MMFW: DAKS SS16

di Federico Ledda

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MENS SANA IN CORPORE SANO – è ispirato ad una delle più celebri locuzioni latine la collezione DAKS primavera estate 2016.

Collezione dall’eleganza distintiva e raffinata, le cui linee sono dettate – così come nella ginnastica, da rigore e disciplina, all’interno della quale due diverse anime convivono in modo sinergico e complementare.

Dalle linee classiche e con uno sguardo al vecchio rigore della ginnastica degli anni 30 che rivive nei pantaloni ampi, a vita alta, con il ritorno delle pinces, e in una stampa, l’unica voluta nella collezione e visibilmente deco’ che viene proposta anche sulla maglieria, presente nella collezioni solo in tre fibre diverse.

Formale, ma estremamente elegante e sofisticata la collezione firmata DAKS, si esprime principalmente in colori pastello e grazie anche al cuoio naturale: un caro richiamo alle palestre d’epoca, e l’unica componente in pelle della collezione, dalla quale nascono dai capispalla a prestigiosi accessori per un uomo classico, ma pur sempre audace.

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MMFW: JOHN RICHMOND SS 2016

image1di Federico Ledda

Sfilata estremamente iconica per John Richmond che sceglie di guardare al futuro ricordando il passato, grazie ai pezzi classici che da sempre caratterizzano la maison, rivisitati però con dettagli sovversivi che mescolano eleganza sartoriale e casual chic a praticità sportiva.

Bianco e nero, blu directoire, mimosa, rosso agrodolce e arancione cheddar. Questi i colori principali della spring summer 2016, che grazie anche a stampe optical e a tessuti quali seta/cashmere, cotone jacquard, lana super leggera e pelle lavorata con trasparenze, donano ai look un effetto rock-sofisticato.

Ancora una volta, la musica ricopre un ruolo fondamentale nella sfilata e nella creazione degli abiti. In questo caso, a fare da colonna sonora ci hanno pensato i Chemical Brothers con Hey Boy Hey Girl: un beat dance che aumentando cattura i look cut-up e angolari della primavera estate 2016.

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MMFW: DIRK BIKKEMBERGS SPORT COUTURE SS 2016

di Federico Ledda
 foto di Alessandro Levati @ Showbit Agency
backstage Marilù Venditti

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Dopo avere faticato e sudato per tutto l’inverno, è arrivato il momento di spogliarsi per mostrare i risultati di tanta fatica, e finalmente rilassarsi. Sceglie infatti le Terme di Milano Dirk Bikkembergs per presentare la sua collezione SS 2016. L’elemento predominante? L’acqua e il benessere a 360 gradi.
La sport couture firmata Bikkembergs ci fa pensare all’uomo visto come un guerriero urbano e sofisticato che dopo devota dedizione allo ”sweat” decide di prendersi una pausa estiva per ritrovare il suo equilibrio interiore.

Il mondo orientale è l’ispirazione della collezione, che reinterpreta secondo i canoni della maison elementi rubati alle uniformi delle arti marziali, grafismi, linee e motivi origami.
Il tema che caratterizza la collezione, invece è sicuramente il red bamboo, che insieme a smoking sartoriali in jacquard, accessori formali come cravatte, foulard e pochette, dà un tocco di eccentricità ottima al look.

A predominare sono invece il bianco e il nero, con accese irruzioni di verde e rosso.

Forza e tenacia, da sempre caratteri predominanti dell’uomo Bikkembergs non vengono trascurati nemmeno in quest’ultima sfilata, dove a rappresentargli al meglio ci ha pensato un ospite d’eccezione, il ragazzo d’oro per eccellenza: Gue Pequeno, che ha chiuso la sfilata.

