UP IN THE AIR
Photographer ALESSANDRO LEVATI
Photographer’s Assistant ALESSANDRO VILLA
Talent MAYA STEPPER @ WOMEN MANAGEMENT
From an idea of ALESSANDRO LEVATI
Hair and make up FILIPPO DEL BOCA
Styled by FEDERICO LEDDA
Production FEDERICO LEDDA, ALESSANDRO LEVATI
Special Thanks To Max Mantica
SAVE THE DATE: 20/11/15 – THE EYES FASHION PARTY TALES CHAPTER ONE: 90’S HIP HOP SCENE
THE EYES FASHION PARTY TALES: un divertente viaggio attraverso eventi a tema, per rivivere alcuni periodi storici che hanno particolarmente caratterizzato la moda e la musica così come la conosciamo oggi.
CHAPTER ONE: 90’s Hip Hop scene.
Preparati ad indossare la tua salopette di jeans, la collana d’oro finto che pesa meno di un grammo, lo snapback,la felpa della Champion e le Buffalo ai piedi: il 20 si ritorna indietro nel tempo.
Music selecta by:
THE WATZMANNS (Vittoria Hyde and Federico Ledda)
DJ EROS
ZIMEN
DRESS CODE: 90’s HIP HOP PARTY ANIMALS
FREE ENTRY
LOVE FOR VIETNAM – #THEEYESFASHIONONHOLIDAY
di Chiara Spinelli
Se avete voglia di fare una vacanza fuori dalle righe, immersi nella natura, dove i comfort e le abitudini di tutti i giorni possono passare in secondo piano, allora sicuramente uno dei luoghi che vale la pena visitare è il delta del Mekong, nel Vietnam meridionale.
Il Mekong è il fiume più importante dell’Indocina, undicesimo per lunghezza al mondo, le cui acque scorrono dal Tibet fino a sfociare in Vietnam. Una delle zone più affascinati del Vietnam, rimane un luogo in cui il turismo è ancora poco sviluppato. Quest’area è ancora molto rurale e nonostante la grande densità di popolazione è difficile trovare strutture adatte a turisti, è raccomandabile viaggiare accompagnati da una guida che faccia anche da traduttore.
Il clima tropicale che caratterizza tutto il Vietnam fa sì che ci sia caldo tutto l’anno e il mese più consigliato per visitarlo è senza dubbio febbraio. A partire da maggio, fino a ottobre, inizia la stagione dei monsoni in cui il livello del Mekong sale parecchi metri di livello, e purtroppo, interi villaggi vengono allagati e molte strade diventano impraticabili. Il clima e le stagioni influenzano enormemente l’esistenza dei locali, costretti ad una vita difficile e molto povera. Il Vietnam meridionale si basa principalmente sulla coltura del riso e la pesca; è infatti molto difficile trovare delle industrie in questa zona.
Nella zona del delta del Mekong, buona parte della popolazione è di origine Khmer, ovvero cambogiana. Questo ha determinato una moltitudine di culture, tradizioni e lingue differenti, che nel corso dei secoli si sono fuse ed influenzate tra di loro. Un tipico esempio della cultura così particolare di questa zona è infatti la religione del caodaismo, che va a fondere la religione cattolica, taoista, buddista e induista in un unico credo.
Nella zona di Can Tho, è possibile noleggiare una barca e navigare su uno degli affluenti del Mekong. Il tour vi porterà a visitare le tipiche case a palafitta, per poi addentrarsi nella foresta tropicale in cui si possono vedere numerosi produttori di cocco, mattoni e altri prodotti.
Uno dei luoghi più tipici della zona di Can Tho è il mercato galleggiante di Cai Rang, destinato a scomparire a causa della modernizzazione e lo sviluppo industriale a cui il Vietnam di sta avviando. Qui è possibile trovare differenti tipi di barche, su cui i contadini appendono una canna da pesca a cui viene agganciato il prodotto in vendita in modo da essere subito visibile. I clienti spostandosi con le proprie barche a remi, salgono sulla prima barca, per poi saltare di barca in barca, per raggiungere i prodotti di cui si necessita.
