WHEN MUSIC MEETS FASHION

di Federico Ledda
foto di Alessandro Levati

Per il numero di giugno abbiamo pensato ai due universi che caratterizzano maggiormente il concept di The Eyes Fashion: la musica e la moda. Spesso i cantanti, specialmente nella musica pop, costruiscono la loro immagine secondo i canoni dettati dalla moda. Le domande che invece noi ci siamo posti sono state: chi, tra gli artisti, al posto di seguire la moda cerca di crearla? Per chi la moda ha una parte fondamentale nella musica? Per chi è uno stile di vita? Ci sono venuti in mente subito due nomi. Vittoria Hyde e Saturnino. Così simili, ma così diversi.

Da una parte abbiamo Vittoria, camaleontica cantante e volto femminile di Virgin Radio che, ricca di entusiasmo e di sogni si prepara a lanciare un’importante nuovo progetto, che darà una nuova sfumatura al suo sound. Dall’altra abbiamo Saturnino immenso musicista ed insaziabile curioso, che insieme a Lorenzo Jovanotti, suo socio, ha lavorato a brani che hanno rivoluzionato la musica italiana. Ma non solo! È il fondatore della Saturino Eyewear: sofisticato brand di occhiali da sole dalle forme dinamiche e innovative. È uscito da poco il racconto della sua vita, dal titolo Testa di Basso scritto con l’aiuto di Massimo Poggini, e si prepara a calcare nuovamente i più importanti stadi d’Italia insieme a Jovanotti con un tour che lascerà il segno. Insieme per The Eyes Fashion, come mai prima d’ora.

SATVIK2

Vittoria, da quando The Eyes Fashion è partito, hai sempre cercato di dare il tuo contributo mettendoci anche la faccia. Come mai questa scelta?
Ho sempre avuto un debole per la moda. Mi piace la creatività, e la versatilità. Cosa che in questo progetto ho visto sin dall’inizio. Ho voglia, e sono orgogliosa, di far parte di questo giovanissimo team che mi insegna ogni giorno una cosa nuova, permettendomi di crescere insieme a loro.

Saturnino, tu invece come mai hai deciso di accettare di essere la parte maschile della cover di giugno?
Mi hanno sempre affascinato i nuovi progetti, cerco sempre di rendermi disponibile e di metterci la mia come posso.

Voi due invece come vi siete conosciuti?
S: Ci siamo conosciuti parecchi anni fa a un evento mentre io facevo un djset, ma poi ci siamo persi di vista per un po’…
V: Sì, ma poi ci siamo ritrovati!

SATVIK5

In che modo hai conosciuto Jovanotti?
S: E’ successo a Milano in un bellissimo studio di registrazione che purtroppo oggi non esiste più.
Siccome lo studio era molto vicino alla casa di Claudio Cecchetto, lo scelse per le registrazioni di Una Tribù Che Balla. Il proprietario dello studio, che io frequentavo, mi segnalò a Lorenzo, che all’epoca stava cercando una band.

SATVIK6

Il numero sulla quale siete in copertina, è intitolato When Music Meets Fashion: quanto la moda caratterizza la vostra vita e in che modo influisce sulla vostra musica?
S: Mi viene in mente una frase bellissima che ha detto Eric Clapton: ”Da quando inizi a guadagnare soldi con la musica, non finisci mai di comprare strumenti. Poi però ne hai troppi, allora inizi a comprare anche vestiti. Quando invece il guadagno diventa maggiore, inizi a comprare macchine, e poi case”. Io per adesso sono fermo ai vestiti (ride ndr).
V: Per me la moda è estremamente importante in ogni sfaccettatura, non la vedo superficiale come è per molti. E’ un modo di esprimermi, di approcciarmi alla vita, è viscerale.

SATVIK7

SATVIK8

Saturnino, ho tra le mani il tuo libro. Come e quando hai sentito l’esigenza di doverne scriverne uno?
Il libro mi è stato proposto da un grande giornalista musicale che da anni si occupa di musica e di spettacolo per Rizzoli, che è Massimo Poggini. Un giorno mi ha chiamato e mi ha chiesto se ci avessi mai pensato, la mia risposta è stata semplicemente ”no, mai!”. A quel momento lui mi ha detto: ”Vediamoci, e conversiamo. Mentre registro, ti faccio delle domande e tu mi rispondi” e così è nato Testa di Basso. La cosa bella di questo libro è che non ha un inizio e una fine, lo puoi leggere un po’ nel modo che vuoi, come il libro delle risposte!