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PITTI IMMAGINE DAY 2 – BEST DRESSED

di Federico Ledda
foto Alessandro Levati

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Si sa, spesso, tra le persone che vivono nel mondo della moda, o che provano a farne parte, si fa a gara per farsi notare: che tu sia vestito bene o in modo totalmente ridicolo, poco importa, l’importante è apparire. Il miglior campo di battaglia per questo speciale tipo di gare, è sicuramente Pitti Immagine, la fiera moda (uomo) più importante del mondo.
C’è chi invece è non curante di questi standard e fa di classe ed eleganza il proprio biglietto da visita. Nella moda, ci sono due tipologie di persone: quelli che sanno il fatto loro, e quelli che si ridicolizzano da soli per un momento di notorietà, tanto per dare ragione a Andy Warhol.

Ecco quindi chi di classe se ne intende: i meglio vestiti di questa uggiosa giornata fiorentina.

 

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WHEN MUSIC MEETS FASHION

di Federico Ledda
foto di Alessandro Levati

Per il numero di giugno abbiamo pensato ai due universi che caratterizzano maggiormente il concept di The Eyes Fashion: la musica e la moda. Spesso i cantanti, specialmente nella musica pop, costruiscono la loro immagine secondo i canoni dettati dalla moda. Le domande che invece noi ci siamo posti sono state: chi, tra gli artisti, al posto di seguire la moda cerca di crearla? Per chi la moda ha una parte fondamentale nella musica? Per chi è uno stile di vita? Ci sono venuti in mente subito due nomi. Vittoria Hyde e Saturnino. Così simili, ma così diversi.

Da una parte abbiamo Vittoria, camaleontica cantante e volto femminile di Virgin Radio che, ricca di entusiasmo e di sogni si prepara a lanciare un’importante nuovo progetto, che darà una nuova sfumatura al suo sound. Dall’altra abbiamo Saturnino immenso musicista ed insaziabile curioso, che insieme a Lorenzo Jovanotti, suo socio, ha lavorato a brani che hanno rivoluzionato la musica italiana. Ma non solo! È il fondatore della Saturino Eyewear: sofisticato brand di occhiali da sole dalle forme dinamiche e innovative. È uscito da poco il racconto della sua vita, dal titolo Testa di Basso scritto con l’aiuto di Massimo Poggini, e si prepara a calcare nuovamente i più importanti stadi d’Italia insieme a Jovanotti con un tour che lascerà il segno. Insieme per The Eyes Fashion, come mai prima d’ora.

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Vittoria, da quando The Eyes Fashion è partito, hai sempre cercato di dare il tuo contributo mettendoci anche la faccia. Come mai questa scelta?
Ho sempre avuto un debole per la moda. Mi piace la creatività, e la versatilità. Cosa che in questo progetto ho visto sin dall’inizio. Ho voglia, e sono orgogliosa, di far parte di questo giovanissimo team che mi insegna ogni giorno una cosa nuova, permettendomi di crescere insieme a loro.

Saturnino, tu invece come mai hai deciso di accettare di essere la parte maschile della cover di giugno?
Mi hanno sempre affascinato i nuovi progetti, cerco sempre di rendermi disponibile e di metterci la mia come posso.

Voi due invece come vi siete conosciuti?
S: Ci siamo conosciuti parecchi anni fa a un evento mentre io facevo un djset, ma poi ci siamo persi di vista per un po’…
V: Sì, ma poi ci siamo ritrovati!

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In che modo hai conosciuto Jovanotti?
S: E’ successo a Milano in un bellissimo studio di registrazione che purtroppo oggi non esiste più.
Siccome lo studio era molto vicino alla casa di Claudio Cecchetto, lo scelse per le registrazioni di Una Tribù Che Balla. Il proprietario dello studio, che io frequentavo, mi segnalò a Lorenzo, che all’epoca stava cercando una band.