Proseguendo verso sud, si possono visitare diversi templi, tra cui la pagoda di Xa Lon, costituita da due padiglioni, quello centrale dedicato alla preghiera ed un altro adibito alla vita dei monaci. La pagoda, oltre ad essere un luogo sacro, è molto famosa per i pipistrelli giganti che vivono in questo luogo e che al tramonto si spostano tutti insieme creando uno spettacolo molto suggestivo.
Nella città di Bac Lieu si possono ammirare numerose case in stile coloniale francese di cui certamente la più impressionate rimante casa Bac Lieu. Costruita nel 1919, attualmente proprietà del governo, è costruita in stile francese con mobili di importazione dei primi ‘900. Viene data molta importanza ai dettagli dell’arredamento, dove il gusto tipicamente orientale si mischia a quello francese dell’art nouveau.
Da Ca Mau, una delle città principali dell’estremo sud, nonché luogo di nascita dell’attuale primo ministro, ci si può recare nel punto più meridionale del Vietnam, raggiungibile tramite barca. Questo luogo è caratterizzato da una fitta foresta di mangrovie e prende il nome di foresta di U Minh. Le foreste di mangrovie sono considerate molto importanti perché separano le acque dolci dagli oceani ed in secondo luogo sono luoghi abitati da molte specie animali.
Se state per cui cercando una vacanza a stretto contatto con una cultura ancora autentica e se avete voglia di sperimentare cosa significa vivere in modo diverso, scoprire tradizioni, religioni nonché concezioni totalmente differenti, allora questa è un avventura che fa per voi.
MIX & MATCH
Estate.
Sinonimo di timidezze e indecisioni. Una su tutte? Che cosa mi metto in spiaggia.
Ecco le proposte femminili che The Eyes Fashion ha preparato per voi.
Il motto? Keep calm and stay cool.
Photographer ALESSANDRO LEVATI
Hair and Make Up FILIPPO DEL BOCA
Styled by FEDERICO LEDDA
Model: Anni @2MORROW MODEL
Location: Outline Press Office
Special Thanks To Jessica Tomao, Patrizio Brunelli, Donato Ambrogi
CARLO PIGNATELLI HAUTE COUTURE 2016
di Federico Ledda foto di Alessandro Levati
Sconfinata eleganza con richiami vittoriani e barocchi: a Milano sfila l’haute couture firmata Carlo Pignatelli.
Uomini dall’innata attitudine verso la ricercatezza e l’esclusività, caratteristiche peculiari nell’eleganza del dandy moderno, ma con il fascino retrò di chi sa stupire con un’innata classe. La redingote e il frac, rivisitati con i dettagli delle uniformi, saranno i must della prossima stagione secondo lo stilista torinese che presenta un ricco excursus tra giacche da ”borghese a gentiluomo”. A caratterizzare ogni look, è però il gilet che grazie a pregiate lavorazioni sui tessuti, lo rendono sofisticato e unico, come si addice a un vero eccentrico.
Le degne muse dei dandy sono affascinanti dame dalle silhouette leggere, vestite da tessuti e ricami non convenzionali. Giochi di luce e di ombre pannellano materiali che si intersecano e si sovrappongono creando effetti di trasparenze strategiche per un’eleganza soffice, quasi sussurrata, creata da tutte le declinazioni del bianco e dell’avorio fondendosi nel rosa antico arrivando fino allo zaffiro. Donne romantiche, e pacate, che non rinunciano però alla loro femminilità, sfoggiandola in modo distinto.
Le donne e gli uomini di Carlo Pignatelli in tre parole? Grazia, distinzione, finezza.
WTF??? – #5 – CINQUE MODI PER RICONOSCERE UNO STRONZO
di Ludovica Borzelli (http://www.belou.wtf/)
Gli stronzi sono ovunque: possono nascondersi dietro alla faccia paciosa del tuo postino, dietro ai modi falsamente gentili del tabaccaio di fiducia, dietro al sorriso tirato del tuo datore di lavoro, ma anche (anzi, soprattutto) dietro alle belle (e finte) parole delle persone che consideri amiche.
