Il pop dei Baustelle

di Federico Ledda_K1A8540

Ho sempre ammirato i cantautori italiani che, a mio parere, sono, e soprattutto sono stati,  un vanto di questo Paese. Ci sono stati sicuramente tempi migliori (vogliamo parlare dei ’70?) per questo genere  di musica, eppure qualche raro esempio emerge ancora, e proprio per questo è particolarmente interessante. Uno fra tutti? I Baustelle, il loro nuovo disco: L’amore e la violenza, vira tra pure ispirazioni pop alla Viola Valentino a veri e propri racconti di guerra. L’ album, della band di Montepulciano, è un disco cinico, malinconico, sincero e musicalmente maturo.  Arriva dopo una pausa, durante la quale Francesco (Bianconi – voce, chitarra e tastiere,  ndr.) ha pubblicato la sua ultima opera letteraria La Resurrezione Della Carne , mentre Rachele (Bastreghi – voce, tastiere e percussioni ,ndr.) ha dato vita al suo primo progetto da solista intitolato Marie.  Le tracce must listen sono: Basso e batteria, L’era dell’acquario, Il Vangelo di Giovanni.

Come nasce il titolo dell’album? 
Generalmente scriviamo prima la musica, passando poi a scrivere i testi. Da un paio di dischi a questa parte io ho invece puntualmente il blocco dello scrittore. Mi trovo davanti queste ”caselle” da riempire e penso di avere già detto tutto nei dischi precedenti. Quindi mi blocco. Uno stratagemma per evitare questo, è, banalmente, darsi dei temi sulla quale lavorare. Per ricercare i temi del nuovo disco, ho dato un’occhiata al mondo, e l’ho trovato in guerra. Quindi, parte dall’idea di guerra. Una guerra diversa da quella a cui siamo abituati. Che entra nell’intimo. L’idea è quindi stata quella di pensare a delle canzoni d’amore in un ipotetico tempo di guerra. Ecco quindi il titolo L’amore e la violenza.

Quali sono state le ispirazioni principali durante la lavorazione?
L’ispirazione è arrivata da Jaques Prévert e da altri poeti autori di liriche d’amore in un contesto di guerra.

In che modo avete lavorato sulle produzioni? C’è un grande distacco dal disco precedente. Come è andata?
C’è un utilizzo, oserei dire dogmatico, di strumenti di una volta. Come diceva Umberto Eco, a volte la storia cammina all’indietro. Ci sono delle tecnologie che sono state inventate nel 1942, che risultano all’avanguardia ancora oggi. Noi crediamo che una canzone sia fatta dalla melodia, dagli accordi, dall’armonia ma anche dal suono e dal timbro con cui viene suonata. Che cambia totalmente in base allo strumento con la quale la suoni. Durante la lavorazione abbiamo infatti giocato tanto con i sintetizzatori analogici, inventati decine di anni fa ed estremamente complessi nell’utilizzo. Che non sono però tutt’ora comparabili alla loro versione tecnologica. Due suoni estremamente diversi.

Il singolo di lancio dell’album, rende omaggio a un personaggio pop iconico. Che cosa simboleggia nella canzone, il personaggio di Amanda Lear?
La canzone è cervellotica. Volendo, Amanda Lear non c’entra niente. Parla di una storia d’amore tra un uomo e una donna. Stanno insieme. Si amano. Lei però continua a ripetersi che niente dura per sempre. Preferisce bruciare subito, piuttosto che durare in eterno. Lui prende alla lettera questa sua filosofia spicciola, e la tradisce con la prima che passa, in sostanza. Questo ”plot” che ti ho raccontato, nella canzone viene raccontato con un doppio flashback, comincia con lui che si rivolge a questo amore. Poi, ti facciamo sapere nel pre ritornello dove si trova lei in questo momento. Sembra quindi che sia lei la cattiva, in realtà, nel secondo flashback vediamo che è lui l’infedele. Amanda Lear c’entra perché nel mio racconto, lei fa sempre la similitudine del LP: ”dobbiamo essere come un LP di Amanda Lear, il lato A e il lato B.

Partirete anche in tour che, per la seconda volta sarà nei teatri. Come mai?
Non è stata una scelta facile. Mentre con Fantasma (l’album precedente, ndr.) è stata una scelta naturale, essendo il disco suonato con un’orchestra. Questo no. Il teatro però è una dimensione che ci piace. Stiamo preparando un live che inizia presto, e finisce presto, in modo da catturare il pubblico. Speriamo che piaccia a tutti.