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Il numero sulla quale siete in copertina, è intitolato When Music Meets Fashion: quanto la moda caratterizza la vostra vita e in che modo influisce sulla vostra musica?
S: Mi viene in mente una frase bellissima che ha detto Eric Clapton: ”Da quando inizi a guadagnare soldi con la musica, non finisci mai di comprare strumenti. Poi però ne hai troppi, allora inizi a comprare anche vestiti. Quando invece il guadagno diventa maggiore, inizi a comprare macchine, e poi case”. Io per adesso sono fermo ai vestiti (ride ndr).
V: Per me la moda è estremamente importante in ogni sfaccettatura, non la vedo superficiale come è per molti. E’ un modo di esprimermi, di approcciarmi alla vita, è viscerale.

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Saturnino, ho tra le mani il tuo libro. Come e quando hai sentito l’esigenza di doverne scriverne uno?
Il libro mi è stato proposto da un grande giornalista musicale che da anni si occupa di musica e di spettacolo per Rizzoli, che è Massimo Poggini. Un giorno mi ha chiamato e mi ha chiesto se ci avessi mai pensato, la mia risposta è stata semplicemente ”no, mai!”. A quel momento lui mi ha detto: ”Vediamoci, e conversiamo. Mentre registro, ti faccio delle domande e tu mi rispondi” e così è nato Testa di Basso. La cosa bella di questo libro è che non ha un inizio e una fine, lo puoi leggere un po’ nel modo che vuoi, come il libro delle risposte!

Qual è il capitolo che è stato una liberazione scrivere?
Direi che quello su Giovanni Allevi è stato catartico! Dopo dieci buoni anni passati ad ascoltare cazzate, è bene dare al pubblico una versione alternativa.

E il capitolo alla quale sei più affezionato?
Quello su mio padre. Ho amato raccontare di lui a una persona che non fosse di famiglia.

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Vittoria, sei uscita da poco da ”Forte Forte Forte”, il primo talent di Rai 1. Cosa pensi dei talent, e cosa credi debba succedere dopo?
Purtroppo adesso riuscire ad emergere senza un talent è praticamente impensabile, specialmente in Italia. Il mercato è sempre più saturo di talenti figli di televisione, che spesso hanno vita breve. Nonostante abbia partecipato a due talent, credo e sostengo la musica prodotta alla vecchia maniera, quella carica di passione, e non di audience. Filosofia che sto adoperando anche con il mio nuovo progetto.

Ti va di parlarcene?
V: Ho deciso di ripartire da zero. Nel mio cammino ho avuto la fortuna di incontrare dei formidabili musicisti con la quale ho deciso di intraprendere una nuova avventura chiamata Vittoria And The Hyde Park. Nuovo look, e soprattutto nuovo sound. Sono reduce da un mese passato a Los Angeles insieme a vari amici, dove ho anche avuto occasione di dedicarmi a della nuova musica che uscirà a breve. Vedrete, ne rimarrete sbalorditi!

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Stai per fare un nuovo tour negli stadi, che ti porterà per la terza volta a S.Siro. Cosa pensi cambierà dalle volte precedenti?
S: Quando affronti le cose con maggior consapevolezza, forse te la godi di più. Ne hai più tempo. E’ un po’ come il sesso, più lo fai, e più diventi esperto. Non devi però dare niente per scontato, le persone che ti sono a sentire hanno delle aspettative, e tu devi mettercela tutta affinché vengano rispettate.

 

Photographer ALESSANDRO LEVATI
Photographer’s collaborator ALESSANDRO VILLA
From an idea of FEDERICO LEDDA, ALESSANDRO LEVATI
Hair and Make Up EMANUELA CARICATO
Styled by FEDERICO LEDDA, VALENTINA M.
Production JOHNNY DALLA LIBERA, FEDERICO LEDDA
Graphic designer CRISTINA BIANCHI
Special Thanks to ANDREA CARBONARI @ DIRK BIKKEMBERGS
Location DIRK BIKKEMBERGS HEADQUARTER, MILANO

Sneakers #Addicted

di Federico Ledda
foto Alessandro Levati

Scure, colorate, alte, basse… La tendenza del momento è stare comodi, la tendenza del momento è la sneaker.

