di Federico Ledda
Fragile, introspettiva e sincera. Sono questi i tre principali elementi che caratterizzano SOKO, la sua musica, e più nel dettaglio il suo ultimo album ”My Dreams Dictate My Reality”.
SOKO, all’anagrafe Stéphanie Sokolinski, nata a Bordeaux, in Francia nel 1986, inizia a far parlare di se e della sua musica nel 2006, quando quasi per gioco, registra in camera sua, con il suo telefono una traccia dal titolo ”I’ll Killer Her”, che carica poi su MySpace. Nemmeno il tempo di rendersene conto, il video musicale del brano, diventa talmente virale da arrivare a tre milioni di visualizzazioni.
Da allora SOKO di strada ne ha fatta: ha pubblicato un EP, un album dal titolo ”I Thought I Was An Alien” dalla quale ha estratto il singolo ”We Might Be Dead By Tomorrow” diventando un successo planetario, è diventata testimonial della SS 2014/15 di Just Cavalli, prestato la sua voce a Isabella nel film ”HER” diretto da Spike Jonez, e ha appena lanciato il suo secondo disco”My Dreams Dectate My Reality”, un meraviglioso e insolente viaggio punk attraverso le sue emozioni più profonde, prodotto dal the one and only Ross Robinson, storico produttore dei The Cure, grande fonte di ispirazione per l’album di Stéphanie Sokolinski aka SOKO.
Potevamo quindi farci scappare l’occasione di conoscere più a fondo l’unica vera Punk del nostro secolo?
La prima domanda è quasi lecita: com’è stato lavorare con Ross Robinson?
E’ stato fantastico! E’ come se fosse la definizione fisica di come un produttore dovrebbe essere! Quando cerchi un produttore per il tuo disco, cerchi di avere il meglio basandoti su cosa in precedenza lui ha prodotto, ma una volta contattati la loro domanda era sempre la stessa: ”Che budget hai?”. Ecco, con Ross, è stato completamente diverso, quando l’ho contattato, la prima cosa che mi ha detto è stata: ”Quello che hai fatto da sola, è già perfetto; il mio intento sarà quello di aiutarti a rendere questo processo ancora più speciale e intimo”, e così è stato.
Quali sono le differenze tra ”My Dreams Dictate My Reality”, e il tuo primo disco?
Il primo disco è stato scritto quasi interamente con la chitarra, ed è stato un percorso che ho intrapreso da sola, mentre invece in questo lavoro, ho deciso di smetterla di essere vittima delle mie emozioni cercando di scrivere un album estremamente profondo, ma più ottimista rispetto al precedente; infatti tutte le canzoni sono state scritte con tastiere, batteria, o drum machine, a parte l’ultima, Keaton’s Song, che l’ho scritta con la chitarra.
Com’è essere punk nel 2015?
Non lo so! (ride ndr) E’ difficile descriverlo e descriversi… Cerco solo di essere me stessa e di fare il cazzo che mi va di fare; ho una forte personalità e so bene chi sono. Non sono una ribelle, ma una che non scende a compromessi, che è così perché l’ha deciso, non perché glielo ha imposto qualcuno.
I tuoi sogni dettano veramente la tua realtà? (In riferimento a My Dreams Dictate My Reality)
Sì. In migliaia di modi! Ho sempre avuto una forte relazione con i miei sogni, quando ero piccola, ogni volta che avevo un incubo qualcuno della mia famiglia moriva, quindi sono cresciuta nella convinzione che i miei sogni uccidessero le persone, concetto che è estremamente presente nella canzone ”Oceans Of Tears”… E’ la prima volta che ho trovato il coraggio di parlarne apertamente, e dopo essere cresciuta con questo peso è stato quasi una liberazione. I sogni per me hanno estrema importanza, ad esempio: dovevo trasferirmi a New York da Seattle, ed esattamente la notte prima di partire, ho sognato di trasferirmi a Los Angeles, così il giorno seguente, sono partita per LA, città in cui tutt’ora vivo.
Qual è la canzone più profonda del tuo nuovo disco?
Lo sono tutte, perché non riesco a scrivere se non dal profondo. Tutto quello che scrivo mi rappresenta a pieno, e quando scelgo di parlare in un brano di un argomento preciso, non la smetto fino a quando sono convinta di avere scritto ogni singola cosa a riguardo.
Com’è stato lavorare con Spike Jonez e dare voce a un personaggio di un suo film?
E’ stato completamente inaspettato! Stavo cenando con lui (Spike), quando mi ha chiesto di andare il giorno seguente in produzione a fare qualcosa insieme, e che mi avrebbe mandato del materiale tramite email. Era mezzanotte quando ho ricevuto la mail, e dentro c’erano tre fittissime pagine di copione e il suo messaggio: ”Riesci ad essere domani da me alle 10?” Dopo esserci andata, abbiamo scritto delle altre pagine insieme, entrambi piangevamo… E’ stata una cosa estremamente intensa, lui è il migliore!
Sei sempre in giro per il mondo, dov’è il posto dove ti senti a casa?
LA! Ma cerco di sentirmi a casa in ogni posto dove mi trovi…anche perché non ho una casa! La mia casa è la mia valigia; anche quando sono a Los Angeles, sto dalla mia migliore amica e divido il letto con lei. Quindi cerco di sentirmi a casa ovunque io sia.
Quando tornerai in Italia? Abbiamo bisogno di te!
Ne stavamo parlando giusto poco fa, speriamo il più presto possibile! Mi piacerebbe venire a suonare in Italia, sarebbe epico!