal 1995 al 2002, per essere preciso. Abbiamo vissuto persino insieme a Parigi, mi manca molto.

Ne vedo anche una di Franco Moschino, come sei arrivato a lavorare per lui?
Dopo essermi trasferito a Parigi dalla Provenza, durante i miei studi e i primi approcci con le agenzie di comunicazione conobbi una delle mie muse. Nicole Ciano, nipote di Benito Mussolini che all’epoca era a capo di un ufficio stampa. Averla conosciuta rivoluzionò completamente la mia vita, le diede colore. Felicità. Nicole frequentava la high society di Parigi, e anche quella italiana. Una sera organizzò una cena e tra gli invitati c’era anche Franco, che mi presentò.  Dopo un anno e vari incontri iniziai a lavorare per Moschino, avevo 22 anni.

Andando avanti nella galleria, ne trovo una anche di Vivienne Westwood…
Dopo sette anni lasciai Moschino per lavorare infatti, per Vivienne Westwood. Nel 2002 invece aprì finalmente la mia agenda di comunicazione, TOTEM. E’ stato un periodo meraviglioso della mia vita, che sono fortunato a rivivere tutt’ora grazie a queste fotografie.

Se dovessi definire questa mostra con una parola quale useresti?
Vita.

Perché?
Perché oltre a essere frammenti della mia vita, è un termine perfetto per rappresentare il valore che hanno avuto questi anni per me. Sono stati vitali.

Kuki with Olivier Theyskens
Kuki with Olivier Theyskens
Veronique Branquinho and Suzy Menkes
Veronique Branquinho and Suzy Menkes

JULIEN FOURNIE’ BACKSTAGE SS17 HAUTE COUTURE – PARIS

Pictures by: h7o7Films (Hadi Moussally & Olivier Pagny).
For more: www.h7o7Films.com & www.HadiMoussally.com

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Siamo stati nel backstage della sfilata Haute Couture di Julien Fournié a Parigi. Lo stilista ha presentato la prossima Primavera-Estate nello storico Oratoire Du Louvre. Sofisticata bellezza mischiata a estrema femminilità, hanno fatto dello stilista un’icona ammirata perfino da Victoria’s Secret, che spesso collabora con lo stilista per le sue sfilate.

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