Portate al mondo principalmente per uso sportivo, abituati a vederle addosso a giocatori di basket, di tennis, e chi ne ha più ne metta, la scarpa da tennis, così chiamata ”all’italiana” è diventata un vero e proprio MUST: dai più piccoli ai più grandi, dalle fashionista alle celebrities, dagli stilisti agli imprenditori, sembra proprio che sia in atto la rivoluzione della comodità: non più tacchi chilometrici per lei, e non più scarpe laccate per lui. L’eleganza dell’uomo rinasce bensì dalla scarpa sportiva, cosa che sa bene anche la donna che al posto di un tacco chilometrico a un vestito sceglie di abbinarci una suola bassa, che seduce, ma in totale tranquillità.

E voi per che Sneaker siete? Ecco la nostra TOP 6 delle Sneaker MUST HAVE della stagione:

 

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ADIDAS ZX FLUX IN ESCLUSIVA DA FOOT LOCKER
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REEBOK ZPUMP
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ADIDAS TUBULAR
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ADIDAS ZX FLUX IN ESCLUSIVA DA FOOT LOCKER
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REEBOK INSTAPUMP FURY
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ADIDAS TUBULAR

CARLO PIGNATELLI HAUTE COUTURE 2016

di Federico Ledda
foto di Alessandro Levati

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Sconfinata eleganza con richiami vittoriani e barocchi: a Milano sfila l’haute couture firmata Carlo Pignatelli.

Uomini dall’innata attitudine verso la ricercatezza e l’esclusività, caratteristiche peculiari nell’eleganza del dandy moderno, ma con il fascino retrò di chi sa stupire con un’innata classe. La redingote e il frac, rivisitati con i dettagli delle uniformi, saranno i must della prossima stagione secondo lo stilista torinese che presenta un ricco excursus tra giacche da ”borghese a gentiluomo”. A caratterizzare ogni look, è però il gilet che grazie a pregiate lavorazioni sui tessuti, lo rendono sofisticato e unico, come si addice a un vero eccentrico.

Le degne muse dei dandy sono affascinanti dame dalle silhouette leggere, vestite da tessuti e ricami non convenzionali. Giochi di luce e di ombre pannellano materiali che si intersecano e si sovrappongono creando effetti di trasparenze strategiche per un’eleganza soffice, quasi sussurrata, creata da tutte le declinazioni del bianco e dell’avorio fondendosi nel rosa antico arrivando fino allo zaffiro. Donne romantiche, e pacate, che non rinunciano però alla loro femminilità, sfoggiandola in modo distinto.

Le donne e gli uomini di Carlo Pignatelli in tre parole? Grazia, distinzione, finezza

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M COLLECTIVE STORE – MUCH, MORE, OR MINUS?

di Federico Ledda
foto Alessandro Levati

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Ha aperto in Viale Regina Giovanna (Porta Venezia) a Milano, la prima interactive experience del mondo, si chiama M COLLECTIVE STORE.

Situato nel cuore di Milano, L’M Collective, non è un semplice negozio, ma un collettivo di designers, artisti e stylist, che divisi in tre categorie, hanno dato vita a una vera e propria esperienza sensoriale che da totalmente un nuovo significato alla parola shopping. Non solo vestiti, ma un camaleontico bazar fashion che diviso in MINUS, MUCH e MORE, ti permette di fare shopping in base alle tue emozioni.
Radical, essenziale, pulita è la parte più sobria dello store, denominata MINUS. MUCH, è un’esatta via di mezzo: sofisticata, basic chic, charmant. Esagerata, pazza e swag è invece MUCH, la parte più inaspettata del collettivo, capace di fare stupire e divertire chiunque.