Come riconoscerli?
Ecco cinque comportamenti tipici dello Stronzo D.O.C.
1. Non rispetta le tue idee e i tuoi valori
Non fumi perché in famiglia hai avuto una perdita causata da un tumore ai polmoni? Sei uno
sfigato di merda, sempre ad ascoltare la mammina.
Sei buddista e lui è cattolico? Non capisci un cazzo, fanculo il Nirvana.
È normale avere idee diverse ed è normale discuterne, ma il rispetto prima di tutto. Se questo
viene meno, la persona che hai di fronte non merita la tua attenzione.
2. Cerca di metterti in imbarazzo davanti ad altre persone
Gli hai già detto svariate volte che ti senti a disagio quando racconta di quanto fossi sfigato/a alle
medie, ma lui continua imperterrito. “Ma come sei permaloso/a, sto solo scherzando!”, ti dice.
Certo ma, come si suol dire, il gioco è bello quando dura poco; e soprattutto c’è differenza tra un
amico che ride con te e uno che ride di te.
Probabilmente ti vede come una minaccia e crede che, mettendoti in cattiva luce, riuscirà a
spiccare.
Aiutalo a spiccare: tiragli un calcio e mandalo nell’iperspazio.
3. Ti dà buca sempre all’ultimo
Dovevate vedervi per una birra, ma dieci minuti prima dell’appuntamento ti chiama per dirti che
ha avuto un contrattempo e non potrà esserci. Okay, non importa.
Organizzate un secondo appuntamento e la storia si ripete. D’accordo, può capitare.
La terza volta che decidete di vedervi, arrivi in birreria e lui non c’è. Lo chiami e non si prende
nemmeno la briga di risponderti. “Magari ha avuto un problema serio”, ti dici.
Poi però apri Facebook e vedi che è appena stato taggato in una foto che lo ritrae in un altro
posto con altri amici.
Un “amico” che ti tratta in questa maniera non è abbastanza interessato a te; sei semplicemente
la sua ruota di scorta per quando non ha niente da fare.
Tronca i rapporti e lascialo a piedi quando una delle sue ruoti motrici si bucherà.
4. Quando ha bisogno di qualcosa cambia atteggiamento
Da qualche tempo cerca di essere gentile, è sempre disponibile ad aiutarti e ti fa un sacco di
moine. Che abbia capito di essersi comportato male e stia cercando di farsi perdonare?
Manco per il cazzo.
Si sta preparando a chiederti un favore, e spera che cambiando atteggiamento tu accetti di
aiutarlo.
Negaglielo, ma sii gentile: “Cortesemente, fottiti.”.
5. Ti sminuisce
Sei contento perché hai raggiunto un traguardo importante?
Lui ti dirà subito di averlo raggiunto molto più in fretta, o con risultati migliori dei tuoi.
O magari davanti a te si congratulerà, mentre alle spalle ti accuserà di essere raccomandato/a o di
aver fatto un cattivo lavoro. Forse perché sa di non poter arrivare al tuo livello.
Di’ la verità: leggendo questi cinque punti ti è venuta in mente almeno una persona che incarna
perfettamente lo Stronzo D.O.C., ho ragione?
Se così fosse, corri a chiudere i rapporti con lui!
LouB
WHEN IN ROME…#3 – LA GINNASTA
di Sara Bianchi
Alice, 21 anni. -La Sapienza-
“Hei, bel tatuaggio! Che c’é scritto?”
“Defying Gravity, io sfido ogni giorno la gravità!”
“Ah veramente? In che senso?”
“Quattro mattine a settimana in università, quasi tutti i pomeriggi in palestra. Faccio questa vita da quando avevo tre anni e nonostante tutte le difficoltà non la cambierei per nessuna ragione.”
“Perché fai tutto questo?”