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IL PAGANTE DEBUT ALBUM

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Dopo anni di singoli posizionati ai vertici delle classifiche e dopo una fan base cresciuta a dismisura è finalmente uscito ”Entro In Pass” il disco di debutto del trio ”Il Pagante”!

Con l’ironia sopra le righe che li contraddistingue, Il Pagante è uno dei gruppi più in voga in Italia capace di dettare le tendenze musicali delle notti dei giovanissimi. Con video da oltre 20milioni di visualizzazioni  e più di 100 live all’attivo sono stati capaci di sviluppare una vera e propria categoria sociale che, come un virus, ha influenzato con il classico gergo milanese da ”pagante” tutta Italia facendo diventare termini tipo ”sbatti” e ”minchia frate” veri e propri must.

Entro In Pass racchiude tutta l’essenza della loro filosofia intraprendendo un viaggio che comprende inediti come Fuori Corso e Ultimo e anche le loro maggiori hit come Pettinero e Vamonos.

Li abbiamo seguiti durante il loro primo instore milanese dove ad attenderli in Piazza Duomo c’erano dozzine di paganti pronti a farsi firmare il disco. Per vedere il video clicca qui.

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IL CUORE DI ANNALISA

di Federico Leddaannalisa-sanremo-2016-foto-ufficiale
 Si presenta come una ventata d'aria fresca ''Se Avessi Un Cuore'', il nuovo lavoro completamente electro pop della cantautrice Annalisa in uscita il 20 maggio.
 Realizzare cinque album in sei anni è un rischio che non tutti si possono permettere. Si è invece spinta a tanto Annalisa, riuscendo a realizzare il suo disco più completo, il SUO progetto, dove ha curato ogni singolo dettaglio. Dal design dell'artwork realizzato insieme a Laura Battista, ai testi del disco, tutti completamente scritti da lei a parte ''Potrei Abituarmi'' o ''Used To You'' scritta dalla camaleontica Dua Lipa (famosa in tutto il mondo per il successo ''Be The One'') e arrangiata in italiano da Annalisa insieme all'artista britannica.
 ''Se Avessi Un Cuore'' è un disco leggero, dai ritmi incalzanti e inusuali per l'artista di Savona che siamo sicuri, le farà fare una svolta alla sua carriera. L'abbiamo incontrata pochi giorni fa a Milano eccitata dall'uscita del suo nuovo album, ecco cosa ci ha raccontato...

Cinque album in sei anni, in che modo questo è diverso dagli altri?
Ogni album mi ha permesso di crescere e di fare un percorso graduale portandomi a un sound più elettronico e conforme ai suoni della scena pop americana.

Nell’album c’è anche ”Il Diluvio Universale”, brano che hai portato quest’anno a Sanremo…
”Il Dilvuio Universale” io lo vedo come un’opera unica, che per ragioni di logica è stata inserita nel disco. E’ un po’ il perno che unisce quello che è stato a quello che è ”Se Avessi Un Cuore”.

In che modo credi che la leggerezza traspaia dal disco?
Penso che esca soprattutto in un brano che si chiama ”leggerissima”, dove in sostanza cerco di dare valore alla leggerezza in quanto capacità di lasciarsi alle spalle qualcosa… Di mollare la presa, che non significa perdere, ma arrendersi in modo sereno.

Nel brano ”Potrei Abituarmi” c’è una collaborazione con Dua Lipa, in che modo l’hai conosciuta?
Mi è stata presentata nei corridoi di Warner, l’etichetta discografica di entrambe. Capita spesso di conoscere gli altri artisti che passano di lì, ma con lei è subito scattata una scintilla particolare, ci siamo trovate.
Insieme al suo gruppo di scrittura, con la quale scrive i suoi brani hanno scritto questa canzone ”Used To You”, che Dua mi ha poi proposto. Ci abbiamo lavorato su per renderla più mia, e così è diventata ”Potrei Abituarmi”.

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A CHAT WITH SIMPLE PLAN

di Federico Ledda
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È una delle band più influenti di tutto il rock-pop mondiale. Hanno venduto oltre sette milioni di dischi sfornato hit come “Welcome To My Life“, “Summer Paradise“, e adesso “I Don’t Wanna Go To Bed”, con la collaborazione del rapper Nelly, che anticipa l’uscita del loro nuovo disco.
Da sempre affezionati all’Italia, ci torneranno a marzo, per portare live in due date i successi che, ammettiamolo, hanno fatto da colonna sonora ad almeno uno dei momenti della nostra vita. #TheEyesFashion ha passato mezz’ora di una freddissima mattinata milanese a chiacchierare all’ultimo piano degli uffici di Warner Music con i SIMPLE PLAN. Ecco cosa ci hanno raccontato i canadesi Pierre, Jeff e David tra una poltrona girevole e un bicchiere d’acqua naturale.