Totalmente multimediale e interattivo, L’M COLLECTIVE, dispone di diversi schermi touch ad alta tecnologia che permettono, avvicinando il cartellino del prodotto al monitor touch, di comunicare ed interagire con il Collettivo.
Lo schermo, infatti, restituisce una descrizione del brand, le taglie e i colori disponibili in store e il suggerimento
di abbinamenti da parte di fashion stylist e blogger che compongono lo staff.

MINUS. MUCH. MORE. Voi in quale vi identificate? Scopritelo facendo un salto da M COLLECTIVE!

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Photographer ALESSANDRO LEVATI
Photographer’s collaborator ALESSANDRO VILLA
From an idea of FEDERICO LEDDA, ALESSANDRO LEVATI, JOHNNY DALLA LIBERA
Models YULIA, IULIIA, RUAIRI, ELISA @ 2MORROW MODEL
Hair EMANUELA CARICATO
Make Up CLAUDIA BARCELLI
Styled by FEDERICO LEDDA
Production JOHNNY DALLA LIBERA
Graphic designer CRISTINA BIANCHI
Editing ANDREA CRISAFULLI
Special Thanks to LORENZO FRUMENTO, GESSICA TOMAO

DEEP INTO SOKO

image1di Federico Ledda

Fragile, introspettiva e sincera. Sono questi i tre principali elementi che caratterizzano SOKO, la sua musica, e più nel dettaglio il suo ultimo album ”My Dreams Dictate My Reality”.
SOKO, all’anagrafe Stéphanie Sokolinski, nata a Bordeaux, in Francia nel 1986, inizia a far parlare di se e della sua musica nel 2006, quando quasi per gioco, registra in camera sua, con il suo telefono una traccia dal titolo ”I’ll Killer Her”, che carica poi su MySpace. Nemmeno il tempo di rendersene conto, il video musicale del brano, diventa talmente virale da arrivare a tre milioni di visualizzazioni.

Da allora SOKO di strada ne ha fatta: ha pubblicato un EP, un album dal titolo ”I Thought I Was An Alien” dalla quale ha estratto il singolo ”We Might Be Dead By Tomorrow” diventando un successo planetario, è diventata testimonial della SS 2014/15 di Just Cavalli, prestato la sua voce a Isabella nel film ”HER” diretto da Spike Jonez, e ha appena lanciato il suo secondo disco”My Dreams Dectate My Reality”, un meraviglioso e insolente viaggio punk attraverso le sue emozioni più profonde, prodotto dal the one and only Ross Robinson, storico produttore dei The Cure, grande fonte di ispirazione per l’album di Stéphanie Sokolinski aka SOKO.

Potevamo quindi farci scappare l’occasione di conoscere più a fondo l’unica vera Punk del nostro secolo?

La prima domanda è quasi lecita: com’è stato lavorare con Ross Robinson?
E’ stato fantastico! E’ come se fosse la definizione fisica di come un produttore dovrebbe essere! Quando cerchi un produttore per il tuo disco, cerchi di avere il meglio basandoti su cosa in precedenza lui ha prodotto, ma una volta contattati la loro domanda era sempre la stessa: ”Che budget hai?”. Ecco, con Ross, è stato completamente diverso, quando l’ho contattato, la prima cosa che mi ha detto è stata: ”Quello che hai fatto da sola, è già perfetto; il mio intento sarà quello di aiutarti a rendere questo processo ancora più speciale e intimo”, e così è stato.

Quali sono le differenze tra ”My Dreams Dictate My Reality”, e il tuo primo disco?
Il primo disco è stato scritto quasi interamente con la chitarra, ed è stato un percorso che ho intrapreso da sola, mentre invece in questo lavoro, ho deciso di smetterla di essere vittima delle mie emozioni cercando di scrivere un album estremamente profondo, ma più ottimista rispetto al precedente; infatti tutte le canzoni sono state scritte con tastiere, batteria, o drum machine, a parte l’ultima, Keaton’s Song, che l’ho scritta con la chitarra.