“Beh, se vuoi ti posso fare un esempio di ciò che mi spinge a continuare…era il 6 aprile dello scorso anno, il giorno dell’ultima gara prima di passare in serie A1 di ginnastica artistica, il giorno per cui ho lavorato da tutta una vita. La gara non stava andando come ci eravamo aspettate, troppi problemi, troppi errori…a quel punto ho capito che dovevo tirare fuori tutta la grinta,tutta la rabbia,tutto ciò per cui avevo lavorato. È stata forse la migliore prestazione della mia vita ma comunque non ero riuscita ad evitare che la squadra, arrivata prima nelle tre giornate precedenti di gara, fosse fatta retrocedere in ultima posizione. Mi ricordo i pianti,il dolore, la paura di non essere riuscite a passare ma, proprio quando non ci speravamo più, uscì la classifica generale e, grazie a punti bonus ottenuti in precedenza, siamo salite sul podio come seconde. È per questo che ti dico che non cambierei mai la mia vita, perché nei giorni come quello capisco quanto possa essere importante sforzarsi per ottenere ciò che si vuole.”
KWABS
di Federico Ledda
Non ha nemmeno sfornato il suo primo disco “Love + War” che è già sulla cresta dell’onda con il successo “Walk“, che a oggi ha totalizzato oltre 30 milioni di visualizzazioni su YouTube. THE EYES FASHION ha scovato tra le scrivanie dell’ultimo piano degli uffici di Warner Music a Milano KWABS, cantante inglese che con della sua sensibilità in chiave pop sta facendo innamorare tutti, persino Sam Smith che l’ha voluto come suo opening act ufficiale per il tour europeo. Potevamo perdere l’occasione di scambiare due parole al volo?
Walk sta diventando poco a poco un successo planetario! Come ti senti, te lo aspettavi?
Non potevo mai immaginarmi di riscuotere tanto successo a livello internazionale. Ne sono contento, significa che la gente si è appassionata a quello che racconto con le mie canzoni.
Sta per uscire il tuo primo disco: ”Love + War”, come sarà?
Sarà l’esatto connubio dei sentimenti che ho già espresso nei miei pezzi usciti fino ad ora. Spero che alla gente piaccia tanto quanto i miei recenti singoli.
Il tuo brano ”Pray For Love” è davvero toccante, ce ne puoi parlare?
E’ come dice appunto il titolo, una sorta di preghiera espressa da due persone logorate dopo aver lottato con tutte le loro forze per l’amore.
Sei in tour con Sam Smith, come ti senti? E’ la tua prima volta in Italia?
Sì! Non ero mai stato a Milano! E’ bellissima la risposta che stiamo riscontrando qui, e quando Walk sia piaciuta alla gente! Non vedo l’ora di salire sul palco!
WTF??? – #3 – DIECI COSE RANDOM DA FARE NELLA VITA
di Ludovica Borzelli (http://www.belou.wtf/)
A chi non è mai capitato di annoiarsi così tanto da cercare su Google “Cosa fare quando si è annoiati”? Il problema è che i risultati di una ricerca del genere sono sempre banalissime proposte del tipo: “Metti a posto la casa”, “Vai dal parrucchiere”, “Gioca a solitario”, “Vai a fare una passeggiata”, “Taglia le unghie al gatto”, “Aiuta la nonna a cercare la dentiera” e cose del genere. Divertimenti apocalittici, insomma. O, ancora peggio, sono cose impossibili da fare, come per esempio: “Compra un canarino e insegnagli a ruttare”. Qualche giorno fa, allora, ho deciso di modificare la mia ricerca Google e scrivere “Cose stupide da fare”; ho scoperto un mondo. Dunque ho selezionato per voi le dieci cose più demenziali, anti-noia e semplici da realizzare tra quelle che ho trovato. Enjoy!