Come ci si sente a essere tornati sulle scene dopo ben quattro anni?
E’ fantastico! Quest’estate siamo stati un po’ in tour, tra l’altro anche in Italia, a Roma e a Treviso! Tornare in studio per lavorare al nuovo disco è stato davvero eccitante…Stiamo cercando di fare il meglio possibile, e siamo sicuri che uscirà un bel lavoro! Ogni volta che torniamo in studio a registrare siamo sempre un po’ nervosi, ma fa parte del gioco.

Vi siete formati nel 1999, e da lì è stata una soddisfazione dopo l’altra…In che modo i vostri fan sono cambiati?
Molti di loro sono davvero fedeli! Specialmente quelli italiani… Alcuni ci seguono sin dai nostri inizi e dalla prima volta che siamo venuti in Italia… Me la ricordo ancora, eravamo in Piazza Duomo per Mtv, sopra in bellissimo balcone…

Sì, a TRL! Bellissimo.
Esatto! E molti fan sono con noi sin da quel primo incontro… Poi alcuni se ne sono andati, e un nuovo pubblico si è aggiunto dopo il successo che abbiamo avuto con Summer Paradise, che è stato di grande soddisfazione per noi.

Di cosa parla il vostro nuovo singolo ”I Don’t Wanna Go To Bed” ?
L’idea era quella di provare a creare qualcosa un po’ diverso rispetto al nostro solito scenario…Qualcosa che fosse più funky, con del groove. Sai, spesso l’ispirazione per scrivere ti viene in modo completamente naturale, e volentieri in momenti particolari. E’ infatti quello che è successo con questo singolo. Quando abbiamo finito di lavorarci ci siamo accorti che era talmente distante da noi, da avere addirittura il dubbio di pubblicarla, ma poi ci siamo detti, perché no? Non dobbiamo stare allacciati sempre al solito sound, è giusto provare anche cose nuove! Credo sia una bella canzone, suona bene e quando la sento mi fa sempre ballare e divertire!

Nel video, omaggio a Baywatch, non poteva mancare il mitico David Hasseloff. Com’è stato lavorare con lui?
E’ un uomo fantastico! Trovo che sia bellissimo che un’icona del suo calibro si spinga a partecipare a questo tipo di produzioni, e che sia sempre così entusiasta. E’ un vero professionista.

Come ci si sente a essere una band da praticamente 15 anni? Come riuscite ad andare avanti?
E’ gratificante! Ogni disco è come un nuovo inizio e porta con sé eccitazione e paure alla quale non ti abituerai mai. Siamo davvero affamati di musica. Adoriamo andare in tour per il mondo, conoscere e incontrare i nostri fan, vedere posti nuovi, e soprattutto, e un pubblico diverso. Ci riteniamo davvero fortunati.

Stanno tutti aspettando il nuovo disco. Avete una data di lancio?

Uscirà a febbraio! Abbiamo la data precisa, ma non vogliamo ancora comunicarla prima che slitti di qualche giorno. Sarà un bel disco, ci abbiamo lavorato tanto, e non vediamo l’ora!

Invece a marzo sarete in tour in Italia!
Sì, non vediamo l’ora! Come ti dicevo prima, tornare qui è sempre una gioia!

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CHARLI XCX – A CHAT WITH THE LONDON QUEEN

di Federico Ledda
foto Alessandro Levati

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Rompere gli schemi della musica pop è davvero difficile, sicuramente non un’impresa da tutti i giorni. E’ questa la missione che sta compiendo Charli XCX, impavida hitmaker classe 1992, che con la sua sincerità estrema e sopra le righe sta continuando a sfornare un successo dopo l’altro Boom Clap, Break The Rules, e la più recente Doing It, con la sua connazionale Rita Ora.

E’ anche dietro ad enormi successi quali Fancy con Iggy Azalea e I Love It delle Icona Pop, dove oltre a prestare la sua voce, il pezzo l’ha anche scritto.

L’abbiamo incontrata nel backstage del PRISMATIC WORLD TOUR di Katy Perry, colossale tour nella quale è opening act; e abbiamo parlato del suo ultimo disco SUCKER, dei suoi successi e della sua vita.

Signore e signori, CHARLI XCX.

Boom Clap, poi Break The Rules e adesso Doing It! Innanzi tutto, come stai? Ti aspettavi un successo così enorme?
Non mi sono mai aspettata niente a dire il vero! Ho sempre fatto musica principalmente per me stessa, il fatto che poi alla gente piaccia o meno, non è affar mio. Sono contenta che la risposta sia positiva, trovo sia fantastico essere in tour e fare tappa in posti così diversi tra di loro, con persone che prestano davvero attenzione a te, e alla tua musica, e che condividono il tuo messaggio.