Qual è il capitolo che è stato una liberazione scrivere?
Direi che quello su Giovanni Allevi è stato catartico! Dopo dieci buoni anni passati ad ascoltare cazzate, è bene dare al pubblico una versione alternativa.

E il capitolo alla quale sei più affezionato?
Quello su mio padre. Ho amato raccontare di lui a una persona che non fosse di famiglia.

SATVIK9

Vittoria, sei uscita da poco da ”Forte Forte Forte”, il primo talent di Rai 1. Cosa pensi dei talent, e cosa credi debba succedere dopo?
Purtroppo adesso riuscire ad emergere senza un talent è praticamente impensabile, specialmente in Italia. Il mercato è sempre più saturo di talenti figli di televisione, che spesso hanno vita breve. Nonostante abbia partecipato a due talent, credo e sostengo la musica prodotta alla vecchia maniera, quella carica di passione, e non di audience. Filosofia che sto adoperando anche con il mio nuovo progetto.

Ti va di parlarcene?
V: Ho deciso di ripartire da zero. Nel mio cammino ho avuto la fortuna di incontrare dei formidabili musicisti con la quale ho deciso di intraprendere una nuova avventura chiamata Vittoria And The Hyde Park. Nuovo look, e soprattutto nuovo sound. Sono reduce da un mese passato a Los Angeles insieme a vari amici, dove ho anche avuto occasione di dedicarmi a della nuova musica che uscirà a breve. Vedrete, ne rimarrete sbalorditi!

SATVIK10

SATVIK11

Stai per fare un nuovo tour negli stadi, che ti porterà per la terza volta a S.Siro. Cosa pensi cambierà dalle volte precedenti?
S: Quando affronti le cose con maggior consapevolezza, forse te la godi di più. Ne hai più tempo. E’ un po’ come il sesso, più lo fai, e più diventi esperto. Non devi però dare niente per scontato, le persone che ti sono a sentire hanno delle aspettative, e tu devi mettercela tutta affinché vengano rispettate.

 

Photographer ALESSANDRO LEVATI
Photographer’s collaborator ALESSANDRO VILLA
From an idea of FEDERICO LEDDA, ALESSANDRO LEVATI
Hair and Make Up EMANUELA CARICATO
Styled by FEDERICO LEDDA, VALENTINA M.
Production JOHNNY DALLA LIBERA, FEDERICO LEDDA
Graphic designer CRISTINA BIANCHI
Special Thanks to ANDREA CARBONARI @ DIRK BIKKEMBERGS
Location DIRK BIKKEMBERGS HEADQUARTER, MILANO

Telesplash – Una poesia scanzonata

 di Johnny Dalla Libera
 foto di Alessandro Levati
 Special thanks to: Ohibò Milano

Oggi abbiamo incontrato i Telesplash in occasione del loro live all’Ohibò di Milano dove avranno modo di presentare il loro terzo disco intitolato ‘’Non è più poesia’’, un titolo ingannevole, perché è vero che la loro personalità è scanzonata, come dicono loro, un po’ spensierata e leggera, tuttavia nonostante la leggerezza sono arrivati ad una produzione davvero matura sia nei testi che nell’alta qualità dei suoni merito di un ottimo lavoro di squadra in studio di registrazione.
Ora meglio lasciar parlare loro e la loro musica.

ALE_6899

Siete rientrati in studio per incidere ‘’Non è più poesia’’, un disco con un sound ed una formazione rinnovati: com’è stato l’affiatamento artistico della band?
Marco (Cantante): Non è stato facilissimo perché ognuno ha i propri gusti, tuttavia i tre quarti del gruppo coincidono e poi è bello passare il tempo a discutere in sala prove sulle nostre idee. Un fattore della nostra impronta è anche quello, appunto, che ognuno arriva con un proprio bagaglio culturale musicale alle spalle e contribuisce alla creazione di un sound nuovo.

Le musiche sono molto curate sia nel sound che nelle melodie, dalle linee del basso, ai riff di chitarra. Ma quanto conta per voi il testo di una canzone durante il processo di composizione?
M: Nei dischi precedenti abbiamo approcciato la scrittura dei testi in modo spensierato, per noi hanno priorità le melodie perché essendo filo-britannici conta molto il motivo soprattutto per un ascoltatore non madre-lingua e cerchiamo di curare il suono delle parole. Tuttavia in alcuni pezzi, essendo noi maturati, abbiamo lavorato con cura al testo come in Pioggia e sole. Infine se dovessi mettere su due piatti della bilancia una canzone col testo profondo ma che manca di melodia ed un testo spensierato ma che suona come una bomba noi scegliamo il secondo.