1. Entrare in un ascensore affollato e dire: “Vi chiederete perché vi abbia riuniti tutti qui oggi”.
2. Salire su un tram e spiegare le procedure di sicurezza di volo fingendo di essere una hostess
3. Indicare una persona e gridare: “SEI UNO DI LORO!”, dopodiché scappare in preda al panico.
4. Tenere aperte le porte dell’ascensore dicendo di star aspettando un amico, per poi lasciarle chiudere dopo qualche secondo esclamando: “Ehilà, Claudio! Allora, com’è andata?”.
5. Ordinare una pizza tre minuti prima di Capodanno e, una volta arrivata, rimproverare il ragazzo delle consegne dicendogli: “Dannazione, ma quanto ci avete messo?! L’ho ordinata un anno fa!”.
6. Comprare una ciambella e lamentarsi con il barista del fatto che sia bucata.
7. Andare all’IKEA, nascondersi in un armadio e, quando qualcuno lo apre, dire con tono misterioso: “Benvenuto a Narnia”.
8. In un museo, davanti a un dipinto o a una statua, iniziare a parlare con il soggetto dell’opera come se vi stesse affidando una missione.
9. Entrare da Burger King e chiedere indicazioni per arrivare al McDonald’s più vicino.
10. Vestiti in maniera eccentrica, fermare una persona per strada e chiederle che anno sia. Aspettare la risposta e poi esclamare esaltati: “Ha funzionato!”, scappando via. Se avete trovato il coraggio di farne qualcuna, raccontatemi com’è andata! E che la noia non sia con voi.
LouB
UNDER THE SHEETS
Photographer ALESSANDRO LEVATI
Photographer’s collaborator ALESSANDRO VILLA
From an idea of FEDERICO LEDDA, ALESSANDRO LEVATI, JOHNNY DALLA LIBERA
Model JOANNA SICKO
Hair and Make Up EMANUELA CARICATO
Styled by FEDERICO LEDDA
Production JOHNNY DALLA LIBERA
Graphic designer CRISTINA BIANCHI
Location: ECHO HOTEL MILANO
Special Thanks to Gigliola Lombardi, and the Starhotels staff.
IL PAGANTE – YOU CAN’T SEAT WITH US
di Federico Ledda
You can’t SEAT with Us. In molti ci hanno fatto notare il nostro ”erroraccio” nello scrivere SEAT anzi che SIT. Errore? Affatto! Il gioco di parole della nostra cover sta proprio qua: seat come insediarsi, cosa che IL PAGANTE è riuscito a fare come nessun altro prima d’ora: gruppo inizialmente nato per gioco, tra amici, è invece diventato uno dei gruppi più in voga del momento da vantare anche un contratto con Warner Music, e una fanbase in crescita esponenziale. Nonostante l’enorme successo che li ha coinvolti, questa è la prima volta che “Il Pagante” accetta di mettersi a nudo per una testata. Potevamo noi quindi farci scappare la possibilità di farli appendere le Air Max al chiodo per un paio di Cesare Paciotti? Noi ci abbiamo provato, ed ecco a voi il risultato, come direbbero loro: MINCHIA FRATE, CANNONATE!
È tutto iniziato per gioco, vi aspettavate un successo così di massa e in continua crescita?
Inizialmente no! Il tutto è nato sì per gioco, ma la cosa ha funzionato da subito. Siamo felici e ansiosi di vedere che cosa il futuro ha in serbo per noi.
Quanto vi rappresenta quello che cantate?
Rappresenta più il nostro passato che il nostro presente, eravamo i personaggi che descriviamo fino a qualche anno fa, oggi puntiamo a far divertire chi ci segue e chi ci ascolta.
Avete firmato la colonna sonora di “Italiano Medio” di Maccio Capatonda con la vostra “Pettinero”. Che similitudini ci sono tra le vostre canzoni e l’Italiano medio?
Ci sono svariate similitudini, in primis la satira su personaggi “medi” italiani, ma anche uno slang molto particolare e originale utilizzato sia da noi che dai protagonisti del film.
Fate musica irriverente e sopra le righe: come pensate di evolvere questa cosa nel corso del tempo?
Creando nuovi format, nuove idee da mettere in musica e tante altre cose che vedrete molto presto, stay tuned!