Sono molto colpito da SUCKER, davvero, trovo che sia uno dei dischi più interessanti, in ambito pop degli ultimi anni. E’ stato difficile conciliare testi forti e sinceri come i tuoi con l’industria del pop?
Quando mi sono messa a scrivere questo disco, ho deciso di buttare fuori tutto quello che non ho detto nei precedenti, senza fare compromessi con nessuno. Non ho mai scritto un pezzo per fare piacere a qualcun altro, ho sempre scritto solo per fare del piacere a me stessa. Sono molto egoista in questo.

Quali sono le differenze tra Sucker e il tuo precedente album True Romance?
True Romance è un disco molto più malinconico, timido e misterioso… se fosse un colore sarebbe sicuramente il viola; SUCKER, invece, è come un pugno in faccia… è pericoloso, è aggressivo, è selvaggio, sicuramente sarebbe un rosso acceso, o un rosa shocking. Diciamo che True Romance era molto più dolce come lavoro, mentre questo invece è molto più… stronzo. (ride ndr)

Qual è la canzone del disco alla quale sei più legata?
Sono indecisa, probabilmente sono due: la prima è di sicuro Sucker… Perché dico vaffanculo talmente tante volte che diventa terapeutico cantarla. Parla dell’industria musicale e delle mie esperienze fino ad ora in quel mondo, è praticamente un grandissimo dito medio a tutto e a tutti. L’altra è invece Need Ur Luv, che è la canzone più romantica e soft del disco. Queste due perché sono un ottimo contrasto tra di loro.

Hai scritto innumerevoli hit di successo, tra cui ”I Love It” per le Icona Pop. Come mai hai scelto di dare una canzone con quel potenziale a qualcun altro?
Quando ho scritto I Love It, era una canzone che mi piaceva molto, ma che non sentivo mia. Appena l’ho proposta alle Icona Pop, e gliel’ho sentita cantare, non avevo dubbi: era la canzone perfetta per loro. Sono davvero contenta che gli sia piaciuta.

In questo periodo sei in tour con Katy Perry: come mai un’artista con già all’attivo tre album, ha deciso di diventare l’opening act di qualcun altro?
La proposta è arrivata nel pieno della popolarità di Boom Clap; ho accettato per avere la possibilità di far conoscere la mia musica a un pubblico più vasto, così da poter fare crescere anche la mia fanbase. Inoltre adoro Katy, ogni sera mette in piedi uno show che è indescrivibile, e mi permette di usare tutto il palco per il mio set… E’ motivo di orgoglio per me stare là sopra prima di lei!

Hai di recente lavorato con Lorde alla colonna sonora dell’ultimo Hunger Games, com’è stato lavorare con lei?
E’ stato bello! Non abbiamo proprio lavorato insieme a della musica, ma diciamo che mi ha più che altro istruito su come voleva che fosse il mio pezzo, essendo la direttrice artistica della colonna sonora. Tuttavia è stato fantastico, ci siamo capite fin da subito, lei voleva che facessi qualcosa di differente, di inaspettato, e io volevo creare qualcosa che desse un tocco in più alla colonna sonora. Sono una sua grande fan, è davvero una persona intelligente, che da tutta se stessa per l’arte.

Se dovessi scegliere tre canzoni che secondo il tuo gusto sono le più belle di sempre, quali sceglieresti?
Britney Spears – Piece of Me
Lou Reed – Satellite of Love
Bow Wow Wow – I Want Candy

Qual è stata la cosa più divertente che un fan ha fatto per te?

I miei fan sono davvero dolcissimi! Mi hanno comprato tantissime copie del profumo di Justin Bieber, talmente tanti che me ne porto delle boccette sempre con me! Ce l’ho anche adesso addosso. Una volta un gruppo di fan mi ha regalato un bambolotto gonfiabile a grandezza naturale di Justin Bieber completamente tatuato in tutto il corpo, pure nel pene!! (ride a crepapelle ndr) La cosa ancora più divertente è che durante il tour americano, la bambola è venuta con noi!

Ma come mai tutto su Justin Bieber?!
Non ne ho idea!!! Ho solamente detto che mi piace la sua musica, non sono ossessionata da lui, apprezzo il suo percorso musicale! Ma adoro i miei fan e quello che fanno per me, sono davvero dolcissimi!
Quando tornerai in Italia?
Spero presto! Vorrei tornare a suonarci con il mio tour da headliner… Molto probabilmente nell’inverno di quest’anno!

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