ALE_6916

C’è qualcuno di voi che a livello compositivo è più presente rispetto ad altri membri della band?
M: Prima influiva il batterista, ora mi sto impegnando molto io ma dal momento che l’idea viene proposta alla band col passare del tempo comincia a prendere forme e colori diversi sia come melodie sia come ritmi, quindi alla fine ognuno contribuisce con le proprie pennellate per poter ottenere un ottimo quadro!

La parola d’ordine del disco è divertimento tuttavia avete intitolato il disco ‘’Non è più poesia’’, si riferisce a qualcosa in particolare nelle vostre vite questo titolo?
M: Noi siamo sempre stati molto scanzonati nello stile di vita, chi ci conosce lo sa, però col passare del tempo è difficile convivere all’interno di una band con le divergenze di pensiero. In più Non è più poesia è una frase che si trova all’interno del brano Pioggia e sole che tra l’altro è la canzone che secondo noi meglio rappresenta l’essenza di questo disco. Ci è piaciuta la frase da subito e significa che è finita la pacchia che dobbiamo mettere fine alla scanzonatura col fine di maturare. Comunque la parola d’ordine divertimento rimane, chi partecipa ai nostri live lo sa!

Vantate una collaborazione con Pupo in Freddo, la seconda canzone del disco. Chi è un artista italiano col quale vi piacerebbe collaborare?
M: A me piace tantissimo Jovanotti e a livello di sound è quello più aggiornato e fresco nonostante faccia musica ad alti livelli da molti anni. Se però posso dire più di un nome mi piacerebbe tantissimo Adriano Celentano, basterebbe anche solo la sua voce.

Srano (nome d’arte del chitarrista Mattia Sarno ndr): A me piacerebbe lavorare con Thom Yorke (leader dei Radiohead e degli Atoms For Peace, ma anche protagonista solista ndr) poiché penso sia uno che dedica molto tempo alla cura del suono ed ha composto della musica di qualità.

Robot (Roberto Elia Palazzi Bassista): Essendo un bassista adoro Jovanotti, il suo bassista Saturnino e la sua musica, sarebbe un sogno una collaborazione con lui. Uscendo dall’Italia mi piacciono i Saint Motel che hanno un’ottima base ritmica. Un sound un po’ retrò reso moderno poi sono giovani e stanno meritando il loro successo.

ALE_6911

Ascoltando in modo più approfondito ‘’Non è più poesia’’ non sono riuscito a creare una similitudine tra voi e altre band. Ma quali sono le vostre influenze musicali?
M: Per dirla in modo un po’ grossolano il brit-pop in generale ma non posso non citare i The Beatles. All’unanimità possiamo dire i The Clash, ma il chitarrista arriva da un background Metal anche se non si direbbe, perché si è plasmato bene all’interno della band e siamo tutti molto diversi gli uni dagli altri ed un grande aiuto ce l’ha dato il nostro produttore. Davvero troppo forte l’ultimo disco degli Arctic Monkeys!

R: Macca (soprannome di Sir Paul McCartney ndr) è il mio bassista preferito poiché vengo da una realtà di musica inglese, quindi The Beatles, The Smiths sono le mie ispirazioni e quindi io lavoro molto sugli arrangiamenti e sulle melodie, un po’ meno sul ritmo. Dimenticavo, adoro i Jamiroquai.

S: Amo i The Beatles, i The Cure e i Blur fra le tante band che ascolto. Questi gruppi hanno dei chitarristi che non si limitano a virtuosismi bensì sanno dare il colore giusto alla loro presenza nel brano. Ormai non si suonano più gli assoli di due minuti nei brani moderni.

Mi riferisco solo a Sarno per una curiosità sulle chitarre: quali hai usato per registrare l’album?
S: Ho usato una Gibson Les paul che apparteneva al mi babbo (mio papà ndr), la Fender Stratocaster ma prediligo due chitarre che non possono mancare in tournée la ES 335 e in cima alla classifica c’è la Fender Telecaster: è la prima chitarra elettrica della storia e forse è la più completa! In più ho usato degli effetti che non usavamo prima e degli amplificatori valvolari Vox e Fender!

Qual è la maggiore differenza tra quest’ultimo disco in confronto ai precedenti?
M: A livello di suono siamo maturati tantissimo. Benchè a Bar Milano (disco uscito nel 2010 ndr) io ci sia molto affezionato, poiché ci ha fatti uscire dal nostro piccolo contesto, ascoltando i nostri tre dischi insieme si evince che quest’ultimo è più maturo riguardo alla ricerca del suono, sia nei singoli strumenti sia nel prodotto finale. Grazie anche al nostro produttore abbiamo raggiunto una qualità più elevata e matura.