Quali sono i posti più belli dove avete avuto il privilegio di esibirvi?
Abbiamo avuto la fortuna di esibirci in location spettacolari e pluriblasonate, ad esempio l’Aqualandia di Jesolo, la Casa Della Musica di Napoli, Il Supersonic Music Arena di Treviso… Club rinomati come il Piper di Roma, lo Yab Di Firenze, il Made Club di Como, il Celebrità di Novara e molti altri, senza dimenticarci del suggestivo boat party in Croazia!
Siete in tournée: qual è l’esperienza che più ricordate con piacere?
Il ricordo più bello in tournée sono sicuramente le date estive, in giro tutti insieme con il nostro super furgone! I live all’aperto sono tutta un’altra cosa! Piscine, parchi acquatici, qualcosa di unico. L’esperienza più bella rimarrà sempre il primo sold out a Milano, l’affetto di casa ha sempre un qualcosa in più.
Avete una fan base che sta crescendo sempre di più: qual è la cosa più strana che un fan ha fatto per voi?
La cosa più “strana” che al momento ci viene in mente è sicuramente aver visto alcuni fan piangere per noi. Abbiamo visto anche tatuaggi, video estremi di vario genere e cose che non si possono proprio raccontare! (Ridono ndr)
Chi è il vostro pubblico?
Il nostro pubblico si divide in 2 rami: c’è chi riconosce l’ “ironia” contenuta nel nostro messaggio e, pur sentendosi chiamato in causa si diverte lo stesso, e chi invece crede che siamo gli stessi dei video quindi si rivede in ciò che fa ogni sabato sera. A livello di target invece chiaramente la nostra orbita è molto giovane, dal liceale al neo-universitario, ma non escludiamo il fatto che ci sia anche qualche caso “fuori quota”.
Quale accessorio non deve mancare quando siete sul palco? Come definireste il vostro stile?
L’accessorio che non deve mai mancare sono sicuramente gli occhiali da sole! Per il resto Il Pagante segue sicuramente la moda, cercando magari l’outfit estremo per spiccare sugli altri paganti, ma non si parla mai di controtendenza.
Qual è secondo voi la chiave del successo?
La chiave del successo nessuno saprà mai qual è… Nel nostro caso penso abbia vinto la “spontaneità” della situazione, il fatto che non sia mai stato un progetto ideato “a tavolino” ma che sia sempre venuto tutto con naturalezza e facendo ciò che ci riesce meglio, divertirci.
Cosa dite a chi vi ama?
E’ grazie a loro se siamo arrivati qua, non smetteremo mai di ringraziarli.
E a chi vi odia?
Grazie anche, anzi, soprattutto a chi ci odia! Quando vi accorgerete che senza di voi, noi non saremmo mai esistiti sarà troppo tardi.
Quali sono i vostri prossimi progetti?
E’ inutile nasconderlo ormai abbiamo in cantiere il progetto di realizzare un vero e proprio album, siamo al lavoro per far si che Il Pagante si espanda in tutte le città d’Italia cercando di interagire con più persone possibili per rendere ancora di più tutto un vero e proprio tormentone!
Photographer ALESSANDRO LEVATI
Photographer’s collaborator ALESSANDRO VILLA
From an idea of FEDERICO LEDDA, ALESSANDRO LEVATI, JOHNNY DALLA LIBERA
Hair ADRIANO CATTIDE
Make up EMANUELA CARICATO
Styled by FEDERICO LEDDA
Fashion Collaborator GIULIA FALZONI
Production ALFREDO TOMASI, JOHNNY DALLA LIBERA
Graphic designer CRISTINA BIANCHI
Location IL GATTOPARDO (Via Piero della Francesca, 47 – Milano)
WTF??? – #2 “Amore della mamma, ma come ti sei vestita?”
di Ludovica Borzelli (for more: http://www.belou.wtf/blog/)
«Oddio, ti metti i leggings push-up?»