Com’è essere punk nel 2015?
Non lo so! (ride ndr) E’ difficile descriverlo e descriversi… Cerco solo di essere me stessa e di fare il cazzo che mi va di fare; ho una forte personalità e so bene chi sono. Non sono una ribelle, ma una che non scende a compromessi, che è così perché l’ha deciso, non perché glielo ha imposto qualcuno.

I tuoi sogni dettano veramente la tua realtà? (In riferimento a My Dreams Dictate My Reality)
Sì. In migliaia di modi! Ho sempre avuto una forte relazione con i miei sogni, quando ero piccola, ogni volta che avevo un incubo qualcuno della mia famiglia moriva, quindi sono cresciuta nella convinzione che i miei sogni uccidessero le persone, concetto che è estremamente presente nella canzone ”Oceans Of Tears”… E’ la prima volta che ho trovato il coraggio di parlarne apertamente, e dopo essere cresciuta con questo peso è stato quasi una liberazione. I sogni per me hanno estrema importanza, ad esempio: dovevo trasferirmi a New York da Seattle, ed esattamente la notte prima di partire, ho sognato di trasferirmi a Los Angeles, così il giorno seguente, sono partita per LA, città in cui tutt’ora vivo.

Qual è la canzone più profonda del tuo nuovo disco?
Lo sono tutte, perché non riesco a scrivere se non dal profondo. Tutto quello che scrivo mi rappresenta a pieno, e quando scelgo di parlare in un brano di un argomento preciso, non la smetto fino a quando sono convinta di avere scritto ogni singola cosa a riguardo.

Com’è stato lavorare con Spike Jonez e dare voce a un personaggio di un suo film?
E’ stato completamente inaspettato! Stavo cenando con lui (Spike), quando mi ha chiesto di andare il giorno seguente in produzione a fare qualcosa insieme, e che mi avrebbe mandato del materiale tramite email. Era mezzanotte quando ho ricevuto la mail, e dentro c’erano tre fittissime pagine di copione e il suo messaggio: ”Riesci ad essere domani da me alle 10?” Dopo esserci andata, abbiamo scritto delle altre pagine insieme, entrambi piangevamo… E’ stata una cosa estremamente intensa, lui è il migliore!

Sei sempre in giro per il mondo, dov’è il posto dove ti senti a casa?
LA! Ma cerco di sentirmi a casa in ogni posto dove mi trovi…anche perché non ho una casa! La mia casa è la mia valigia; anche quando sono a Los Angeles, sto dalla mia migliore amica e divido il letto con lei. Quindi cerco di sentirmi a casa ovunque io sia.

Quando tornerai in Italia? Abbiamo bisogno di te!
Ne stavamo parlando giusto poco fa, speriamo il più presto possibile! Mi piacerebbe venire a suonare in Italia, sarebbe epico!

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ALBERTO ZAMBELLI FW 2015/16

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foto Alessandro Levati

Linee semplici e colori essenziali: per l’ultimo giorno della settimana della moda, scende in passerella Alberto Zambelli, giovane stilista patrocinato dalla Camera Nazionale della Moda Italiana.

Un autunno inverno semplice, e posato, ispirato alla Marchesa Casati in viaggio sull’Orient Express. Un volto bianco calce con uno sguardo intriso di mistero e dall’aspetto androgino… La donna che Zambelli immagina è una donna colta e desiderosa di apprendere dal connubio di culture.

Cappotti in nuovo loden, giacche allungate e destrutturate, maglie a matita, camicie oversize in micro collo, e pantaloni maschili, sostengono una collezione che è l’esatto connubio tra semplicità destrutturata e una femminilità nomade e sofisticata, per una donna forte, ma leggera.

