SECRET WALLS

di Federico Ledda

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Ho sempre ammirato chi riesce a dedicare tutta la sua vita e le sue forze all’arte dedicandosi completamente ad essa. E’ quello che ho notato mentre a Los Angeles ho avuto modo di conoscere Terry Guy, un ragazzo che ha fatto dell’arte la sua ragione di vita.

Parecchi anni fa Terry, ha dato vita a ”Secret Walls” un progetto itinerante che utilizzando solamente la semplicità del bianco e del nero, sfida gli artisti a riempire gigantesche tele improvvisando. Secret Walls ha ormai fatto tappa in moltissime città, diventando di tappa in tappa sempre più popolare.

Potevo quindi farmi scappare l’opportunità di farmi affascinare dai racconti di Terry, per poi affascinare tutti i lettori di The Eyes Fashion?

Chi sei?
Come già sai mi chiamo Terry, e sono il fondatore di Monorex, Network che realizza progetti, tra cui quello di Secret Walls e High Rise Murals.

www.monorex.com

www.highrisemurals.com

www.secretwalls.black

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Quanto ha influito l’arte nella tua vita?
L’ha rivoluzionata! Tutto è nato quando abbiamo iniziato a lavorare alla Monorex… Esattamente 11 anni fa! Diciamo che lavorare per progetti unici e iniziative particolari è davvero stimolante. Ogni lavoro di cui ci occupiamo, è per me una sfida che mi mette alla prova e mi permettere di crescere!

Raccontami di Secret Walls
E’ la più grande competizione artistica del mondo. Il concetto è molto semplice: due artisti, con 90 minuti di tempo devono dipingere in freestyle con tempera nera su un Canevas bianco, e il vincitore viene deciso a suon di applausi da parte dei presenti. Sai, credo che la gente cresca sempre di più di tappa in tappa per l’area di festa che si respira durante l’evento e per la diversità di persone che ci partecipano. E’ davvero un’occasione unica per farsi ispirare.

Come puoi descrivere la vostra arte?
Abbiamo iniziato come collettivo di street artist, evolvendoci poi in una realtà più grande e generale come quella dell’arte urbana-contemporanea.

Che cosa ti ispira?
Molte cose! I film, la musica, i fumetti, viaggiare…

Cosa pensi degli altri artisti della scena?
Il nostro mondo è piuttosto ridotto, ma grazie a Dio inizia sempre più a essere riconosciuto in scala globale! La cosa mi fa davvero piacere perché avendo iniziato parecchi anni fa a fare quello che facciamo, abbiamo avuto l’opportunità di vedere l’evoluzione naturale delle cose. Due tra le città che stanno contribuendo fortemente a questo cambiamento sono Melbourne in Australia e Malmo in Svezia.

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@Monorex
@SecretWalls
@HighRiseMurals

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THE GOLDEN BOY – HOODIE ALLEN

di Federico Ledda

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Con il passare degli anni la rete è sempre diventata più influente in campo musicale, portando, spesso grazie a un colosso di nome YouTube semplici ragazzi a vere e proprie pop star. Lo sa bene questo americano ex dipendente di Google che ha lasciato un lavoro-sogno per investire nel suo di sogno: diventare un cantante. Dopo aver pubblicato svariati free mixtape su Internet, ed aver ottenuto un posto nella rinomata classifica di Billboard tutto senza un’etichetta, finalmente, oltre ai sempre più numerosi fan, anche i discografici hanno iniziato ad accorgersi di lui. Ecco quindi dopo tanta fatica ”People Keep Talking” un frizzante disco Pop/R&B che ti fa proprio capire la voglia di fare di questo golden boy, al secolo Hoodie Allen.

Finalmente il tuo primo disco! Com’è averlo tra le mani?
E’ un sogno che diventa realtà! Sono grato per quello che mi sta succedendo, e sono contento che sempre più persone si stiano appassionando alla mia musica.

Nel singolo di lancio ”All About It” duetti con Ed Sheeran, com’è nata questa collaborazione?
Io ed Ed siamo molto amici, l’idea della canzone è venuta fuori dopo una serata passata insieme… Ci ha messo davvero poco tempo a prendere forma!

E nel video interpretate due supereroi!
Sì, è stato folle! Ed era in Tour in Canada, e aveva un solo giorno libero, allora abbiamo organizzato tutto, e siamo andati a Toronto per fare le riprese. E’ stato troppo divertente!

Quali sono le differenze più grandi tra avere un contratto con un’etichetta e autoprodursi?
Quando sei da solo devi pensare a tutto te, e hai molte meno possibilità di farcela, mentre adesso posso finalmente focalizzarmi di più sulla musica.

Com’è essere in Italia?
E’ bellissimo, non c’ero mai stato! Non vedo l’ora di tornarci, magari per un live!