Se pensate che ora aggiungerò qualcosa del tipo «Ma sono passati di moda!» sbagliate di grosso: non è questo l’argomento. Piuttosto parliamo di chi, da vera fashion victim, compra tutto quello che vede addosso a Cara Delevingne pur essendo alta un metro e un barattolo e avendo una quinta di reggiseno.
Cara fashion victim, lo so che tu sai tutto ma proprio tutto sulle tendenze più cool del momento, ma hai mai pensato anche solo per un momento che, dal tuo metro e cinquanta di altezza, i tronchetti che indossi non potranno mai avere l’effetto che hanno su Naomi Campbell? E che, tutt’al più, potranno farti assomigliare a un Umpa Lumpa? E se, per una volta, provassi a individuare e valorizzare i tuoi punti di forza, invece di tirarti la zappa sui piedi comprando tutto quello che vedi addosso alle scheletriche modelle di Prada? Mettiti bene in testa che, se una cosa va di moda, non vuol dire che automaticamente stia bene a tutte. Un esempio? Io adoro le scollature a V, quelle che mettono in risalto un bel seno prosperoso, ma poiché la mia taglia di reggiseno si aggira intorno alla 0+, il risultato non è quello che otterrebbe Beyoncé; a malincuore evito il capo e mi limito ad ammirare le mie amiche più formose indossarlo. Triste, penserai. Beh, non del tutto: io posso permettermi le scollature vertiginose sulla schiena e quelle verticali che arrivano all’ombelico e che non prevedono un reggiseno, o anche gli scolli all’americana, che le fanciulle prosperose non potrebbero mai mettere senza sembrare dei davanzali porta fiori. Insomma, a ciascuno il suo. Ecco allora qualche breve dritta per evitare di mettere in risalto i tuoi difetti fisici [perché ammettiamolo, tutte ne abbiamo]:
Se hai il fisico “a clessidra” [vita sottile, seno e fianchi prosperosi]:
No ai capi dalle linee dritte [camicie larghe, caftani, etc]
Sì ai capi che mettono in risalto spalle e punto vita
Se hai il fisico “a mela” [punto vita poco marcato, spalle larghe e fianchi stretti]:
No alle magliette con righe orizzontali e a tutto ciò che appesantisce visivamente la parte superiore del corpo
Sì a ciò che mette in risalto le gambe, in modo da slanciare la figura
Se hai il fisico “a pera” [spalle strette, torace minuto, fianchi e glutei accentuati]:
No a shorts e pantaloni attillati con fantasie e stampe colorate
Sì agli abiti ad “A”, alle scollature a barchetta e alle gonne morbide
Se hai il fisico “da insetto stecco” [poco seno, fianchi stretti, fisico androgino]:
No agli scolli a V e agli “abiti-sottoveste” con le spalline sottili
Sì alle fantasie, alle righe e agli scolli all’americana
Detto ciò, sei chiaramente libera di metterti quello che vuoi [condoglianze a chi vedrà una fanciulla taglia 48 strizzata in leggings push up COLOR CARNE taglia 42], ti lascio solo con una domanda su cui riflettere: se un giorno la tua icona di stile uscirà di casa con le mutande del nonno in testa, farai lo stesso? Non sarebbe meglio iniziare a pensare con la tua testa?
Baci baci
LouB
WTF??? – #1: Tipi da palestra
Gigantesco essere delle dimensioni di tre armadi, è vanitoso come un pavone; gira per la palestra a testa alta, sfoggiando i suoi muscoli scolpiti sotto una canottierina striminzita (che starebbe piccola anche a mia cugina di dodici anni) e provandoci con tutte le fanciulle presenti.
3. L’Instagram Addict
Selfie pre-allenamento, selfie durante l’allenamento, video degli esercizi che fa e foto della bibita energetica che sta bevendo per recuperare sali minerali, selfie post-allenamento.
Insomma, alla fine ha allenato più il suo smartphone che se stessa.