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SAN ANDRES MILANO FW 2015/16

di Federico Ledda
foto Alessandro Levati

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Spazio ai giovani e alle loro prime collezioni nell’ultimo giorno della settimana della moda meneghina. In patrocinio con la Camera Nazionale della Moda, il brand San Andrès presenta una collezione in chiave pop art, rispecchiando l’ironia della cultura moderna in una personalissima visione dell’eleganza, unita anche alla sua voglia di protagonismo, e quasi irriverenza, esprimendo un pensiero dietro na maschera di se stessi, sempre al meglio in ogni momento, dove tutto è permesso ma dove tutto passa in un istante.

Mood Stile 54 di New York, la passerella diventa un dancefloor sulla quale scatenarsi con pellicce patchwork in naunces suadenti di fucsia, bluette, giallo, rosa ed ori energici per un risultato di una ferma proposta di femminilità.

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TER ET BANTINE FW 2015/16

terDi Federico Ledda
Foto di Alessandro Levati

Collezione dai tratti femministi per Ter Et Bantine, che ha trovato ispirazione da Sara Thakral (1914 – 2009), donna indiana dallo spirito contemporaneo, tra le prime ad aver guidato un aereo agli inizi del XXesimo secolo.
Una donna determinata, amante dei viaggi avventurosi che ha creduto nei suoi sogni. Artista, madre, moglie ed un’imprenditrice, parole chiave che descrivono lo spirito moderno delle professioniste del nostro presente, alle quali Kostas Murkudis, direttrice creativa del brand, dedica la sua prima collezione.

Ispirata alle uniformi e agli abiti militari, Kostas, dà vita a una collezione di pratici abiti, ma allo stesso tempo estrememanete chic, capace di catturare la personalità multi-tasking rappresentato dalla donna di TER ET BANTINE. 

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JOHN RICHMOND FW 2015/16

di Federico Ledda
foto Alessandro Levati

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Per il prossimo autunno inverno, John Richmond decide di sfoggiare un’inedita eleganza rock-classica riuscendo a rappresentare perfettamente il giusto compromesso tra l’impronta rock del brand e una ritrovata classe, rivisitata in chiave sofisticata.

Tagli e abrasioni di cashmere, seta e pelle, con texture leopardate, disegni zebrati, dragoni e fiori, stampe geometriche in nero, turchese, burgundy e rosso sangue, impreziositi da dettagli in paillettes, frange e bordi in pelliccia, per una collezione che è quasi un’avventura sensoriale.

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ANGELO MARANI FW 2015/16

di Federico Ledda
foto Marilù Venditti

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Be sexy, and be real.
Collezione estremamente di classe e sensuale, ispirata alla seduzione delle dive del cinema degli anni 60 come Marilyn, Sophia e Silvana. Grande omaggio anche alla diva italiana per eccellenza: Virna Lisi, massimo simbolo di eleganza e seduzione secondo il brand.
Le tre X che rappresentano l’amore diventano tracciati della maglieria in fili flottanti tagliati al vivo per un effetto pelliccia. Il concetto dell’imbottitura ispira il recupero dell’orbace: storico tessuto inno del made in Italy e caratteristico per la collezione.

 

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NICHOLAS K FW 2015/16

di Federico Ledda 
foto di Alessandro Levati

nCollezione futuristica per Nicolas K che decide di puntare tutto sulle varie sfumature del nero e sulle varie sfaccettature della pelle, ispirandosi ai film noir, allo streampunk e al gothic.

Estremo e coraggioso il prossimo inverno marchiato Nicholas K sarà costituito principalmente da tessuti elaborati quali pelle invecchiata, morbido mohair, e pelle di agnello invecchiata. Grande attenzione anche ai dettagli con pailettes monocromatiche, fibbie di metallo industriale, guanti di pelle di agnello, e calze di seta.

Nero, rosso scuro, ruggine, vamp, e canna di fucile, sono invece le scelte delle palette dei colori che caratterizzano la collezione: tessuti puliti, ma dai tagli forti che creano un compromesso futuristico e mai scontato.

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