4. I Fashion Victims
Un/una “fashion victim”, uomo o donna che sia, non va in palestra per allenarsi, ma per sfoggiare tutti i propri outfit sportivi! Immancabile il nuovo modello di scarpe da corsa Nike, abbinato a un meraviglioso completo sportivo che sarà costato più dell’abbonamento alla palestra.
5. Le Chiacchierone
Solitamente in coppia, le chiacchierone passano qualche ora sul tapis roulant a raccontarsi le proprie giornate, a parlare di cos’hanno mangiato a pranzo, del loro ultimo e meraviglioso acquisto, della laurea dei propri figli e del colore delle nuove tende della stanza d’ospizio delle proprie trisavole.
Beh, comunque nel frattempo si fanno un’ora e passa di camminata, no?
Certo, se tra una chiacchiera e l’altra si ricordano di accendere il tapis roulant.
6. La MILF
Impossibile capire la sua età, ha più silicone che sangue in corpo e un’abbronzatura da lampada sempre impeccabile. Viene tanto sfottuta per la sua paura di invecchiare, ma mentre tu riesci a malapena a fare una o due serie di addominali da 50 tre volte a settimana, lei solleva 70kg di pesi e fa Crossfit tutti i giorni.
7. L’Ossessiva Compulsiva dell’Igiene
Salviettine e spray igienizzante sono sempre con lei ovunque vada, figuriamoci in palestra, con tutti quei germi e quella puzza di sudore. Prima di sdraiarsi sul materassino per fare gli addominali, passa almeno dieci minuti a pulirlo. Vediamola così: brucia il doppio delle calorie che brucerebbe se non lo facesse.
8. Le Banshee
Per chi non lo sapesse, una Banshee è uno spirito leggendario che urla in maniera assordante; le “Banshee da palestra” sono invece quei personaggi che mentre alzano i pesi cacciano urla incredibili, come se alzassero un tir per braccio.
Il problema è che lo fanno anche gli stecchini che sollevano 2 kg.
Insomma, non andate mai nella zona pesi senza tappi per le orecchie.
9. Le Top Model
Arrivi in spogliatoio e vedi questo gruppetto di ragazzine che si stanno mettendo tutte in tiro; spazzola, fon, piastra, mascara, fondotinta e rossetto. “Staranno uscendo”, pensi tu.
E invece no: truccate e tirate a lucido, si infilano un reggiseno sportivo e degli shorts push-up e sono pronte ad “allenarsi”.
10. La Pera Cotta
Aria disorientata, magliettona del pigiama, capelli legati a caso e faccia struccata (in caso fosse una femmina) e rossa per il caldo. Forse è l’unico tipo da palestra che ha capito il vero senso di quel posto, ma è comunque poco abituato allo sforzo e di sicuro non è felice di essere lì.
Tra questi rientro anche io, tra parentesi.
Insomma, la palestra è un carnevale di gente di ogni tipologia, in quale rientrate voi?
E se non vi siete identificati in nessuno di questi “stereotipi”, come vi definireste?
Fatemi sapere!
LouB
P.S.
Mi chiamo Ludovica, ho diciott’anni e sono un’eclettica fanciulla che non è ancora riuscita a etichettarsi in alcun modo (non per niente la mia rubrica qui si chiama “What the Fuck”); ho anche un mio blog, www.belou.wtf, quindi se volete anche farvi un’idea più chiara degli argomenti di cui di solito tratto, passare a dare un’occhiata!
We had so much fun! #JustCavalli4TEF
THE REBIRTH ISSUE with VALENTINA PEGORER
Photographer ALESSANDRO LEVATI
From an idea of FEDERICO LEDDA
Make up ALESSANDRA RIZZO, YLENIA MOLINARI
Hair style ADRIANO CATTIDE
Styled by FEDERICO LEDDA
Production JOHNNY DALLA LIBERA, GIACOMO PISATI, ANTONIO PICCO, ALESSANDRO VILLA
LOCATION RISTORANTE CURO’ (viale Monte Grappa, 7 – Milano)
Special thanks to VALERIA MANNOZZI and ROOM77